Quando si parla d’invecchiamento cutaneo si pensa subito alle rughe, ma in realtà nel volto sono diverse le cose che cambiano con l’età. Non è solo una questione di rughe, ma del cambiamento del tessuto cutaneo nel suo complesso.
La pelle è formata essenzialmente da due strati, tra cui epidermide e derma, che poggiano sull’ipoderma, o tessuto sottocutaneo, poi muscoli e ossa. I segni dell’invecchiamento dipendono dalle variazioni a carico di ciascuno strato e sono influenzati da fattori genetici, quindi legati alla predisposizione individuale, e dallo stile di vita, tra cui l’esposizione solare, il fumo, le notevoli variazioni di peso.
L’epidermide è lo strato più esterno ed è lì che si vedono i segni dell’invecchiamento, ma essi sono spesso il risultato di quello che avviene a livelli più profondi.
Il derma è formato da tessuto connettivo di sostegno e riempimento per l’epidermide. È costituito principalmente da fibre di collagene ed elastina, immerse in una matrice gelatinosa che contiene acido ialuronico. Collagene ed elastina sono disposte a formare una rete di sostegno, mentre l’acido ialuronico è responsabile del mantenimento del turgore e dell’idratazione dell’epidermide. L’acido ialuronico ha la capacità di legare a sé moltissime molecole di acqua, per cui rende la pelle morbida, luminosa ed elastica.
L’ipoderma o tessuto sottocutaneo è formato prevalentemente da tessuto muscolare e da tessuto adiposo, che poggiano sulla struttura ossea.
Più si va avanti con l’età, più i vari strati subiscono una serie di cambiamenti che fanno apparire il volto più stanco. Anche l’espressione cambia e sembra diventare più triste. Nello stesso tempo, le rughe di espressione si accentuano.
Quello che accade è che si abbassano le concentrazioni di collagene, elastina ed acido ialuronico. Il tessuto adiposo sottocutaneo tende ad assottigliarsi, il tessuto muscolare cambia il suo tono e l’osso va incontro ad un lieve riassorbimento. Questo porta il volto a perdere il proprio ovale: i lineamenti appaiono cadenti, perché i volumi si svuotano e, perdendo tonicità, scivolano verso il basso.
Spesso quindi non sono tanto le rughe a dare al volto un aspetto invecchiato, quanto le perdita dei volumi e del disegno del terzo inferiore del volto, che comprende zigomi, guance e linea del mento.
Andare ad “appianare” le singole rughe, senza preoccuparsi di ripristinare volumi ed ovale del terzo inferiore del volto, non è sufficiente a conferire al viso un aspetto più fresco, più giovane e soprattutto più sorridente. È questo il principio sul quale si basa il cosiddetto “filler inverso”.
Dermatologia
Milano (MI)