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Secchezza oculare


Mer 08/06/2022 | Dott. Tania Basile

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DEFINIZIONE           

La secchezza oculare è una condizione medica nella quale, a causa di un deficit a carico dei meccanismi  di sintesi e di secrezione del film lacrimale, il bulbo oculare non risulta lubrificato a sufficienza. La scarsa idratazione della superficie dell’occhio, oltre a determinare l’insorgenza di prurito e bruciore, può predisporre allo sviluppo di patologie oftalmologiche gravi, in grado di compromettere l’acuità visiva del paziente in modo permanente. La secchezza oculare danneggia anche il lato estetico del viso con la comparsa di un vistoso arrossamento bulbare. In genere, per ridurre i sintomi è sufficiente applicare delle  lacrime artificiali.

COS’È

La secchezza oculare consiste in una drastica riduzione del grado di idratazione della superficie esterna dell’occhio. Le lacrime sono delle secrezioni di natura idrolipidica che, oltre a garantire il nutrimento alle cellule epiteliali che rivestono la superficie del bulbo oculare, formano un film protettivo per l’intero organo.

L’ammiccamento, ovvero la chiusura rapida ed involontaria delle palpebre, consente la distribuzione uniforme delle lacrime su tutta la superficie oculare. Le funzioni più importanti del film lacrimale sono:


  • Difesa: forma una barriera resistente all’aggressione dei microrganismi

  • Lubrificazione: permette alle palpebre di muoversi sulla superficie oculare, senza che vi siano attriti deleteri

  • Sostentamento: nutre le cellule superficiali del bulbo

  • Trasparenza ottica: partecipa alla funzione visiva dell’occhio

  • Pulizia: rimuovere detriti cellulari e residui provenienti dall’esterno


SINTOMI

La secchezza oculare causa uno scompaginamento dei processi che caratterizzano il corretto funzionamento dell’occhio. Per tale motivo, i sintomi più frequenti associati a tale disturbo sono:

  • Prurito, bruciore ed arrossamento congiuntivale

  • Affaticamento visivo (o astenopia)

  • Ipersensibilità alla luce e fotofobia

  • Riduzione dell’acuità visiva

  • Sensazione da corpo estraneo


CLASSIFICAZIONE      

In oftalmologia, la secchezza oculare viene classificata in:

  • Secchezza oculare lieve: l’occhio subisce una disidratazione blanda, capace di determinare solo una sensazione di prurito

  • Secchezza oculare moderata: il paziente avverte dolore e bruciore in corrispondenza del bulbo oculare

  • Secchezza oculare severa: gli strati superficiali del rivestimento oculare subiscono un processo di xerosi (o desquamazione), che causa la comparsa di ulcere


CAUSE

Come si è detto, la secchezza oculare insorge in risposta ad un’alterazione dei processi che determinano la sintesi e la secrezione del film lacrimale. Le principali cause di tale disturbo sono:

  • Età: provoca un fisiologico calo dell’attività di sintesi delle ghiandole lacrimali

  • Malattie infiammatorie croniche: artrite reumatoide, sindrome di Sjögren, sindrome di Mikulicz, sindrome di Stevens-Johnson

  • Farmaci: alcuni antistaminici e betabloccanti riducono la produzione delle lacrime

  • Lenti a contatto: l’uso prolungato di questi dispositivi ottici può predisporre allo sviluppo della secchezza oculare

  • Traumi ed interventi chirurgici: Il rimodellamento morfologico del bulbo, secondario ad un trauma o ad un’asportazione chirurgica, può compromettere il meccanismo di secrezione del film lacrimale

  • Disfunzione delle ghiandole di Meibonio: un deficit di Vitamina A (retinolo) induce il calo della capacità di sintesi di tali ghiandole sebacee


DIAGNOSI

La diagnosi della secchezza oculare viene effettuata dall’oftalmologo, nel corso dell’esame obiettivo del paziente. Dopo aver raccolto i dati anamnestici, lo specialista si occupa di ispezionare la superficie bulbare, rilevando la presenza di eventuali segni clinici.

In genere, per confermare la diagnosi è necessario eseguire il test di Schirmer. Il medico, apponendo sul margine della palpebra inferiore una sottile striscia di carta assorbente millimetrata, ha la possibilità di valutare la produzione basale delle lacrime.

TERAPIE

Per trattare le forme più lievi di secchezza oculare è sufficiente applicare, con regolarità, dei colliri specifici. Tali soluzioni, dette anche lacrime artificiali, possiedono la medesima composizione chimica della secrezione idrolipidica che costituisce il film lacrimale.

Per i casi più gravi, invece, può essere necessario ricorrere alla somministrazione di:

  • Farmaci antibiotici: prevengono e contrastano efficacemente le infezioni batteriche che possono bersagliare la congiuntiva

  • Integratori di vitamina A: favoriscono la sintesi delle lacrime

  • Colliri per la xerosi oculare: pilocarpina, sodio cloruro e acetilcisteina sono molecole impiegate per il trattamento della desquamazione della superficie oculare


RISCHI E COMPLICAZIONI

I rischi più frequenti, correlati ai trattamenti per la secchezza oculare, sono:

  • Arrossamento, prurito e bruciore della congiuntiva

  • Dolore trafittivo in corrispondenza della regione orbitaria

  • Cefalea

  • Reazione allergica a una delle molecole somministrate

  • Recidiva

  • Genesi di processi infiammatori


FONTI:

  • Marco Peduzzi, Paolo Nucci. Milano: McGraw-Hill; 2012.

  • Fabrizio Maniero et al. Patologia generale e fisiopatologia generale. Padova: Piccin; 2019.



  • Carlo D’Aniello, Manuale di Medicina Estetica, Masterbooks, 2019.


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