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Tubercolo di Darwin

Tubercolo di Darwin


Mer 24/05/2023 | Dott. Tania Basile

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Il tubercolo di Darwin è una piccola escrescenza sulla parte superiore dell'elice dell'orecchio umano e la sua formazione è influenzata da fattori genetici, ambientali e potrebbe essere casuale. Non richiede trattamento medico, ma per ragioni estetiche può essere considerata la rimozione chirurgica o laser. In alcuni casi, se è motivo di disagio, le iniezioni di filler possono essere utilizzate per mascherarlo temporaneamente.

Che cos’è il tubercolo di Darwin?


Il tubercolo di Darwin, chiamato anche  auricolare o  di Helix, è una piccola escrescenza che si trova lungo il margine superiore dell'elice dell'orecchio umano. Prende il nome dal famoso naturalista Charles Darwin, che lo ha descritto per la prima volta nella sua opera "L'espressione delle emozioni negli uomini e negli animali".

Esso è presente in una percentuale variabile di persone e può differire in dimensioni e forma da individuo a individuo. Di solito appare come una piccola protuberanza di pelle sulla parte esterna dell'orecchio, proprio dove l'elice si curva verso il cranio. Può essere sia unilaterale (presente solo su un orecchio) che bilaterale (presente su entrambe le orecchie).

Sebbene la suafunzione esatta  non sia completamente chiara, si ritiene che possa avere diverse interpretazioni. Alcuni studiosi suggeriscono che possa essere un residuo evolutivo di una struttura più grande e funzionale che era presente nei nostri antenati. Altri teorizzano che il tubercolo di Darwin possa svolgere un ruolo nell'orientamento del suono, aiutando a captare le onde sonore e a migliorare la percezione degli stimoli uditivi.

Va sottolineato che il tubercolo di Darwin non ha una funzione uditiva significativa per l'orecchio umano e non è collegato direttamente alla capacità uditiva. È più considerato come un carattere anatomico estetico e può variare da individuo a individuo senza alcuna conseguenza per la salute o la funzionalità uditiva.

In generale, il tubercolo di Darwin rappresenta un interessante punto di studio nella ricerca antropologica e anatomica, ma non ha una rilevanza clinica significativa nell'ambito dell'udito o della salute dell'orecchio umano.

Perché si forma il tubercolo di Darwin?


La formazione del tubercolo di Darwin è soggetta a variazioni individuali e non è stata ancora pienamente compresa. Ci sono diverse teorie riguardo alla sua origine, ma nessuna è stata confermata in modo definitivo. Ecco alcune delle spiegazioni proposte:

  • Teoria evolutiva: Secondo questa teoria, il tubercolo di Darwin potrebbe rappresentare un residuo evolutivo di una struttura più grande e funzionale che era presente nei nostri antenati. Potrebbe essere un segno di un'antica conformazione dell'orecchio che si è ridotta nel corso dell'evoluzione umana, ma che persiste come un carattere anatomopatologico nei giorni nostri.

  • Fattori genetici: L'insorgenza del tubercolo di Darwin può essere influenzata da fattori genetici. Alcuni studi hanno suggerito che potrebbe essere ereditato in modo autosomico dominante, il che significa che è possibile che i geni dei genitori contribuiscano alla sua formazione. Tuttavia, la complessità genetica coinvolta nella sua manifestazione non è stata ancora completamente compresa.

  • Fattori ambientali: Alcuni fattori ambientali potrebbero essere coinvolti nella formazione del tubercolo di Darwin. Ad esempio, traumi o pressioni ripetute sull'orecchio potrebbero influenzare la sua comparsa. Tuttavia, è importante notare che l'entità di tali influenze non è ancora chiara.

  • Casuale o variabilità normale: In alcuni casi, la formazione o l'assenza del tubercolo di Darwin potrebbe essere casuale o semplicemente una variabilità normale nella popolazione umana. Ci sono molte caratteristiche anatomiche che possono variare tra gli individui senza avere una causa specifica o una spiegazione chiara.


In definitiva, la formazione o l'assenza del tubercolo di Darwin sembrano essere influenzate da una combinazione complessa di fattori genetici, ambientali e probabilmente anche casuali. La ricerca in questo campo è ancora in corso per comprendere appieno i meccanismi che stanno alla base di questa caratteristica anatomica.

I trattamenti per il tubercolo di Darwin


Il tubercolo di Darwin è considerato un carattere anatomico normale e non richiede generalmente alcun trattamento medico o chirurgico. Tuttavia, se una persona desidera rimuoverlo per motivi estetici, possono essere presi in considerazione alcuni interventi. È importante notare che tali trattamenti sono puramente opzionali e non necessari per motivi di salute. Ecco alcune opzioni che potrebbero essere considerate:

  • Chirurgia estetica: La rimozione chirurgica del tubercolo di Darwin può essere eseguita da un chirurgo plastico. L'intervento prevede l'asportazione del tessuto in eccesso che costituisce il tubercolo. Si tratta di un procedimento relativamente semplice, che viene generalmente eseguito in anestesia locale. Tuttavia, poiché il tubercolo di Darwin è di dimensioni ridotte, la procedura potrebbe lasciare cicatrici minime o invisibili.

  • Laserterapia: Un'altra opzione per la rimozione del tubercolo di Darwin è l'utilizzo del laser. Il laser può essere impiegato per vaporizzare o rimuovere il tessuto in eccesso in modo preciso ed efficace. Questa tecnica può ridurre al minimo il rischio di cicatrici visibili e di tempi di recupero più brevi rispetto alla chirurgia tradizionale.

  • Iniezioni di filler: In alcuni casi, le iniezioni di filler possono essere utilizzate per camuffare il tubercolo di Darwin. I filler, solitamente a base di acido ialuronico, vengono iniettati per riempire e livellare la zona attorno al tubercolo, rendendolo meno evidente. Tuttavia, è importante tenere presente che l'effetto dei filler è temporaneo e richiederà ulteriori trattamenti periodici per mantenere i risultati.


 

In collaborazione con Pasquale Ambrosio

Fonti:

  • Tiffany Y Loh, Philip R Cohen. Darwin's Tubercle: Review of a Unique Congenital Anomaly. Dermatol Ther (Heidelb). 2016 Jun;6(2):143-9.

  • William W. Huang, Christine S. Ahn, Clinical Manual of Dermatology, Springer 2020.

  • Tullio Cainelli, Alberto Giannetti, Alfredo Rebora, Manuale di dermatologia medica e chirurgica, McGraw Hill 2017.

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