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Anestesia


Mar 26/04/2022 | Dott. Tania Basile

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DEFINIZIONE

L’anestesia è una procedura medica che ha lo scopo di rendere nulli lo stato di coscienza, la sensibilità generale e la percezione del dolore, in un paziente nel quale venga espressamente indicata la procedura stessa. Questa pratica trova applicazione nella maggior parte degli interventi chirurgici oppure nelle cure palliative, nelle quali ha il fine di comportare una ridotta percezione del dolore. L’anestesia vene condotta dal medico anestesista-rianimatore solo nei casi opportuni e non è esente da rischi: sono infatti possibili eventi avversi specie nelle persone più anziane e defedate.

COS’È

L’anestesia è quell’insieme di procedure di competenza medica il cui fine è quello di ottenere una sedazione del paziente, associata ad annullamento delle sensazioni dolorifiche e a completo rilassamento muscolare. La branca medica che si occupa di tale disciplina è definita anestesiologia.

Nell’anestesia generale, o totale, il paziente è completamente incosciente e necessita del supporto costante delle macchine per il mantenimento delle sue funzioni vitali, mentre nell’anestesia locale e loco-regionale, si va in genere ad annullare la sensibilità di una particolare regione del corpo, mantenendo però intatto lo stato di coscienza.

Le diverse tipologie di anestesia possono essere condotte mediante l’ausilio di specifiche sostanze e farmaci. Le modalità di somministrazione sono principalmente iniettive o inalatoria. I farmaci e le sostanze utilizzate sono diversi ed utilizzati in base alla loro efficacia con finalità differenti. Alcune di queste sostanze come lidocaina, dibucaina, ropivacaina, bupivicaina e ropivicaina, sono impiegate per indurre una anestesia locale mentre isoflurano, ossido di azoto, desflurano e sevoflurano sono le principali sostanze volatili impiegate per l’anestesia generale.

Tra le sostanze utilizzate come anestetici endovenosi si possono distinguere agenti oppioidi e non oppioidi. Tra i primi sono diffusi alcuni barbiturici e benzodiazepine, come diazepam, lorazepam, amobarbital, metoesital e tiopental, nonché propofol ed etomidato. Tra gli oppioidi i più utilizzati sono fentanyl, alfentanil sufentanil oltre che metadone, morfina e ossicodone.

INDICAZIONI

L’anestesia, dal momento in cui è stata via via introdotta nella scienza medica, ha apportato diversi e profondi cambiamenti nel rapporto tra il paziente e l’intervento chirurgico cui deve sottoporsi, generando molto meno timore e ansia.

Le indicazioni per una procedura di anestesia sono varie:


  • Interventi invasivi o di chirurgia maggiore, che interessano i vasi o i grandi organi;

  • Parto plurimo o parto con travaglio lungo e complesso;

  • Interventi su soggetti vittime di grandi traumi, di tipo meccanico (scontro automobilistico) o di tipo chimico-fisico (ustioni);

  • Induzione del coma farmacologico in pazienti designati;

  • Interventi palliativi volti a ridurre o annullare la percezione del dolore.


PREOPERATORIO

Prima di sottoporsi a un intervento chirurgico con annessa anestesia, di qualsiasi entità essa sia, le indicazioni preoperatorie prevedono un breve colloquio col medico anestesista, il quale dovrà essere ben informato dal paziente circa le patologie di cui soffre e di eventuali allergie. L’anestesista invece ha il compito di informare il paziente sul tipo di anestesia che riceverà nonché delle pratiche da osservare prima dell’intervento come l’astensione dai liquidi (eccetto che per modeste quantità di acqua e thè) e dai cibi solidi.

Il colloquio generalmente termina con il paziente che firma il consenso informato, dichiarando di aver compreso del tutto ciò che il medico anestesista ha spiegato.

ESECUZIONE DELL’INTERVENTO

Durante l’intervento chirurgico, l’anestesista è costantemente al fianco del paziente, praticando l’anestesia sottoforma di liquido anestetico iniettato endovena oppure di gas anestetico respirabile. Dopo essersi accertato che il paziente abbia perso la percezione della sensibilità e del dolore, procede con il monitoraggio continuo del paziente, fino alla somministrazione finale di analgesici, per un risveglio senza dolore.

POST OPERATORIO

Nel post operatorio, il paziente anestetizzato viene condotto in una stanza del risveglio (recovery room) in cui viene gradualmente risvegliato, sempre sotto stretto controllo medico.

A seconda del tipo di intervento chirurgico svolto e dei farmaci anestetici utilizzati, potrebbe essere necessario che il paziente permanga in osservazione in un tempo che può variare da poche ore ad alcuni giorni.

RISCHI E COMPLICAZIONI

Nonostante l’anestesia sia una procedura sicura e molto utile, è frequente che al risveglio possano sorgere degli effetti collaterali e che, durante l’intervento, possano presentarsi rischi e complicazioni.

I principali rischi connessi all’anestesia sono:

  • Brividi di freddo;

  • Sensazione di nausea e vomito;

  • Perdita temporanea del controllo della vescica;

  • Stato di ottundimento cerebrale e passeggera perdita della memoria;

  • Raramente, gravi reazioni allergico-anafilattiche alla somministrazione del farmaco anestetico;

  • Molto raramente, morte durante l’intervento chirurgico, soprattutto in pazienti obesi o in interventi di natura emergenziale o molto complessi.


FONTI:

  • Ronald D. Miller, Miller anestesia. Edra, 2006.

  • Fausto D’Agostino, Manuale di anestesia. Idelson-Gnocchi; 2021.


Che cosa contiene l'anestesia?


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