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Rapporto medico-paziente: vince l’autenticità

Rapporto medico-paziente: vince l’autenticità


Gio 21/12/2023 | Dott. Massimo Vitale

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Il rapporto medico-paziente è un aspetto fondamentale per la riuscita del trattamento di medicina estetica, che si tratti di un filler o di un laser. Anche se di primo acchito può sembrare difficile, è bene aprirsi totalmente col proprio medico estetico per rivelargli qualsiasi dubbio o aspettativa. Non bisogna avere timore di confessare eventuali timori o di porre le domande apparentemente banali, ma in medicina nessuna domanda lo è.

Per tutti questi motivi, nel rapporto tra medico e paziente vince l’autenticità. Da un lato il medico ha il dovere di esporre con chiarezza le cose da sapere sul trattamento che eseguirà (tipologia, durata, possibili complicanze, risultati ecc.). Dall’altro lato il paziente ha il diritto di sentirsi a suo agio, e questo è tanto più plausibile quando è di fronte a un vero professionista.

Del rapporto medico-paziente e di altri annessi parliamo con il dottor Massimo Vitale, medico estetico a Bologna.

Cosa chiedono i pazienti oggi?


Nella mia esperienza ho individuato tre tipologie di pazienti con richieste specifiche, che elencherei in modo sintetico: 

  1. correzione di un difetto;

  2. miglioramento della qualità della pelle (in gergo si dice skin quality);

  3. consulenza estetica a 360°.


E quali sono di preciso le richieste dei pazienti in medicina estetica?



  1. Alla prima categoria (correzione di un difetto) appartengono persone di varie età che presentano già dei segni marcati di invecchiamento, come: danni solari, rughe, macchie e cedimenti cutanei. Fanno parte di questa categoria anche pazienti giovani che hanno cicatrici o un qualunque inestetismo che desiderano cancellare. In tutti questi casi, la richiesta principale riguarda il correggere un segno visibile.

  2. I pazienti accomunati dalla ricerca della skin quality sono tutti coloro che non hanno particolari segni di invecchiamento, ma desiderano regalarsi un trattamento per migliorare l'aspetto della pelle. Oltre a ciò, possono desiderare di modificare piccole parti del volto, come ad esempio il profilo del naso o la definizione delle labbra.

  3. E poi ci sono i pazienti che chiedono una consulenza a 360°. Sono, in genere, i giovani dai 25 sino ai 40 anni che mostrano una pelle in salute, ma, nonostante ciò, desiderano avvicinarsi alla medicina estetica, poiché ne sono incuriositi. Ma a volte possono anche esserne spaventati in quanto suscettibili a risultati artificiosi che si vedono sui social. Secondo lo schema precedente sulle tipologie di pazienti, si tratta di persone che chiedono vari suggerimenti di carattere estetico, fidandosi della sensibilità del medico. Spesso desiderano solo vedersi meglio allo specchio.


Cosa suggerire a pazienti che chiedono una consulenza in medicina estetica?


In questo caso, si possono suggerire trattamenti di medicina estetica di vario genere che puntano a stimolare e a rigenerare il collagene. Si tratta di protocolli che prevedono sia filler che energy device con l’obiettivo di mantenere la pelle in salute. In molti casi, l’insieme di queste terapie ripristinano le condizioni fisiologiche di un’età più giovane. Con il tempo, infatti, il collagene tende a perdere le sue riserve, determinando cedimenti dei tessuti che a sua volta comporta la tendenza della pelle ad “aggrinzirsi”. Ecco che questo genere di trattamenti (un esempio è il filler a base di idrossiapatite di calcio) rende la pelle più tonica e bella, senza stravolgere i lineamenti del viso. Anche per questo, sono adatti a chi teme di uscire trasformato dallo studio di un medico estetico.

Esiste ancora il pregiudizio del viso “trasformato” dalla medicina estetica?


Sì, perché ormai nella cultura odierna si è sedimentata una sorta di memoria storica del paziente trasformato, anche se in realtà sta sempre più scomparendo. Per fortuna. Però spesso il paziente ha in mente quei vecchi risultati fatti di visi gonfi o poco espressivi dei primi anni 2000.

Come si può combattere questo pregiudizio?


Un grande ruolo credo lo abbiano i social. Mostrare i post Instagram sui prima & dopo con risultati davvero naturali può aiutare a scardinare diversi preconcetti. E cominciare così a far comprendere che la medicina estetica di qualità oggi è soprattutto rispetto dei lineamenti del paziente. Non dimentichiamo che il medico estetico ha una grande responsabilità di non trasformare il viso, ma di poter permettere a chiunque di uscire dallo studio senza traumi…di identità!

Come deve essere la comunicazione di un medico sui social?


Non c’è uno standard preciso, è importante essere autentici, perché questo gli utenti lo sentono. Io ho scelto di mescolare aspetti della mia vita privata con quella professionale. Può succedere che dopo un trattamento in ambulatorio mi si veda allenarmi in palestra, ma il fitness rientra comunque nel concetto di promozione del benessere, al pari della cancellazione di una ruga, che in ultima analisi è un’azione che fa star bene anche dal punto di vista psicologico.

Essere un medico giovane può costituire un limite nella professione medica?


Effettivamente in alcuni casi, potrebbe essere uno svantaggio, ma poi prevale la spiegazione chiara e precisa dei trattamenti, il che conquista i pazienti. E così un aspetto giovane “da ragazzo per bene” passa in secondo piano. È molto importante trasmettere fiducia e affidabilità. Mi è capitato di constatare che spesso il medico giovane evoca l’idea di passione e aggiornamento continuo. Due aspetti che nella medicina estetica possono fare davvero la differenza.

 
In collaborazione con Alessandra Montelli.

 

 

 

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