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Anche le mani invecchiano

Anche le mani invecchiano


Lun 08/05/2023 | Dott. Maria Tucci

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Vene evidenti, pelle sottile e ossa che affiorano in superficie: sono i segni di invecchiamento delle mani. Con un filler a base di idrossiapatite di calcio si può intervenire senza dolore.

Parlano di noi più di mille parole e discorsi di senso compiuto. Se le mani sono poco curate, annullano anche il miglior bigliettino da visita, reale o metaforico che sia. Viceversa, se sono belle e curate, aumentano le “quotazioni” di chiunque in un solo gesto. Uomini compresi. E, si sa che noi italiani, in fatto di gestualità manuale, battiamo ogni record mondiale!

«Nell’ottica del ringiovanimento, di solito non si pensa alle mani, ma in realtà tale “dimenticanza” avviene solo perché molte persone non sanno che c’è la possibilità di eliminare i segni di invecchiamento tramite la medicina estetica. Qualora si interessino alle mani, i pazienti chiedono piuttosto di cancellare le macchie senili, le tipiche lentigo solari che si formano con l’età, e non tanto gli altri inestetismi a cui magari nemmeno fanno caso» dice la Dr.ssa Maria Tucci, dermatologa e medico estetico.

«È normale che i pazienti, anche quelli più attenti, non notino l’avvizzimento della pelle delle mani oppure il fatto che le vene, le ossa e i tendini si rendano più evidenti perché con l’età la pelle diventa più sottile. Questo fenomeno, in gergo medico, si chiama “scheletrizzazione”. 

Così spesso sono io che, se percepisco l’interesse ad avere una mano più giovane e bella, propongo un trattamento mini-invasivo che restituisca la bellezza di un tempo» continua la dottoressa. 

Come? Tramite la bioristrutturazione con un filler a base di idrossiapatite di calcio. Vediamo meglio di cosa si tratta.

Trattamento bioristrutturante delle mani


«Per migliorare l’aspetto estetico delle mani, un trattamento molto efficace è la bioristrutturazione. Consiste nel rafforzamento del derma che con gli anni ha subito qualche danno dovuto all’invecchiamento fisiologico. Cosa vuol dire? Che il derma, lo strato più profondo della pelle, ha perso le sue fibre di collagene, e quelle ancora presenti sono diventate meno elastiche. Tutto questo, in sintesi, si traduce in un assottigliamento della pelle, da cui dipende una messa in risalto delle vene e delle ossa delle mani. Ma a volte la pelle appare anche più scura, nonostante la tintarella sia lontana, proprio perché la pelle, essendo più sottile, mette in evidenza tutto ciò che c’è sotto di essa» precisa la Dr.ssa Tucci.

Come funziona la bioristrutturazione delle mani? 


«Il prodotto d’elezione è un filler a base di idrossiapatite di calcio, una sostanza naturale presente nelle ossa e nei denti, che ha la capacità di stimolare la produzione di collagene da parte dei fibroblasti (le cellule preposte alla neocollagenesi). Si inietta in forma iperdiluita con soluzione fisiologica e un anestetico adatto all’uso in medicina estetica. 

Per quanto riguarda l’esecuzione vera e propria del trattamento bioristrutturante, anziché il “tradizionale” ago dei filler, preferisco utilizzare una microcannula, cioè un ago smussato, molto sottile e flessibile che distribuisce meglio il prodotto. Ma la scelta di tale dispositivo riguarda anche una questione di confort: la microcannula riduce i traumatismi, un fattore da non trascurare dato che le mani sono molto vascolarizzate».

Fa male? «No, il trattamento è indolore, ma ovviamente è bene non guardare l’esecuzione, poiché potrebbe generare ansia o quella che si chiama “impressione”» rassicura la dottoressa.

I risultati?


«La pelle delle mani si ispessisce, quindi in un certo senso “sovrasta” le vene e le ossa che prima risultavano evidenti. Il trattamento bioristrutturante ha un delicato effetto di riempimento che rende le mani molto giovani. E poi schiarisce la pelle, ma è più un effetto ottico perché la pelle si è rafforzata. Specifico che il filler con idrossiapatiite di calcio non è uno schiarente in quanto non cancella le macchie, che rientrano in un’altra competenza di trattamento dermatologico. Ultimo ma non meno importante, la pelle delle mani risulta più morbida e idratata».

Quante sedute occorrono?


«Dipende dal grado di invecchiamento delle mani. A volte può bastare 1 sola seduta, altre 1 al mese per 2-3 mesi fino al raggiungimento dei risultati desiderati».

I tempi di durata?


«Una volta ottenuto il risultato desiderato, i tempi possono superare anche l’anno, ma in medicina – tanto più in medicina estetica – ogni caso è a sé».

Cosa fare dopo il trattamento bioristrutturante alle mani?


I primi due giorni è bene non esporsi al sole, ma solo per non “stressare” ulteriormente la pelle che ha subito un piccolo trauma, anche se mini-invasivo. Poi si può proseguire la propria vita quotidiana».

Ulteriori consigli?


«Dopo un trattamento di questo tipo, l’attenzione alle mani da parte dei pazienti cambia. E così suggerisco di averne cura allo stesso modo del viso. Qualche esempio? Creme specifiche anti-age, maschere reidratanti da notte e SPF solare, almeno quando ci si espone al sole diretto al mare o in montagna».

Ci sono precauzioni o controindicazioni?


«No, non ce ne sono, ma se la pelle è affetta, per esempio, da dermatite o eczema da contatto, curo prima le manifestazioni patologiche, per poi procedere alla bioristrutturazione quando la pelle è tornata sana. 

A tal proposito, ricordo che i trattamenti di medicina estetica non possono e non devono essere eseguiti sulla cute lesionata. Ma il bello dell’idrossiapatite di calcio è che, rendendo la pelle più forte, abbassa la probabilità che le eventuali dermatiti si riformino!».

 
In collaborazione con Alessandra Montelli.

 

 

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Tucci Maria

Autore

Dermatologia,Medicina estetica

Lucera (FG)

Foggia (FG)


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