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Ptosi (palpebrale e mammaria)


Mar 20/12/2022 | Dott. Tania Basile

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DEFINIZIONE

La ptosi indica, nel linguaggio medico, quella condizione in cui una struttura anatomica protende verso il basso, dunque si porta inferiormente, spesso per inefficacia del muscolo che la mantiene in sede. Nella medicina estetica è importante ricordare la blefaroptosi, o ptosi palpebrale, che indica la discesa della palpebra superiore in genere causata dal deficit motorio del muscolo elevatore della palpebra. La mastopessi interviene invece specificatamente per correggere problemi estetici connessi alla cosiddetta ptosi del seno, o seno cadente

COS’È

La ptosi è quella condizione para-fisiologica o patologica in cui un viscere o una formazione anatomica tende a portarsi inferiormente, venendo spinta dalla forza di gravità, la quale vince sulla contrazione del muscolo ipotonico o paralizzato.

Nella medicina estetica è degna di nota la blefaroptosi, anche nota come ptosi delle palpebre o ptosi palpebrale, che è una condizione nella quale si palesa una marcata discesa forzata della palpebra oculare superiore, la quale può anche obliterare in parte la pupilla.

Vi è inoltre la cosiddetta ptosi mammaria, comunemente additata come seno cadente, in cui una o entrambe le mammelle si portano verso il basso in maniera più o meno accentuata, trattata con la mastopessi.

 

CAUSE E SINTOMI

Tra le cause più di sovente chiamate in causa nell’induzione della blefaroptosi si citano:


  • Condizioni genetiche predisponenti;

  • Trauma diretto di natura fisica o chimica a livello palpebrale;

  • Deficit di uno o più nervi cranici;

  • Deficit neurologico funzionale del nervo oculomotore comune;

  • Deficit neurologico funzionale dei nervi della muscolatura estrinseca dell’occhio;

  • Pazienti sottoposti a procedura di chirurgia refrattiva del tipo PRK o LASIK.


La mastopessi è invece indicata in tutte quelle donne che desiderano mitigare o correggere del tutto uno stato di ptosi mammaria, in cui una o entrambe le mammelle tendono verso il basso a causa della gravità.

In particolar modo, l'intervento di mastopessi viene eseguito perché la ptosi può essere secondaria a queste condizioni:

  • Recuperare la conformazione originaria delle mammelle dopo la gravidanza;

  • Recuperare la conformazione originaria delle mammelle dopo l'allattamento;


 

CLASSIFICAZIONE

La classificazione della ptosi palpebrale viene condotta dal medico oculista andando a valutare la cosiddetta Margin To Reflex Distance, o MRD, ossia la distanza che intercorre tra il centro del riflesso pupillare alla luce e il margine superiore della palpebra; effettuata questa misurazione, si può poi procedere alla somministrazione di colliri o alla determinazione dell’acuità visiva.

La classificazione della ptosi mammaria viene invece condotta attraverso un accurato esame obiettivo della regione toracica da parte del medico, il quale quantifica l’effettiva discesa oltre i consueti limiti anatomici di una o di entrambe le mammelle.

DIAGNOSI

Il medico oculista può diagnosticare la ptosi palpebrale attraverso varie modalità, come ad esempio:

  • Misurando la fessura interpalpebrale;

  • Calcolando il Margin To Reflex Distance, o MRD, visto in precedenza;

  • Valutando la corretta funzionalità del muscolo elevatore della palpebra o un deficit motorio annesso.


La diagnosi del seno cadente, o ptosi mammaria, è invece meramente fisico e viene posta molto rapidamente dal medico.

TRATTAMENTO

In caso di ptosi palpebrale di grado lieve o comunque di minima entità, in genere non sono raccomandati trattamenti specifici ma di monitorare la condizione, segnalando al medico oculista eventuali variazioni occorse alla palpebra e alla sua discesa.

In caso di ptosi moderata o severa, l’unica strada percorribile è l’intervento chirurgico attraverso trattamenti come:

  • Resezione completa del muscolo elevatore della palpebra;

  • Tarsectomia;

  • Sospensione al muscolo frontale o, più raramente, a un muscolo sopraccigliare;

  • Potenziamento del muscolo elevatore della palpebra.


L'intervento di mastopessi viene invece eseguito in regime di anestesia generale, con la possibilità di rimanere in monitoraggio post-operatorio anche per due notti di fila tramite ricovero in clinica.

Solo in casi selezionati, quando il lavoro chirurgico è minimo, si può procedere anche in regime di Day Hospital applicando una blanda sedazione.

Dopo aver opportunamente disinfettato la regione toracica, il chirurgo esegue delle incisioni a livello areolare oppure a livello del solco sottomammario formando una sorta di “T rovesciata”.

 

RISCHI E COMPLICAZIONI

Le complicazioni e gli effetti collaterali che potrebbero originarsi dai trattamenti di correzione della blefaroptosi sono, in buona sostanza, simili a quelli di un trattamento di blefaroplastica, come:

  • Edema e arrossamento delle palpebre;

  • Ecchimosi e piccole raccolte petecchiali nel sito di intervento;

  • Secchezza oculare;

  • Anomala chiusura della rima palpebrale.


Le complicazioni maggiormente associate all'intervento di mastopessi sono:

  • Edema ed eritema della regione mammillare;

  • Sanguinamenti di entità lieve o modesta;

  • Infezione;

  • Reazione avversa alla sostanza impiegata per l'anestesia.


 

FONTI:

  • Marco Peduzzi, Paolo Nucci. Milano: McGraw-Hill; 2012.

  • Valerio Cervelli, Benedetto Longo. Chirurgia plastica ricostruttiva ed estetica. Pisa: Pacini; 2021.

  • Nicolò Scuderi. Manuale di chirurgia plastica, ricostruttiva ed estetica. Padova: Piccin; 2014.


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