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Xeroftalmia: cause, sintomi e cura

Xeroftalmia: cause, sintomi e cura


Lun 17/05/2021 | Dott. Tania Basile

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La xeroftalmia è una grave condizione dell’occhio caratterizzata da secchezza oculare e riconducibile, solitamente, a gravi carenze di vitamina A. Il processo si innesca attraverso la cheratinizzazione dell’epitelio congiuntivale. Tali sintomi, se non curati, possono condurre alla completa cecità. Sebbene la malattia sia associabile a tutti i disturbi oculari generati dalla carenza di vitamina A, può essere, altresì, causata da rosacea oculare e artrite reumatoide.

Introduzione

La xeroftalmia è un disturbo particolarmente grave che colpisce milioni di persone in tutto il mondo. Particolarmente colpiti sono i paesi in via di sviluppo dove la carenza di vitamina A è una condizione comune e affligge 250 milioni di bambini sotto i 6 anni. L’apporto vitaminico nei paesi in via di sviluppo non è adeguato o non fornisce le necessarie quantità giornaliere di vitamina A richieste dall’organismo. Queste condizioni, unite alla mancanza di assistenza sanitaria adeguata, causano la cecità di 350 mila bambini affetti da xeroftalmia.

La carenza di vitamina A può essere associata anche a malassorbimento, diarrea, farmaci e patologie che ne compromettono il corretto assorbimento. Anche la gravidanza e l’allattamento possono causare deficit di vitamina A sia nella madre che nel nascituro tanto da essere consigliato di aumentare le dosi giornaliere raccomandate del 30% in queste condizioni.

Che cos’è la xeroftalmia


La xeroftalmia è una malattia dell’occhio che si riferisce a tutti quei sintomi patologici oculari ascrivibili alla carenza di vitamina A. La xerosi congiuntivale, la xerosi corneale, la cherotomalacia, le retinopatie e la nictalopia, sono tutte condizioni ricomprese nei disturbi associati alla xeroftalmia. In particolare la carenza di vitamina A ha due conseguenze fondamentali nella vista: la prima è quella di inficiare la rodopsina dei bastoncelli causando la compromissione di quest’ultimi con danni alla vista; la seconda è quella di compromettere l’integrità dell’epitelio congiuntivale e corneale causando gravi disturbi come ulcere corneali e cheratomalacia.

Cause della xeroftalmia


Le cause della xeroftalmia sono da individuarsi principalmente nella carenza di vitamina A nella dieta alimentare sebbene vi sia una ampia letteratura scientifica su casi di xeroftalmia legati ad altri disturbi come malattie epatiche croniche, rosacea oculare, artrite reumatoide e diarrea.

Riassumendo, le cause della xeroftalmia possono essere:

  • Carenza di vitamina A (Diete povere di cibi contenenti vitamina A)

  • Malassorbimento della vitamina A

  • Malattie epatiche croniche

  • Conseguenza di intervento di chirurgia nel tratto gastrointestinale superiore

  • Pancreatite

  • Rosacea oculare

  • Artrite reumatoide

  • Diarrea


Sintomi della xeroftalmia


Il primo sintomo a comparire nella xeroftalmia è l’emeralopia, o cecità notturna. Nei bambini, soprattutto, questo disturbo porta a difficoltà visive in condizioni di scarsa illuminazione. Nel corso dell’evoluzione della malattia compaiono altri sintomi come la xerosi congiuntivale con congiuntiva secca, insensibile ed inspessita. Le macchie di Bitot sono un altro sintomo molto diffuso che si manifesta con la presenza di macchie biancastre o grigiastre schiumose sulla congiuntiva.

Nelle fasi più avanzate la xeroftalmia danneggia la cornea con xerosi congiuntivale e ulcerazioni della stessa. Infine, se non curata, la malattia conduce a cheratomalacia con il rischio concreto di perdere definitivamente la vista o compromettere seriamente la cornea ed il bulbo oculare.

I sintomi della xeroftalmia sono:

  • Emeralopia, o cecità notturna

  • Xerosi congiuntivale

  • Macchie di Bitot

  • Xerosi corneale

  • Ulcerazioni corneali

  • Cheratomalacia


Diagnosi della xeroftalmia


La diagnosi di xeroftalmia si basa sui segni clinici e sostenuta da anamnesi positiva. Il primo esame prescritto, in genere, è l’esame del sangue capace di verificare l’eventuale carenza di vitamina A. Importante, nella fase di diagnosi, è ricostruire le abitudini alimentari del paziente ed eventuali trascorsi con abuso alcolico o patologie epatite, gastrointestinali e pancreatiche. L’osservazione delle macchie di Bitot non implica necessariamente la presenza di xeroftalmia poiché associabile ad altri disturbi. Ulteriori esami diagnostici sono l’esame citologico delle cellule oculari e elettroretinogramma.

Trattamento della xeroftalmia


Il trattamento della xeroftalmia, nelle prime fasi, è condotto mediante la somministrazione di adeguate dosi di vitamina A, sia per via orale che intramuscolo. Il trattamento con vitamina A porta alla regressione della malattia in tempi relativamente brevi tuttavia con il coinvolgimento della cornea il trattamento del disturbo diventa complesso ed articolato.

Oltre alla vitamina A, è fondamentale umidificare l’occhio costantemente con prodotti appositi sostituti lacrimali da applicare dalle 4 alle 40 volte al giorno nei casi più gravi. Nelle ore notturne è spesso prescritto un gel lubrificante oculare per permettere di riposare al meglio durante le ore notturne e non danneggiare le strutture oculari coinvolte da xerosi.

In alcuni casi può essere prevista la chiusura dei dotti di drenaggio al fine di evitare che l’occhio si asciughi rapidamente. In tal senso è utile coprire gli occhi dopo la somministrazione dei sostituti lacrimali evitando inoltre l’esposizione al vento o a fonti di calore. È consigliato non applicare colliri contenenti corticosteroidi mentre sono raccomandati antibiotici  al fine di prevenire infezioni batteriche.

 

In collaborazione con Pasquale Ambrosio

Fonti:

  • Kaberi B. Feroze; Evan J. Kaufman. Xerophthalmia, Ntional Center for Biotechnology Information, NCBI, 2020.

  • Luciano Liuzzi; Franco Bartoli, Manuale di oftalmologia, Edizioni Minerva, 2002.


 

 

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