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Biostimolazione, il trattamento che rallenta l’invecchiamento


Ultima modifica Mer 17/12/2025 | Redazione Tuame

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Se desideri rallentare l’invecchiamento cutaneo senza innaturali trasformazioni del viso, la risposta è la biostimolazione rigenerativa. Scopriamo di cosa si tratta, come funziona e a chi è consigliata insieme alla dottoressa Giulia Siano, medico estetico.

 

Che cos’è la biostimolazione rigenerativa


«Come dice la parola stessa, la biostimolazione è un trattamento di medicina estetica mutuato dalla medicina rigenerativa. Si occupa, cioè, di rigenerare la pelle sfruttandone i meccanismi di auto-riparazione. Pertanto, prima di migliorare l’aspetto estetico del viso, la biostimolazione rigenerativa mira a curare la pelle. Che cosa vuol dire? Che l’obiettivo della biorigenerazione non è nascondere i segni del tempo, ma ottenere una migliore tonicità e compattezza che poi si traduce in un aspetto più giovane e sano».

Come si effettua il trattamento di biostimolazione?


«Attraverso l’iniezione sottocutanea di speciali molecole come l’idrossiapatite di calcio, una sostanza presente naturalmente nel nostro organismo, che si induce i fibroblasti a produrre nuovo collagene, migliorando la qualità cutanea.

Per un trattamento il più possibile mini-invasivo, preferisco utilizzare la cannula, cioè un tubicino flessibile a punta smussata e arrotondata. Ciò permette anche di scollare le piccole fibrosi (tessuto in eccesso ndr), che si creano con l’età e di distribuire il prodotto, stimolando i fibroblasti alla neocollagenesi.

In particolare, nella biostimolazione rigenerativa l’idrossiapatite di calcio viene diluita con soluzione fisiologica e lidocaina (anestetico locale) per garantire massimo comfort. La seduta dura circa mezz’ora». 

A chi è consigliata la biostimolazione rigenerativa?


«Tante le indicazioni di utilizzo di un trattamento che rallenta l’invecchiamento:
  • donne e uomini con pelle poco tonica o che inizia a cedere;
  • chi presenta una lassità del terzo inferiore del volto, con guance cascanti rispetto ai volumi di un tempo;
  • chi desidera prevenire la perdita di tono, a partire dai 35 anni;
  • possono beneficiarne anche le pelli giovani se mostrano poca elasticità».

Qual è la differenza tra biostimolazione e filler?


Biostimolazione e filler sono due trattamenti di medicina estetica con obiettivi e meccanismi d’azione molto diversi.

La biostimolazione rigenerativa ha lo scopo di migliorare la qualità della pelle dall’interno, stimolando le cellule (in particolare i fibroblasti) a produrre nuovo collagene ed elastina. Si tratta di un trattamento che attiva un processo biologico naturale: la pelle diventa più tonica, compatta e luminosa perché si rigenera grazie alle sue stesse risorse. I prodotti usati, come l’idrossiapatite di calcio diluita, non “riempiono”, nel senso che non volumizzano, ma agiscono come stimolatori cellulari, migliorando progressivamente la struttura cutanea, senza però alterare i volumi del volto.

I filler tradizionali, invece, hanno un’azione principalmente volumizzante e riempitiva. Si pensi principalmente all’acido ialuronico che è indicato per correggere rughe profonde, ripristinare volumi persi (ad esempio zigomi svuotati o labbra sottili) o ridefinire i contorni del viso, con un’azione rimodellante. L’effetto dei filler è immediato e visibile come “riempimento” o come sostegno nelle zone trattate, ma nel tempo non stimolano un cambiamento strutturale della pelle, con la stessa “potenza” della biostimolazione rigenerativa.

Molto spesso, i due trattamenti vengono combinati all’interno di un percorso terapeutico completo: la biostimolazione per migliorare la qualità della pelle, i filler per ridefinire linee e volumi.

Quali zone del viso beneficiano maggiormente della biostimolazione?


Essendo un trattamento olistico, è un po’ tutto il viso a trarre beneficio della biostimolazione rigenerativa, ma se volessimo indicare una zona in particolare, questa è senz’altro il terzo medio e inferiore del volto. In quest’area si osserva un miglioramento di compattezza ed elasticità cutanea e una migliore qualità della pelle.

I risultati si vedono subito?

Subito dopo la seduta, la pelle appare più luminosa, ma per i risultati pieni bisogna aspettare 4-6 settimane, poiché le cellule devono avere tutto il tempo di produrre nuovo collagene, quando si otterrà un evidente effetto di sostegno dei tessuti. 

E quanto durano?

Dai 4 ai 6 mesi e oltre, ma molto dipende dalle condizioni di partenza. In genere, è bene ripetere una seconda seduta di biostimolazione rigenerativa a distanza di 4 mesi per potenziare gli effetti della prima seduta. I risultati sono infatti cumulativi, oltre che progressivi.

La biostimolazione rigenerativa si può abbinare ad altri trattamenti?


Certo, viene spesso combinata con:
  • filler volumetrici, se si desidera un effetto più evidente sui volumi;
  • peeling chimici, per trattare la superficie cutanea, donare luminosità e attenuare le discromie;
  • tossina botulinica, per ridurre le rughe dinamiche della fronte e attorno agli occhi;
  • laser o ultrasuoni microfocalizzati, per un effetto sinergico di stimolazione del collagene e lifting.
Perché scegliere la biostimolazione rigenerativa come primo trattamento antiage?

Perché è il trattamento ideale per chi teme di uscire stravolto dall’ambulatorio di un medico estetico. La biostimolazione rigenerativa non trasforma volto, ma ne mantiene intatte le caratteristiche peculiari con il valore aggiunto di rigenerare la pelle e quindi conservarla al meglio e in salute. Spesso, l’aspetto sano fa rima con bellezza.

 
In collaborazione con Alessandra Montelli.

 


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