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Medicina estetica maschile: cosa chiedono davvero gli uomini?

Medicina estetica maschile: cosa chiedono davvero gli uomini?


Ultima modifica Mer 09/07/2025 | Dott. Samer Al Jalbout

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Fino a pochi anni fa la medicina estetica al maschile sembrava un tabù. Oggi è una realtà consolidata, tanto da non essere più un territorio esclusivamente femminile. Secondo le statistiche di settore, gli uomini che si rivolgono al medico estetico sono in costante aumento. Le motivazioni? Sicuramente migliorare la propria immagine e mantenere un aspetto giovane, ma accanto alle ragioni estetiche si insinua anche il desiderio di sentirsi più sicuri di sé. 

Quali sono i trattamenti più richiesti dagli uomini? Ci sono differenze rispetto alle donne? E soprattutto, quali sono i dubbi che frenano molti uomini dal compiere questo passo? Ne abbiamo parlato con il dottor Al Jalbout Samer, dermatologo e medico estetico.

La richiesta maschile è davvero in aumento?


«Decisamente sì», risponde senza esitazioni il dottor Samer. «Tratto pazienti uomini fin dall’inizio della mia carriera, ma la vera impennata l’ho vista negli ultimi 3-4 anni, da parte di pazienti appartenenti a una fascia ampia di età, dai 18 agli oltre 60 anni». 

Questa tendenza è confermata anche dai dati dell’Osservatorio Nazionale di Medicina Estetica di Agorà: dal 2010 la domanda maschile è cresciuta del 25%, con un target che va dai giovanissimi agli over 60. 

Qual è il trattamento di medicina estetica più richiesto dai giovani uomini?


Varia in base all’età. «I giovani intorno ai 20-25 anni chiedono principalmente il rinofiller per correggere il gibbo nasale o sollevare la punta. Naturalmente non tutti i nasi possono essere corretti senza chirurgia, cioè con la sola medicina estetica che, in genere, richiede inestetismi di lieve entità. Un esempio concreto? Il cosiddetto “naso di Dante” con gobba osteo-cartilaginea e punta aquilina è il tipico caso in cui il rinofiller non è sufficiente».

E gli uomini dai 30 ai 50 anni, cosa chiedono?


«In questa fascia d’età, che rappresenta la parte più ampia della domanda maschile, l’obiettivo principale è migliorare la qualità della pelle, e solo dopo occuparsi di eventuali rimodellamenti del viso. A tal fine sono ideali i trattamenti di medicina estetica rigenerativa, come la biostimolazione a base di idrossiapatite di calcio diluito in base alle esigenze cutanee. Si tratta di una sostanza naturale presente anche nel nostro organismo che, una volta iniettata nella pelle, ha la funzione di stimolare la produzione di collagene, la proteina responsabile della compattezza e dell’elasticità cutanea».

Quali sono le richieste dopo i 50 anni?


«Se i più giovani puntano a correggere piccoli difetti e i quarantenni vogliono migliorare la qualità della pelle, dopo i 50 anni l’obiettivo principale è contrastare la lassità cutanea. «In seguito all’invecchiamento cronologico o a dimagramenti importanti e attività sportiva intensa, l’uomo inizia a vedere uno svuotamento del viso e un cedimento dei tessuti. Così desidera restituire tonicità e definizione al viso, senza gonfiarlo, che resta uno dei timori principali».

Quali trattamenti di medicina estetica usi per ridefinire il volto maschile?


«In particolare, utilizzo una tecnica che si chiama Sandwich Technique. Consiste nell’iniettare in superficie l’idrossiapatite di calcio diluito allo scopo di stimolare il collagene; poi, si inietta l’acido ialuronico un po’ più in profondità per ripristinare i volumi persi; e ancora più in profondità sul periostio (membrana che riveste l’osso ndr), si inietta nuovamente l’idrossiapatite di calcio puro per definire le linee del volto, come ad esempio la mandibola. Il risultato? Un viso più giovane e definito, ma che conserva un aspetto naturale. Come si può intuire, con questa tecnica si lavora sia sulla qualità della pelle che sulla struttura del volto, per un effetto benessere a 360 gradi».

I trattamenti di medicina estetica maschile hanno una durata diversa rispetto alle donne?


Molti uomini si chiedono se i trattamenti durino meno rispetto alle donne. «In realtà, non ho notato differenze significative» precisa il dottor Samer. «Per esempio, la durata del filler a base di idrossiapatite di calcio arriva a 10-12 mesi, grazie all’azione rigenerativa della molecola, proprio come avviene per le donne».

Stesso discorso per la tossina botulinica, tra i primi approcci alla medicina estetica da parte maschile: «dura 4-5 mesi, a prescindere dal sesso, ma cambiano leggermente i muscoli facciali di inoculo del farmaco per motivi di anatomia».

Gli uomini nutrono qualche timore nella medicina estetica?


«Molti uomini condividono una paura comune: quella di sembrare finti o gonfi. Temono di trasformarsi in una maschera di gomma, come hanno visto succedere a tante donne, soprattutto in passato. Questa paura li ha frenati a lungo».

Come rassicuri i tuoi pazienti sulla naturalezza dei risultati?


«Il metodo più efficace è il dialogo e la trasparenza. Mostro loro i risultati reali ottenuti su altri pazienti maschili, e li rassicuro spiegando che il mio obiettivo è mantenere l’autenticità. Devono sapere che non diventeranno delle maschere, ma versioni migliori di sé stessi».

L’orientamento sessuale influisce sulle richieste estetiche?


È una domanda un po’ scomoda, ma che in un mondo di apertura culturale è lecito porsi. «Nella mia esperienza, l’orientamento sessuale non è un fattore determinante. Anzi, è molto frequente che gli uomini si rivolgano al medico estetico, dopo aver visto i miglioramenti sulle loro compagne, così decidono di provarci anche loro. Spesso è proprio il risultato naturale, lontano da ciò che in gergo si chiama overfilling, a spingerli a intraprendere lo stesso percorso delle donne».

Quali sono le motivazioni maschili?


Le ragioni che spingono gli uomini a rivolgersi alla medicina estetica non sono legate solo all’aspetto. «In molti casi conta anche il fattore professionale: ci sono professioni dove un’immagine curata conta moltissimo, e ciò incide sulla sicurezza in sé stessi e anche sul modo in cui ci si relaziona nel proprio ambiente lavorativo, a tutto vantaggio della qualità di vita».

Quanto contano i social?


«Tanto! Anche gli uomini guardano i “prima e dopo” sui profili Instagram e TikTok dei medici estetici, proprio come fa il gentil sesso. Ma ricordo che il numero dei follower o di contenuti non è una discriminante per scegliere il buon medico estetico. Conta il curriculum professionale e l’autorevolezza nel settore»

Oltre l’estetica: un risultato da raccontare?


«Mi è capitato di riscontrare che molti uomini, soprattutto dopo momenti difficili come una separazione, ritrovano la fiducia in sé stessi grazie alla medicina estetica. Migliorare il proprio aspetto significa migliorare il proprio benessere interiore. E questo, per me, è il risultato più bello» conclude il dottor Samer.

 
In collaborazione con Alessandra Montelli.

 

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Al Jalbout Samer

Autore

Dermatologia,Medicina estetica

Ravenna (RA)

Castel San Pietro Terme (BO)


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