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Ascesso


Mar 03/05/2022 | Dott. Tania Basile

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DEFINIZIONE

L’ascesso è una raccolta localizzata di materiale purulento costituito da globuli bianchi (in prevalenza neutrofili) e detriti cellulari derivati dalla lisi dei patogeni uccisi dal sistema immunitario; l’ascesso può localizzarsi in qualsiasi regione del corpo umano, sia superficialmente che profondamente, tanto da richiedere alcune volte un drenaggio accurato del suo contenuto. Generalmente l’ascesso è causato dall’infezione opportunista di alcuni batteri piogeni e tende dunque a risolversi curando l’infezione alla base, ragione per cui un ascesso richiede un’immediata attenzione da parte del medico per evitare gravi complicazioni.

COS’È

L’ascesso è un ammasso circoscritto di pus e detriti cellulari, determinato dalla proliferazione di batteri piogeni che agiscono in un focolaio di infezione; l’ascesso può manifestarsi in seguito a operazioni chirurgiche eseguite con materiale non sterile, intrusione di germi opportunisti in una soluzione di continuo di cute o mucose etc.

Le raccolte ascessuali, sebbene possano somigliarsi per la caratteristica formazione di materiale di scarto cellulare frammisto a batteri piogeni, differiscono per la sede di localizzazione in cui insorgono, oppure in dipendenza dell’evento scatenante che le determina. Un’eventuale focolaio di infiammazione indotto da una piccola infezione, se trascurato, può dare adito a importanti complicanze e, dunque, a un ascesso.

SINTOMI

L’ascesso si sviluppa a partire da un focolaio infettivo iniziale, nel contesto di una reazione infiammatoria acuta: per questa ragione palpando la regione ascessuale si evoca dolore nel paziente, oltre che una sensazione di calore dovuta all’incrementato flusso sanguigno.

Non raramente, oltre che dolore e incremento di calore, gli ascessi possono produrre effetti sistemici come la febbre, specie nel caso dell’appendicite acuta con ascesso o in caso di ascesso dentario.

ESEMPI E TIPOLOGIE DI ASCESSO

L’ascesso può innanzitutto suddividersi in ascesso freddo e in ascesso caldo a seconda che, rispettivamente, il flusso sanguigno sia normale o incrementato nel contesto dell’infiammazione.

Un esempio di ascesso caldo è l’ascesso della ghiandola parotide, nel quale è visibile esternamente l’arrossamento imputato all’incremento del flusso sanguigno; l’ascesso freddo è invece ben rappresentato dal granuloma tubercolotico, nel quale si sviluppa una reazione immunitaria orchestrata da cellule T e macrofagi, senza una necessaria iperemia.

L’ascesso può anche classificarsi in base alla zona anatomica di insorgenza in:


  • Foruncolo


Il foruncolo, comunemente noto come brufolo, è un piccolo fenomeno ascessuale che interessa i bulbi piliferi e le ghiandole sebacee annesse, determinando infiammazione acuta del bulbo e formazione di pus.

  • Ascesso dentale


L’ascesso dentale si manifesta nella cavità orale e può formarsi nella gengiva (ascesso gengivale), nella polpa del dente (ascesso periapicale) oppure in seno al parodonto (ascesso parodontale).

  • Ascesso polmonare


L’ascesso polmonare consiste in una raccolta localizzata di pus all’interno dei polmoni e il più delle volte viene causato o dall’inalazione di batteri che giungono poi ai polmoni oppure dalla contaminazione di particelle di bolo alimentare deviate nelle vie respiratorie (polmonite ab ingestis).

  • Ascesso perianale


L’ascesso perianale può evolversi in peggio nella fistola anale ed è imputabile all’azione di un focolaio batterico piogeno nelle ghiandole mucose dell’ampolla rettale; se non trattato tempestivamente può portare ad emorragie anche molto gravi.

CAUSE

La causa di formazione di un ascesso è sempre riconducibile all’intrusione e alla successiva proliferazione di batteri piogeni, ossia in grado di produrre essudati purulenti, come ad esempio lo Sthapylococcus aureus.

DIAGNOSI

La diagnosi di un ascesso avviene di norma già durante l’esame obiettivo dove il medico constata la presenza di arrossamento cutaneo, gonfiore e dolorabilità nel sito interessato: in regime ambulatoriale tramite un incisione si può poi rilevare la fuoriuscita di pus, che confermerebbe la diagnosi.

In caso di ascessi più radicati e profondi, la diagnosi si avvale di esami strumentali come ultrasonografia o tomografia computerizzata.

TRATTAMENTI

Generalmente la terapia di un ascesso prevede l’evacuazione chirurgica del sito ascessuale qualora l’ascesso sia grande e passibile di complicanze, altrimenti possono essere somministrati farmaci antibiotici come:

  • Amoxicillina;

  • Doxiciclina;

  • Claritromicina;



Sebbene i farmaci antibiotici possano, in molti casi, tenere a bada la propagazione dell’ascesso, quando quest’ultimo erode le pareti di un tessuto e si creano comunicazioni aberranti, si rende necessario intervenire esclusivamente per via chirurgica, al fine di evitare complicanze ben più gravi.

RISCHI E COMPLICAZIONI

Un ascesso può avere anche dei risvolti drastici nel caso si sfaldi progressivamente fino a rompersi: in questo caso diventa un flemmone che si propaga agli organi adiacenti, producendo infezione generalizzata con forte rischio di sepsi.

Un ascesso può inoltre sempre dare adito a complicazioni come febbre alta, sindrome da risposta infiammatoria sistemica e setticemia.

FONTI:

  • Mauro Moroni, Spinello Antinori, Vincenzo Vullo. Manuale di malattie infettive. Milano: Edra; 2020.

  • Maria Pia Conte, Francesca Berlutti. Microbiologia medica e microbiologia del cavo orale. Società Editrice Esculapio; 2021.


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