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La medicina estetica post-covid: dalla correzione alla ricerca del benessere

La medicina estetica post-covid: dalla correzione alla ricerca del benessere


Mar 29/08/2023 | Dott. Gabriella Gentili |  Medico Certificato Ethigate

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Dopo la pandemia, gli interventi estetici hanno acquisito un significato più ampio, rientrando nel concetto generale di cura della propria salute. E non più solo di correzione del difetto. Ciò che i pazienti ricercano è la longevità, è molto meno frequente il desiderio di inseguire la perfezione. Ce ne parla la dottoressa Gabriella Gentili, medico estetico e chirurgo plastico a Roma.

Come si può intuire facilmente, il COVID-19 ha cambiato profondamente le nostre vite. Tanto che si parla di un periodo pre- e di un periodo post-covid. Un cambiamento che interessa tutti gli ambiti della nostra esistenza: sociale, psicologico, ricreativo, relazionale, lavorativo, sanitario. A proposito di salute, in questi tre anni dallo scoppio della pandemia, vari istituti di benessere ed enti di ricerca di portata mondiale si sono interrogati sulle conseguenze a lungo termine, osservandone l’incidenza a distanza di tempo. 

Il dato interessante è che gli effetti sul comportamento umano post-covid si delineano con più forza a mano a mano che ci si separa da quel fatidico febbraio 2020, data in cui il virus ha fatto la prima comparsa dirompente nel mondo occidentale, dopo essersi diffuso in Cina e Corea pochi mesi prima.

Aumento degli interventi di medicina estetica dopo il covid


In questo scenario di cambiamenti post-covid, l’ambito che ha registrato il coinvolgimento maggiore è proprio il concetto di benessere, da ogni punto di vista: dall’attività fisica alle cure di bellezza, dall’alimentazione alla ricerca di svaghi mentali. È stata proprio l’evidenza del pericolo, spesso nei confronti della stessa vita, a cambiare la prospettiva. In altri termini, l’essere stati messi a contatto con i rischi per la salute ha creato una maggiore consapevolezza sull’importanza di vivere e stare bene. Ecco che, dopo la pandemia, le persone, di qualsiasi età ed estrazione, sono più attente al proprio benessere, prima di ogni altra istanza. 

Nemmeno la medicina estetica e la chirurgia plastica sono esenti dalla nuova centralità che la salute ha acquisito nella vita post-covid. Lo rivelano i dati del sondaggio globale di ISAPS (International Society of Aesthetic Plastic Surgery), secondo i quali nel 2022 il totale delle pratiche chirurgiche e non chirurgiche è aumentato del 19,3%, con oltre 30 milioni di interventi in tutto il mondo. Certo, il dato risente del calo complessivo dell’1,9% del biennio di lockdown, ma negli ultimi quattro anni tutto il settore estetico sta vedendo una crescita complessiva del 33,3%, superando i dati pre-pandemia.

Benessere: la categoria principale post-covid


Tolte le mascherine, si torna a volersi vedere bene, si direbbe a una prima lettura della ripresa del settore della medicina estetica. In realtà, la ripresa non è solo numerica ma qualitativa. È proprio il ruolo del medico estetico a essere cambiato dopo la pandemia, come ci fa riflettere la dottoressa Gabriella Gentili, chirurgo plastico e medico estetico. «Il segno più delle statistiche di settore riflette chiaramente il bisogno di “recupero” dall'impatto negativo del COVID-19, che ha riguardato anche le procedure estetiche. Ma, in realtà i numeri degli interventi complessivi superano di grand lunga quelli del periodo pre-pandemia

Per motivare la ripresa della medicina estetica post-covid, i sociologi e gli osservatori del costume hanno spesso parlato di un desiderio diffuso, a ogni età, di vedersi meglio allo specchio. Un desiderio sicuramente più forte dopo i periodi di chiusura forzata e l’obbligo di indossare le mascherine, e ciò ha fatto sì che molte persone si regalassero un “ritocchino” al viso o al corpo. Ma quello che è cambiato maggiormente è il ruolo del medico estetico, e anche il modo in cui il paziente guarda alla medicina estetica stessa» osserva la dottoressa Gentili.

