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Bioristrutturazione rigenerativa con idrossiapatite di calcio

Bioristrutturazione rigenerativa con idrossiapatite di calcio


Mar 20/02/2024 | Dott. Noemi Vicchio

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Il filler a base di idrossiapatite di calcio è un trattamento di bioristrutturazione rigenerativa utilizzato in medicina estetica per ringiovanire e ridefinire il volto.

L’idrossiapatite di calcio è attualmente una delle molecole più innovative in medicina estetica nell’ambito dei trattamenti di bioristrutturazione rigenerativa della pelle. I risultati sono molto promettenti: un ringiovanimento naturale ed armonioso del volto a 360 gradi.

Il processo di invecchiamento cutaneo, infatti, non si traduce soltanto nella comparsa delle rughe. Il volto va incontro ad una serie di cambiamenti, che derivano dal rallentamento di alcuni processi biologici, in particolare quelli che coinvolgono molecole come collagene ed elastina, due proteine fibrose fondamentali nella costruzione della struttura della pelle.

Il nostro tessuto cutaneo si compone di tre strati principali.


L’epidermide è quello più esterno: fa da barriera con l’ambiente, protegge gli strati sottostanti e regola gli scambi tra l’interno e l’esterno attraverso il processo di traspirazione, mediante il quale contribuisce anche al mantenimento della temperatura corporea.

Sotto l’epidermide c’è il derma, il suo strato connettivo. Il derma ha funzioni di sostegno per l’epidermide, ma anche di nutrimento, perché è al suo interno che passano i vasi sanguigni che portano ossigeno e nutrienti. Il sostegno è garantito da una rete che funge da vero e proprio scheletro di sostegno per l’epidermide, formata per l’appunto da collagene ed elastina, proteine fibrose prodotte proprio all’interno del derma da cellule specializzate chiamate fibroblasti. Collagene ed elastina sono elementi fondamentali per il mantenimento dell’elasticità e della compattezza della pelle.

La struttura della pelle si completa poi con lo strato più interno, l’ipoderma o più semplicemente tessuto sottocutaneo, formato da tessuto adiposo (quello che conosciamo come pannicolo adiposo sottocutaneo) e da tessuto muscolare, che nel volto va a costituire quelli che sono i muscoli mimici, che contraiamo e distendiamo più volte al giorno nelle varie espressioni.

Come si formano le rughe d'espressione


La contrazione dei muscoli mimici del volto dà origine a uno dei primi segni dell’invecchiamento cutaneo: le rughe di espressione. Queste rughe sono proprio quelle che si formano quando mimiamo le diverse espressioni e potremmo tranquillamente affermare che sono quelle che più caratterizzano anche il volto di una persona, fino a diventarne quasi uno specchio del carattere. Una persona tendenzialmente pensierosa nel tempo avrà di certo accentuate le rughe frontali, mentre una persona che prende la vita con il sorriso e l’ironia mostrerà più delle rughe agli angoli degli occhi e delle labbra.

Ma perché le rughe di espressione, nel tempo, tendono a fissarsi sul volto e rimanere lì anche quando i muscoli mimici si rilassano? E perché oltre a quello la pelle tende a cedere verso il basso, smussando i lineamenti e facendo perdere la definizione dell’ovale del volto?

La principale causa di tutto questo sta nella progressiva riduzione di collagene ed elastina, perché nel tempo il nostro organismo tende a produrne sempre meno.

Da qui prendono vita i trattamenti di bioristrutturazione rigenerativa, tra i quali il filler a base di idrossiapatite di calcio.


I trattamenti di bioristrutturazione, come dice la parola stessa, agiscono stimolando il processo biologico di produzione di collagene, in modo tale da ripristinarne quelle riserve che altrimenti andrebbero in deficit con l’età. Stimolando la produzione di collagene l’idrossiapatite di calcio ha un effetto ringiovanente sul viso, con risultati molto naturali, in modo tale che il volto sia sempre in armonia con la persona nel suo complesso.

Le cause dell’invecchiamento cutaneo: il processo di cronoaging e la riduzione di collagene


Le cause biologiche dell’invecchiamento sono da ricercarsi nel cambiamento di una serie di processi metabolici: tra questi, è quello che coinvolge la produzione di collagene ad avere un impatto maggiore sulla struttura e sulla comparsa dei segni dell’invecchiamento sulla pelle.

Il collagene è una proteina fibrosa prodotta dai fibroblasti del derma, lo strato intermedio della pelle. Come già descritto il collagene forma nel derma una rete di sostegno per l’epidermide andandosi a legare ad un’altra proteina fibrosa, l’elastina. Questa struttura di sostegno è indispensabile per mantenere l’elasticità e la compattezza della cute, caratteristiche che le permettono di mantenere un aspetto giovane, contrastando la formazione delle rughe.

