Accesso
Dottori
La nuova bellezza parte dalla pelle “ristrutturata”: come funziona la biorigenerazione cutanea

La nuova bellezza parte dalla pelle “ristrutturata”: come funziona la biorigenerazione cutanea


Lun 14/07/2025 | Dott. Andrea Maria Scarpa

Condividi su Facebook Condividi su Twitter

Attivare la pelle a rigenerarsi è un principio cardine della medicina estetica del futuro. In quest’ottica la biorigenerazione nota anche come biostimolazione rigenerativa è un trattamento lungimirante, poiché punta alla salute cutanea, oltre che all’aspetto visibile. Ne parliamo con il dottore Andrea Maria Scarpa, medico estetico esperto di medicina rigenerativa.

Oggi la medicina estetica si ispira molto alla medicina rigenerativa: cosa vuol dire?


«Vuol dire che la medicina estetica utilizza metodiche che sfruttano i meccanismi di autoriparazione della pelle per mantenersi sana e diventare più forte. Un esempio è dato dai filler eterologhi o autologhi (cioè con sostanze derivanti dal paziente stesso ndr) che spingono a una maggiore attività le cellule preposte alla produzione di collagene, ovvero la proteina responsabile della compattezza cutanea. Questo processo di neocollagenesi è già una rigenerazione: da qui il collegamento con la medicina rigenerativa.

I trattamenti rigenerativi sono molto richiesti?


«Sì, le persone chiedono spesso i trattamenti di biorigenerazione, anche se non sanno che si chiamano così! Da cosa lo capiamo? Dalle richieste crescenti di risultati naturali che non alterino la fisionomia originaria. O dai desideri di rallentare l’invecchiamento cutaneo senza effetti trasformativi. Ecco, la medicina estetica rigenerativa si occupa proprio di questo: non cambia i connotati né corregge in senso stretto, ma stimola la pelle a rigenerarsi da sé, migliorandone tonicità e compattezza».

Come può un trattamento biorigenerante aiutare a migliorare la qualità della pelle?


«Attraverso la biorigenerazione estetica si fornisce un potente input biologico al tessuto cutaneo, attivando i suoi meccanismi interni di rigenerazione, in particolare i fibroblasti, le cellule che si occupano di produrre nuovo collagene. Tra le sostanze maggiormente utilizzate a tal scopo c’è l’idrossiapatite di calcio, una sostanza naturale che funziona come un booster di collagene. Viene iniettato in più punti del viso con un risultato non solo estetico, ma strutturale della pelle.

A distanza di mesi dal trattamento di biostimolazione rigenerativa si osserva un incremento apprezzabile del collagene di tipo II, cioè quello più rilevante dal punto di vista dell’elasticità cutanea».

Per quali aree del viso è indicata la biostimolazione rigenerativa?


«Con questo tipo di trattamento si interviene su tutto il viso».

Il trattamento di biostimolazione rigenerativa si personalizza in base all’età?


«Sì, la personalizzazione del trattamento riguarda per lo più la diluizione dell’idrossiapatite di calcio: più è diluita più è indicata per le fasce di età attorno ai 40 anni. Inoltre, sotto i 50 anni la medicina rigenerativa estetica viene proposta a scopo preventivo o di mantenimento della tonicità della cute.

Nei pazienti dai 50 ai 60 anni e oltre, la biorigenerazione può essere integrata in protocolli più articolati, composti per esempio da laser, filler correttivi o ultrasuoni focalizzati a scopo anti-cedimento. Ricordo che i trattamenti rigenerativi non sono pensati per riempire i volumi persi ma per ripristinare una qualità della pelle giovane, in modo elegante e naturale».

I risultati sono visibili subito? 


«Sì, l’effetto immediato c’è attraverso un miglioramento generale della texture cutanea e una sensazione di pelle più “rimpolpata”. Ma il vero valore del trattamento sta nella sua azione nel tempo. Con la biorigenerazione si stimola il tessuto a lavorare per mesi, migliorando in modo progressivo.

Quanto durano?


«Il miglioramento della qualità cutanea prosegue per oltre 12 mesi, poiché la biostimolazione rigenerativa crea una vera e propria memoria biologica. Inoltre, può essere potenziato da altri trattamenti rigenerativi come quelli forniti dai device tecnologici (laser, ultrasuoni microfocalizzati ecc.). 

Certo, molto dipende dall’età biologica del paziente e dal suo stile di vita. Si consiglia di non fumare, proteggersi dal sole e non eccedere con i superalcolici. Una menzione speciale vorrei farla sull’alimentazione: mangiare troppo poco o in modo non bilanciato incide sulla durata del trattamento. Non ci si può aspettare dalla biorigenerazione risultati miracolosi se per esempio si rinuncia alle proteine o ai grassi buoni».  

Ma la biostimolazione rigenerativa è indicata per tutti?


«Tendenzialmente sì, ma nei casi di danni troppo avanzati (per esempio photoaging importanti) è bene prima intervenire con altre metodiche più “strong”, per poi effettuare una biostimolazione rigenerativa come mantenimento."

E poi c’è un altro aspetto importante: serve che il paziente abbia le risorse per rispondere allo stimolo rigenerativo dato fornito dai trattamenti. Se mangia male, fuma, o è malnutrito (non in termini di quantità ma di qualità), il trattamento perde efficacia. Serve un organismo in grado di rigenerarsi».

Una bellezza naturale che parte dalla biologia


La medicina rigenerativa non è solo una tendenza. È una nuova filosofia che unisce estetica e salute: stimola ciò che il nostro corpo sa già fare, senza stravolgerlo, ma accompagnandolo nel tempo. «Ricorrere a un trattamento di biorigenerazione è come fare manutenzione a una casa: se te ne prendi cura in modo costante, eviti di dover ristrutturarla ex novo a distanza di tempo. Ed è un investimento che, sul lungo termine, costa anche meno» conclude il dottor Scarpa.

 
In collaborazione con Alessandra Montelli.

 

Vuoi avere maggiori informazioni?
CONTATTA IL MEDICO


Articoli correlati

Iscriviti alla newsletter TuaMe
Scarica la nuova app TuaMe

Accesso contenuti completi

x