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Perché una crema a volte non basta

Perché una crema a volte non basta


Gio 04/06/2015 | Dott. Michela Zazzaron

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Al primo colloquio che offro alle pazienti che si approcciano per la prima volta al mondo della Medicina Estetica, non di rado mi trovo a dover rispondere ad una obiezione: “dottoressa guardi che rughe, eppure ho sempre usato creme costose, di profumeria…”

Tento allora di spiegare perché è utile e lungimirante avvalersi della Medicina Estetica per un efficace e sicuro contrasto all’invecchiamento.

La nostra pelle è essenzialmente una barriera: attraverso diversi meccanismi protegge il nostro corpo da insulti che potrebbero danneggiarlo e ha la funzione di mantenere costante la temperatura corporea. Lo strato corneo, ovvero lo strato più superficiale della pelle, funge da barriera fisica, mentre il pH debolmente acido della pelle è importante per difenderci dai germi e tenerne sotto controllo la proliferazione.

E’ di tutta evidenza come, qualsiasi cosa noi apponiamo sulla superficie cutanea, sarà assorbita soltanto in piccola parte; questo è un meccanismo prezioso di protezione ad esempio nel contatto con sostanze potenzialmente lesive quali i detersivi, ma rappresenta un limite se contiamo su creme o sieri per veicolare principi attivi utili per il contrasto all’invecchiamento.

In realtà la cute modula il passaggio delle sostanze a seconda della loro affinità con il film idrolipidico. Dobbiamo immaginare questo film come un rivestimento costituito in misura variabile da grassi e acqua e la crema “giusta” dovrebbe inserirsi in questo equilibrio con la giusta affinità. Ma per quanto il cosmetico sia ben formulato dobbiamo aspettarci che penetri la barriera cutanea fino ad un certo punto.

Dunque vale la pena usare creme costosissime e aspettarsi miracoli? Personalmente ritengo di no.

Per far passare efficacemente i principi attivi antiaging a antiossidanti attualmente ritengo molto più utile e meno dispendioso affidarci con sicurezza  alle varie tecniche dibiostimolazione cutanea disponibili, tra le quali le iniezioni delle cosiddette “vitamine” rappresenta un’arma potente.

Guardando più da vicino le formulazioni biostimolanti iniettive troviamo in realtà ben poche “vitamine”. I prodotti più sofisticati e performanti infatti sono a base di acido jaluronico, glicerolo, complessi antiradicali liberi e polinucleotidi.

Tramite microiniezioni eseguite in più sedute, la cute riceve tutti questi principi attivi, i quali si integrano direttamente nel derma determinando un aumento dell’idratazione, del turgore cutaneo, dell’elasticità a livello profondo, mentre a livello superficiale si accentua luminosità, levigatezza e si riducono le rughe.

Si tratta insomma di una vera e propria “cura dall’interno” della pelle, che vale la pena di considerare anche prima che si instaurino importanti segni di aging cutaneo.

Riprendendo il concetto di film idrolipidico della cute,  se con la biostimolazione riusciamo ad implementare l’idratazione, il tono e l’elasticità cutanea, per ristabilire l’equilibrio della produzione sebacea possiamo agire con dei peeling specifici. La medicina estetica attualmente ci mette a disposizione peeling chimici di nuova concezione che garantiscono un reale miglioramento della grana cutanea con riduzione del diametro dei pori a fronti di un minimo downtime.

Per raggiungere e mantenere una cute sana dunque dobbiamo puntare ad un equilibrio corretto tra produzione di sebo (appunto il “grasso” della pelle) e idratazione (“l’acqua”) e la medicina estetica ci offre soluzioni semplici e poco dispendiose per garantirci tale risultato.




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