Dalla correzione del difetto alla ricerca del benessere


Se prima si era più attenti all’estetica “pura”, oggi è il benessere a essere preponderante. Un esempio? «I pazienti entrano nello studio chiedendo di mostrare prima le proprie analisi, e poi di avere un consulto di medicina estetica o chirurgia plastica. Con il medico, i pazienti desiderano instaurare un colloquio conoscitivo sulla propria salute a 360°, che solo in un secondo momento apra la strada all’intervento correttivo vero e proprio». 

Un altro cambiamento importante nei pazienti post-covid è la motivazione del trattamento di medicina estetica. «Se prima chiedevano soprattutto di correggere un difetto fisico, oggi chiedono principalmente di migliorare la qualità della pelle. Non a caso, un trattamento che sta avendo molto successo è la biostimolazione. Certo, nessuno si dimentica della ricerca della bellezza ma non è più così essenziale come prima del COVID-19: deve essere sempre accompagnata dal benessere, cioè dal desiderio di ritrovare un aspetto sano» precisa la dottoressa Gentili.

La differenza dei trattamenti di medicina estetica pre e post-covid


Continuando con le classifiche, i sondaggi mostrano un aumento degli interventi estetici orientati al benessere e alla qualità della pelle. È il caso delle procedure iniettive sul viso (tossina botulinica, acido ialuronico, idrossiapatite di calcio) che, sempre secondo i dati ISAPS registrano un +20%. Anche il corpo è interessato dal segno +30% per quel che concerne le pratiche di riduzione del grasso e di rassodamento della pelle.

«Questi dati sono significativi di un interesse maggiore verso le terapie rigenerative in campo estetico, quelle che mirano, cioè, a utilizzare le risorse insite nell’organismo per mantenersi giovane e sano. Sono efficaci per la pelle, poiché ne aumentano l’elasticità e la compattezza. In seconda battuta, il nuovo interesse per la qualità della pelle riflette l’obiettivo generale dei pazienti, cioè avere una prospettiva di vita migliore, e solo dopo combattere l’invecchiamento» prosegue la dottoressa Gentili. 

«In quest’ottica, i trattamenti che nell’ultimo anno sono andati per la maggiore sono: la biostimolazione cutanea, attraverso le sostanze iniettabili (acido ialuronico, aminoacidi e idrossiapatite di calcio) e le apparecchiature strumentali che procurano l’effetto tightening (si chiama così la contrazione del derma che comporta la risposta difensiva di rigenerarsi, divenendo più forte). Tutte queste metodiche mirano a stimolare la produzione di nuovo collagene, la proteina responsabile dell’elasticità e della compattezza cutanea. Si possono effettuare sia sul viso che sul corpo con effetti rimodellanti, come ad esempio la riduzione del doppio mento o la definizione dell’ovale del viso».

Per concludere, potremmo dire che il nuovo approccio alla medicina estetica è di tipo “salutistico”. «È interessante notare come oggi le persone siano più interessate di ieri ad avere un aspetto sano che propriamente bello in senso assoluto. E per questo sono interessati a scoprire le varie metodiche cosiddette di skin quality, e non solo quelle del rimodellamento dell’ovale. Comprendono prima il valore di una cute sana, e poi quello del contouring del viso. 

Una nuova parola: longevità


Senz’altro il COVID-19 ha avuto un grande ruolo in questo cambiamento di percezione, dato che gli interventi di medicina estetica abbracciano un concetto di salute più ampio e rientrano nel desiderio di avere una prospettiva di vita più lunga, possibilmente sana. Per questo motivo si desidera ritardare l’invecchiamento, non tanto combatterlo, una volta che si è già verificato.

In quest’ottica, il vecchio adagio di combattere l’invecchiamento comincia a essere un approccio del passato, che sta venendo gradualmente sostituito dal più positivo concetto di “longevità”. «Su questo campo noi medici estetici e chirurghi plastici abbiamo molto da raccontare, poiché si sta finalmente comprendendo che l’estetica viene dopo il benessere» conclude la dottoressa Gentili.

 
In collaborazione con Alessandra Montelli.

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Chirurgia plastica,Medicina estetica

Dott. Gabriella Gentili

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Roma (RM)

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