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La scultura di un viso

La scultura di un viso


Mer 20/12/2023 | Dott. Federico Greco

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La medicina estetica si avvicina alla scultura, l’unica arte che può insegnare a rispettare i lineamenti del paziente. Questo è il modus operandi del dottor Federico Greco, chirurgo plastico e medico estetico.

Oltre 30 anni di esperienza nella chirurgia plastica ed estetica e tanto da raccontare su com’è cambiata la “medicina della bellezza” dagli anni ’90 ad oggi. 

«I tempi in cui il silicone si iniettava anche sul viso (oggi vietato ndr) sembrano lontanissimi. Poi c’è stato l’avvento del collagene sotto forma di fiale, ma gli effetti erano talmente brevi che non consentivano risultati soddisfacenti. Si poteva giusto definire il contorno labbra e poco più. La vera svolta è avvenuta nei primi anni del 2000 con i filler a base di acido ialuronico che hanno permesso ai chirurghi e ai medici estetici di perfezionare le tecniche per abbellire un volto. 

Quanto incidono i materiali in un trattamento di medicina estetica?


Moltissimo! La differenza di qualità tra un prodotto e l’altro si sente, e soprattutto si vede. Si pensi ai filler: l’acido ialuronico è forse la sostanza che negli ultimi 10-15 anni si è evoluta più di ogni altra. È via via cambiata la lavorazione del prodotto, diventando ora più denso ora più fluido, fino a diversificarsi in tante diverse tipologie, ognuna adatta a uno scopo ben preciso. Ciò ha contribuito non poco all’evoluzione della stessa medicina estetica sia nell’esecuzione che nei risultati.

Come si è evoluta la medicina estetica?


Se fino a qualche anno fa la professione del medico estetico si limitava, in un certo senso, a riempire le rughe per mezzo dei filler, oggi il cosiddetto riempimento è il punto di arrivo di un trattamento ben strutturato. Con l’acido ialuronico con il giusto cross-linking, per esempio, permette di sollevare i tessuti, poiché funge da sostegno, un effetto impensabile fino a non molto tempo fa.

Così si è arrivati a comprendere che i filler, se posizionati in determinati punti del viso, provocano un effetto lifting che, di riflesso, fa ridurre le rughe naso-geniene, senza riempirle. Con queste tecniche il viso non sembrerà “un palloncino”, ovvero il timore numero 1 di chi si avvicina alla medicina estetica per la prima volta. 

E poi ci sono varie tecniche per iniettare i filler al livello di guance, labbra, naso, mento con lo scopo di rendere più armonico il viso.

Ci sono altre sostanze interessanti per il rimodellamento estetico?


Certo! C’è il filler a base di idrossiapatite di calcio, una sostanza naturale presente nel nostro organismo, in particolare nelle ossa. Serve sia a rimodellare i volumi del viso che a stimolare la produzione di nuovo collagene, la vera risorsa di una pelle giovane ed elastica. Una volta iniettata nel derma, l’idrossiapatite di calcio fornisce un forte input ai fibroblasti, le cellule preposte alla sintesi di collagene, rivelandosi così un importante alleato della medicina rigenerativa, la branca che punta alla rigenerazione delle risorse interne all’organismo per mantenersi longevo nel tempo. Da questo punto di vista anche la medicina estetica si inserisce nel quadro più ampio della longevità, su cui ultimamente la scienza medica sta concentrando le sue ricerche.

Ma la professionalità si basa anche su una formazione continua…


I corsi di aggiornamento sono essenziali perché, oltre a insegnare le tecniche più nuove, forniscono spunti interessanti per innovare il tuo modo di lavorare. Sembra un paradosso, ma è proprio attraverso la formazione che ho compreso che la maschera aurea della bellezza, quella con cui si ricerca il volto perfetto, ha dei limiti. Il motivo? Porta a una standardizzazione del volto, quando invece siamo tutti diversi, e il bravo medico estetico deve rispettare l’unicità dei lineamenti di ognuno, pur rendendolo più bello o più giovane, a seconda delle esigenze.

Come si fa a non alterare i lineamenti del paziente?


Il segreto di un risultato naturale è iniettare poco prodotto per volta, in modo da osservare come reagiscono i tessuti. Ma il vero assist me lo ha fornito la scultura! A un certo punto mi son reso conto che gli insegnamenti standardizzati sull’abbellimento del volto non mi bastavano più (il trend della beautification ndr). E così ho pensato che solo uno scultore, abituato a modellare e rimodellare all’infinito un volto di cera, poteva aiutarmi a comprendere meglio come abbellire un volto.

Grazie ai corsi di scultura ho tastato con mano che ogni viso ha delle proporzioni personalissime che non vanno alterate. Tradotto nella medicina estetica: a volte, se si vuole aumentare il volume delle labbra bisogna necessariamente ritoccare anche il profilo del mento o del naso o degli zigomi, altrimenti con un intervento isolato si rischia di imbruttire un volto anziché abbellirlo.

Il medico estetico è un creativo, quindi?


In realtà, è più un “artigiano” che vorrebbe essere più creativo, sempre con il dovuto ausilio delle conoscenze scientifiche, naturalmente. Creatività è anche imparare a cesellare un volto con la maestria di uno scultore, cioè aggiungere “materia” senza che gli altri se ne accorgono.

Le persone hanno paura di essere stravolte dalla medicina estetica?


Sì, c’è ancora la paura di uscire trasformati dallo studio di un medico estetico. Per questo è importante spiegare al paziente che il rispetto delle proporzioni del viso è una modalità concreta di intervenire con filler e simili. Così la soddisfazione più grande è ricevere i messaggi degli stessi pazienti che, a distanza di pochi giorni, si vedono con una luce diversa. Ma non così diversa da sembrare irriconoscibili!

 
In collaborazione con Alessandra Montelli.

 

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Greco Federico

Autore

Chirurgia plastica,Medicina estetica

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