Una pelle elastica ha infatti un maggiore capacità di contrarsi quando mimiamo le diverse espressioni, ma anche di distendersi dopo che i muscoli mimici si sono rilassati. Quando la pelle perde elasticità invece, è più facile che si formino le rughe di espressione. Allo stesso tempo, la perdita di compattezza del tessuto ne favorisce il cedimento verso il basso, a formare quelle che definiamo lassità cutanee, che a loro volta danno poi origine a delle rughe più marcate, le cosiddette rughe gravitazionali

I fibroblasti iniziano a rallentare la produzione di collagene quando abbiamo più o meno 25 anni: i segni poi ovviamente compariranno più tardi, perché all’inizio abbiamo ancora abbastanza collagene di riserva per far fronte al deficit di produzione. Quando però le molecole neo prodotte non sono abbastanza per rimpiazzare quelle vecchie, le quali invece perdono efficienza e vengono degradate, iniziano a fare la loro comparsa i segni dell’invecchiamento.

I segni dell’invecchiamento del volto: dal triangolo rovesciato al triangolo dritto


I primi segni dell’invecchiamento si identificano nelle rughe di espressione, le quali compaiono già intorno ai 30-35 anni. Allo stesso tempo la pelle può subire anche altri cambiamenti, quali ad esempio una perdita di idratazione oppure una diminuzione dell’omogeneità della texture, che appare più segnata da pori dilatati o altre impurità.

Questo perché non è solo il processo di invecchiamento biologico a cambiare l’aspetto della pelle, ma anche fattori ambientali quali possono essere l’esposizione al sole, che determina il fenomeno del fotoaging e l’accumulo dei radicali liberi, oppure le basse temperature, che possono danneggiare il film idrolipidico superficiale, una pellicola impermeabile esterna che protegge la pelle.

Negli anni quindi la pelle appare inizialmente più secca, meno omogenea, e con sottili rughe di espressione. Intorno ai 40 anni però, iniziano a comparire anche le prime lassità. Dapprima cedono verso il basso gli zigomi, i quali portano con sé le guance fino ad arrivare al mento. Questo porta ad una perdita della definizione dell’ovale del volto, cosa che diventa particolarmente evidente a livello del terzo inferiore (la zona che va dal naso al mento). In particolare, a perdere di definizione è la linea mandibolare, che porta il viso ad assumere un aspetto a triangolo, quando invece prima era un triangolo rovesciato.

Il “triangolo della bellezza” è un triangolo rovesciato, caratteristico di un volto giovane: fronte ampia, zigomi alti e mandibola ben definita. Con l’invecchiamento si perde il triangolo della bellezza, perché gli zigomi perdono tonicità, le guance scendono e si perde la linea dell’ovale.

Per contrastare il cedimento cutaneo sono importanti l’alimentazione (non dimentichiamo mai la vitamina C, che stimola la produzione di collagene!), la skin care quotidiana con prodotti adatti al proprio tipo di pelle, ed i trattamenti di bioristrutturazione rigenerativa.

Filler a base di idrossiapatite di calcio per il ringiovanimento del volto


I trattamenti di bioristrutturazione rigenerativa agiscono stimolando la produzione di collagene, e quindi restituendo al volto il più possibile quelle che sono le caratteristiche del “triangolo della bellezza”. Ripristinando le riserve di collagene si riesce a risollevare il tessuto e di conseguenza ridefinire l’ovale del volto.

La medicina estetica ha messo a punto un trattamento a base di idrossiapatite di calcio, una molecola che, quando iniettata sottocute, stimola i fibroblasti a produrre nuovo collagene. Parliamo di un filler, per cui di un trattamento non doloroso e solo minimamente invasivo, eseguibile in una seduta ambulatoriale e che non richiede tempi di convalescenza e di recupero.

Il prodotto utilizzato è idrossiapatite di calcio sotto forma di microsfere, immerse in un gel carrier di carbossimetilcellulosa. Il gel, oltre a veicolare correttamente il principio attivo, ha un effetto idratante e riempitivo, per cui già dopo la seduta si vedono i primi miglioramenti. Il risultato poi raggiunge il suo “optimum” nelle settimane successive, man a mano che il corpo produce nuovo collagene, per poi durare nel tempo. Generalmente i risultati durano infatti fino ad un anno, al termine del quale si può ripetere il trattamento. 

 

 

 

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Vicchio Noemi

Autore

Medicina estetica

Telese Terme (Benevento)


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