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Punto G

Punto G


Mar 13/06/2023 | Dott. Tania Basile

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DEFINIZIONE

Il Punto G consiste in una ristretta area anatomica della vagina, situata nei due terzi inferiori della sua parete anteriore. Tale zona è stata ribattezzata “Punto G” in quanto è stato individuato per la prima volta dal Dr. Gräfenberg, che lo aveva localizzato a metà strada tra il pube posteriore e il clitoride. La stimolazione di questa zona reca piacere sessuale in quanto è molto ricca di terminali sensitivi. La medicina estetica può intervenire su questo punto amplificandolo tramite iniezioni mirate di acido ialuronico.

COS’È il punto G


Il punto G, o punto di Gräfenberg, corrisponde, sul piano teorico, a una circoscritta area anatomica della vagina, situata nella sua parete anteriore, a circa metà strada dall’osso pubico posteriore.

Questo punto è così denominato in quanto prende l’iniziale del dottor Gräfenberg, il medico tedesco che per primo intuì la presenza di questa regione nell’area genitale femminile.

L’importanza di questa zona la si deve al fatto che, se opportunamente stimolata, riesce a produrre nella donna un piacere erotico non indifferente, essendo molto abbondante in recettori sensitivi e terminali del piacere.

Nella medicina estetica, questa zona trae la sua rilevanza poiché vengono effettuati degli interventi finalizzati ad espanderla, con il fine di produrre sensazioni sessuali più intense dopo la stimolazione.

PREOPERATORIO PUNTO G


È doveroso ricordare che l’amplificazione del punto G, sebbene abbia evidenziato dei risultati assolutamente benefici in molti casi studio, deve ancora essere indagata a pieno dalla comunità scientifica e validata in varie situazioni cliniche.

Per tale ragione, prima di sottoporsi alla seduta di iniezione di filler nel punto G è importante che il paziente effettui con il medico di medicina estetica un approfondito colloquio clinico, che prevede una iniziale fase di anamnesi e un successivo esame obiettivo della paziente. innanzitutto, il medico indaga sullo stato generale della paziente, gli chiede se soffre o ha sofferto in passato di malattie croniche e richiede in visione la lista dei farmaci correntemente assunti, in caso di terapia. In questa fase il medico deve valutare l'eventuale sussistenza di controindicazioni che non permetterebbero l'esecuzione del filling, come è la presenza di neoplasie maligne in atto o di malattie infiammatorie gravi.

Il medico, magari cooadiuvato da uno specialista ginecologo, valuta anche la presenza di eventuali discromie cutanee o ulcerazioni, e dunque, la fattibilità dell'operazione.

A completamento della visita preliminare, il medico somministra alla paziente degli esami da effettuare, che prevedono esami del sangue comprendenti il test della coagulazione e le raccomanda di astenersi da fumo e alcol almeno 10 giorni prima dalla seduta di ozonoterapia.

ESECUZIONE DELL’INTERVENTO


L’amplificazione del punto G, o G-spot amplification, è proprio la tecnica adoperata nella medicina estetica per estendere l’area erogena del punto G, ricorrendo a iniezione di filler biorassorbibile, come l’acido ialuronico.

Il trattamento di amplificazione del Punto G viene eseguito in ambulatorio, senza ricovero e si ricorre a una semplice anestesia locale.

La procedura dura pochi minuti, lambendo i 40 minuti massimi di durata totale.

In genere si utilizzano sia il collagene sia l’acido ialuronico, sostanze entrambe naturali e completamente bioriassorbibili.

POST-OPERATORIO


Dopo l’operazione è possibile che compaiano dei disturbi durante la minzione, in genere auto-limitantesi e senza complicazioni.

Bisogna specificare che la procedura non provoca effetti sul ciclo mestruale e non impedisce l’utilizzo di assorbenti a uso interno.

RISCHI E COMPLICAZIONI


Come detto in precedenza, la procedura di amplificazione del punto G deve ancora manifestare pieno consenso nella comunità scientifica, dal momento che alcuni medici dubitano addirittura dell’esistenza di questa zona, essendo influente il grado di variabilità interindividuale.

Un rischio possibile dell’intervento consiste nella lesione eventuale di terminali nervosi disseminati nella parete anteriore della vagina, la quale appunto abbonda in recettori nervosi deputati alla trasmissione dello stimolo sensitivo-del piacere.

FONTI:

  • Jean-Thomas Bachelet et al. Female genital surgery, G-spot amplification techniques—state of the science. Annales de Chirurgie Plastique Esthetique. Vol. 59, N°5, pp 344-347, Ottobre 2014.

  • Carlo D’Aniello, Manuale di Medicina Estetica, Masterbooks, 2019.

  • Alberto Massirone, Trattato di Medicina Estetica, Piccin Nuova-Libraria, 2010.


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