Armonia, distintività e personalizzazione sono parole chiave in medicina estetica e chirurgia plastica. Negli ultimi anni si è assistito ad una massificazione, standardizzazione, e clonazione dell’estetica ad un livellamento degli interventi che in molti casi hanno portato al moltiplicarsi di volti inespressivi, alla realizzazione di profili da bambola con il tentativo di uniformare i volti a canoni estetici uguali e ripetitivi con effetto “catena di montaggio”. Medicina e chirurgia, secondo il mio personale punto di vista, esordisce il dottor Salvatore De Santo, devono invece valorizzare la distintività di ogni persona. Il Chirurgo Plastico deve evidenziare l’unicità di ogni singolo paziente e personalizzare ogni intervento.
La singolarità è un aspetto importante nella medicina della bellezza, perché ognuno di noi deve essere diverso dall’altro. Parliamo, ad esempio, delle labbra: le volumetrie delle labbra, la definizione dei contorni non possono essere realizzati senza tenere conto delle proporzioni di un volto, dell’armonia complessiva delle forme. Un labbro può essere migliorato, ma è bene mantenerne la definizione.
«Se su un volto osservo una fossetta o una rughetta che amplifica la solarità di un sorriso - spiega il dottor Salvatore De Santo - cerco di spiegare alla paziente che proprio quel particolare può rendere anche molto più intrigante ed interessante l’espressività di una persona, non possiamo “spianare” a zero un volto perché l’espressività è ciò che rende dinamico e gradevole il viso di una persona, in maniera differente ed in base alle caratteristiche di ognuno».
Per questa ragione preferisco parlare di armonia, piuttosto che di bellezza.
Pensate alla Monnalisa dipinta da Leonardo, prosegue il Dottor Salvatore De Santo. Probabilmente, il suo volto non può essere definito “bello” in base ai nostri attuali canoni estetici, ma certamente sebbene non sia “bella”, è un volto che resterà immortale ed unico proprio perché è un volto armonioso. Non c’è un canone preciso da rispettare.
Quando m’interpellano sulle tecniche, continua il dottor Salvatore De Santo, ribadisco che la tecnica è funzionale all’obiettivo che una persona intende raggiungere. Le tecniche sono importanti, ma l’importanza è data dal risultato che un chirurgo ha in mente. Se poi devo esprimere quali siano i trattamenti sul volto che prediligo rispondo, in base alle mie preferenze sperimentate in anni di pratica sui pazienti.
Nel terzo superiore del viso, la Tossina Botulinica è quella che garantisce le migliori garanzie in termini di risultato, però vale sempre la regola di un approccio soft alla medicina estetica e quindi non trovo gradevole che una donna di 50 o 60 anni abbia il terzo superiore del viso completamente liscio e spianato, ma presenti il resto del volto segnato e macchiato; perché ciò che si percepisce non è armonioso.
Nella parte intermedia del volto ancora una volta l’Acido ialuronico ma anche l’Idrossiapatite di Calcio sono ottimi prodotti da utilizzare ma sempre mantenendosi su volumetrie naturali, senza labbra eccessivamente gonfiate o zigomi esagerati, chiarisce il dottor Salvatore De Santo.
Nella parte inferiore del volto, vale lo stesso ragionamento. Per le labbra l’Acido Ialuronico garantisce i migliori risultati e per ridisegnare l’ovale, per chi non fosse pronto per la chirurgia, l’Idrossiapatite di Calcio assicura un buon effetto come stimolatore del collagene ed il beneficio del trattamento ha una durata importante.
Penso che spesso le persone si facciano condizionare - anche troppo - dalle mode, soprattutto quelle importate dagli Stati Uniti ove vige un approccio più aggressivo, sia nella medicina estetica che nella chirurgia plastica, ma alcune esasperazioni sono difficilmente assimilabili al nostro stile ed alla nostra cultura.
È piuttosto vero il contrario: quando siamo noi ad esportare il Made in Italy nel mondo accadono cose importanti. Nella moda, nel design, nell’arte e nella cultura lo stile italiano è un brand. Siamo il paese che possiede il 60 per cento dei beni culturali nel mondo e questo non è un caso. Credo che si stia affermando una tendenza esterofila che fa perdere di vista il nostro DNA: cioè la cultura del bello, in senso filosofico ovvero l’armonia e le eccellenze.
Noi abbiamo i volti mediterranei e sono questi che vanno valorizzati. Abbiamo importato il modello “Pamela Anderson”, con evidenze estetiche che devono essere eccessivamente visibili.
A me invece piace esattamente in contrario. Ovvero quando l’intervento estetico non si percepisce. Se è fatto bene, conclude il dottor Salvatore De Santo, non si deve vedere. Lo sviluppo della medicina e della chirurgia estetica del futuro? Non certo la fabbricazione di cloni. Il lavoro del chirurgo plastico non è quello di inseguire la perfezione, ma l’armonia, perché il concetto di armonia è un concetto universale ed è estremamente oggettivo.
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Napoli (NA)