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Filler e ultrasuoni microfocalizzati  contro l’invecchiamento

Filler e ultrasuoni microfocalizzati contro l’invecchiamento


Gio 01/09/2022 | Dott. Aldo Majani

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Ultrasuoni microfocalizzati : Il viso tende a scendere? Per “tirarlo su” funziona la sinergia tra trattamenti ristrutturanti che affrontano direttamente la causa principale della lassità, cioè la perdita di collagene. Ne parliamo con il Dottor Aldo Majani, medico estetico e chirurgo plastico

Il ringiovanimento è un po’ come il dimagrimento: spesso i risultati migliori sono quelli che si ottengono con il tempo. Non si tratta certo di un assioma matematico, ma in molti casi risulta senz’altro valido. Per esempio? In caso di lassità medie ed evidenti, ovvero i segnali che ci “fanno sembrare vecchi”, almeno ai nostri occhi. 

Quando il viso presenta dei cedimenti cutanei, soprattutto nella parte inferiore, una strategia vincente per contrastarli è rappresentata da trattamenti che, oltre che nell’immediato, agiscono nel tempo. In medicina estetica, esistono, infatti, filler a base di sostanze che curano la pelle interessata da lassità, anziché migliorarla solo dal punto di vista estetico.

Cosa si intende per filler curativi?


Per comprendere il concetto di filler curativi, è bene sapere il motivo per cui la pelle inizia a cedere. A partire dai 35-40 anni i fibroblasti cominciano a produrre meno collagene, la proteina che dà sostegno alla cute. Il risultato è una pelle meno elastica che tende a cadere verso il basso, quasi alterando i lineamenti e l’originaria definizione del volto. In caso di lassità già evidenti, non è raro vedersi con un viso più slargato oltre che svuotato: i tessuti ceduti tendono sia ad allargare che ad “appiattire” il volto.

Da ciò si comprende bene che incrementare la produzione di collagene è una soluzione vincente per contrastare i cedimenti cutanei. In medicina estetica è possibile perseguire tale obiettivo attraverso dei filler a base di sostanze capaci di stimolare la neo-collagenesi. Una di queste è l’idrossiapatite di calcio, una sostanza già presente nei tessuti umani, soprattutto a livello delle cartilagini e delle ossa, quindi naturale e riassorbibile. 

Oltre a curare, questi filler migliorano l’aspetto estetico?


Certo! Il filler a base di idrossiapatite di calcio dà subito – cioè appena iniettato – l’effetto di una sorta di “appiattimento” dei cedimenti. Con il tempo, questo risultato migliora, poiché a partire da 2-3 mesi, l’idrossiapatite comincia ad assorbirsi e tale processo ha la conseguenza di dare ai fibroblasti un importante impulso a produrre più collagene. Quindi, il viso appare come liftato.

Quanto durano?


I tempi di durata variano in base alle condizioni del paziente, ma in genere arrivano ai 12 mesi, se non di più. Molto dipende dal livello di cedimento cutaneo.

Cosa fare in caso di lassità più evidenti?


Per un’azione più strong contro i cedimenti del viso, l’ideale è associare i filler a base di idrossiapatite di calcio agli ultrasuoni micro-focalizzati. Questi ultimi vengono erogati da un macchinario approvato dalla FDA per il lifting medico del viso e del collo. Il fascio di ultrasuoni colpisce differenti profondità dei tessuti, ed è guidato dall’ecografia integrata nel device stesso. Ciò permette al medico di osservare le zone dove sta intervenendo, e garantisce al paziente una maggiore sicurezza. In questo modo, si può agire direttamente nel sottocute, nel derma profondo e persino sulle fasce muscolari del volto. 

A cosa servono gli ultrasuoni microfocalizzati?


Il trattamento con ultrasuoni microfocalizzati ecoguidati agisce a livello dei fibroblasti, nel derma, stimolando un’importante neo-collagenogenesi senza rischi di effetti collaterali e/o indesiderati. Questo device può essere definito a tutti gli effetti un metodo di lifting non chirurgico, in grado di ristrutturare in maniera duratura le strutture portanti delle aree trattate (cioè quelle stesse che sono cedute a causa dell’invecchiamento). La focalizzazione dell’ultrasuono genera punti di elevata energia che causano un’immediata contrazione delle fibre di collagene ormai degenerate, ottenendo un primo effetto di tonificazione dei tessuti. A distanza di 3-4 mesi dal trattamento, queste strutture si ricompatteranno, ottenendo l’effetto lifting, ma in modo naturale e duraturo.

Come funziona l’associazione degli ultrasuoni microfocalizzati con i filler?


Non essendo un trattamento riempitivo, il device con ultrasuoni microfocalizzati può essere associato a filler ristrutturanti, come quelli a base di idrossiapatite di calcio, allo scopo di ottenere un rimodellamento del viso ancora più definito. I filler si possono iniettare durante la stessa seduta, dopo aver eseguito il trattamento con ultrasuoni microfocalizzati.

Quali risultati aspettarsi con gli ultrasuoni microfocalizzati?


Un miglioramento della lassità cutanea con progressivo rassodamento dei tessuti e conseguente diminuzione delle rugosità del viso, del collo e del décolleté. A livello delle altre aree corporee c’è da aspettarsi un progressivo rassodamento con effetto lifting. I risultati post-trattamento hanno una durata variabile nel tempo ma mai inferiore ai due anni.

 
In collaborazione con Alessandra Montelli.

 

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