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Neurotossina in medicina estetica: viso disteso, espressione naturale

Neurotossina in medicina estetica: viso disteso, espressione naturale


Ultima modifica Mar 04/11/2025 | Dott. Antonia Nardone

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Lo chiamano frozen, il temuto effetto “congelato” che assume il viso reduce da un eccesso di tossina botulinica. I nuovi trattamenti mirano invece a mantenere l’espressione naturale e i lineamenti distesi. 

L’obiettivo non è “ibernare” il volto, ma allentare la forza di quei muscoli che, con l’età e l’abitudine, imprimono linee e pieghe lì dove non vorremmo. Come, ad esempio, sulla fronte e attorno agli occhi. La neuromodulazione con tossina botulinica può modulare o completamente bloccare i muscoli: tutto dipende dalla dose e dalla precisione del punto di iniezione, oltre che dalla capacità di diffusione della tossina. Ne parliamo con la dott.ssa Nardone, medico estetico. 

Come avviene la visita di medicina estetica


«Prima di effettuare il trattamento con neurotossina botulinica parto sempre da una visita attenta della mimica: osservo come il paziente corruga la fronte e strizza gli occhi allo scopo di valutare la forza di contrazione dei suoi muscoli mimici. In questo modo posso decidere dove intervenire, e soprattutto dove è meglio esimermi dal farlo (per esempio, su una fronte con palpebre molto pesanti). 

Le zone che rispondono meglio alla tossina botulinica


Nel cosiddetto terzo superiore - fronte, glabella, rughe attorno agli occhi - la tossina botulinica dà il suo meglio: sono le aree in cui le rughe sono più dinamiche, cioè dipendono dalla contrazione muscolare. 

Il contorno occhi resta la richiesta numero uno dei trattamenti con tossina botulinica, anche da parte degli uomini: bastano poche unità di prodotto, ben iniettate, per dare allo sguardo un aspetto riposato.

In altri distretti si può intervenire solo dietro responsabilità del medico e dietro valutazione caso per caso. Qualche esempio? Sì alla tossina botulinica su palpebra superiore ma solo se il problema è muscolare (meglio astenersi se dipende dalla pelle in eccesso); attenzione all’occhiaia inferiore, dove è bene agire con molta prudenza.

È un gesto tecnico e sartoriale: contano punto, profondità e dose. Da qui nasce il risultato naturale.

Quanto dura la tossina botulinica


I primi risultati arrivano in 2–3 giorni sulla ruga della glabella (tra le sopracciglia), in 6 giorni nell’area periorbitale e in 7 giorni sulla fronte. L’effetto massimo si vede 30 giorni dopo il trattamento. La durata media del trattamento è di circa 4 e dipende da tre fattori: biologia del paziente (quanto è “forte” il muscolo), tecnica (profondità e geometria dei punti) e quantità. Un errore banale del medico, come ad esempio: restare troppo superficiali su un muscolo profondo, può accorciare la resa o creare piccole asimmetrie. Ecco perché nella riuscita del trattamento contano sia l’esperienza del medico che la conoscenza dell’anatomia.

Se si desidera ripetere la tossina botulinica? «Per i richiami, la regola è semplice: mai prima di 3 mesi, meglio se dopo 4 mesi (e oltre): in questo modo si evita il cosiddetto “over-treatment” che non aggiunge né bellezza né durata». 

Tossina botulinica a 25-30 anni: sì o no? 


Secondo la dottoressa Nardone, nei giovani la neuromodulazione estetica assume una connotazione etica. «Secondo il mio modus operandi è meglio evitare trattamenti “preventivi” a prescindere, tanto per iniziare. Preferisco aspettare che la ruga dinamica compaia prima di sottoporre una persona a un trattamento con tossina botulinica, a meno che non ci siano problematiche estetiche particolari:
  • Gummy smile (sorriso gengivale): se si iniettano microdosi di tossina botulinica sul muscolo elevatore del labbro, si nascondono le gengive.
  • Mento “sfuggente” causato dal muscolo mentoniero troppo contratto: rilassarlo può rendere il profilo più armonico.
Per correttezza di informazione, va precisato che non ci sono controindicazioni nei trattamenti preventivi con la tossina botulinica al di sotto dei 35 anni né rischi o problemi di sicurezza per la salute. Spesso la scelta è di pertinenza del medico estetico.

La neurotossina è sicura per tutti? 


La tossina botulinica è farmaco con un profilo di sicurezza consolidato, utilizzato in medicina estetica da 25 anni. Questo vuol dire che, prima di essere commercializzato per l’uso estetico, ha subito un lungo iter di approvazione. E poi ha un effetto transitorio. Gli eventi indesiderati più comuni sono lievi e temporanei: una cefalea che passa in pochi giorni, un piccolo ematoma nel punto di inoculo, talvolta una lieve sensazione di “peso” locale.

Quando non è la scelta giusta? Se la ruga è statica e profonda (in quel caso serve il filler con acido ialuronico), se c’è un’infezione attiva in zona o in presenza di malattie neuromuscolari importanti. È qui che il colloquio con il medico - e la sua onestà - fanno la differenza: non tutte le rughe vanno trattate subito.

Perché il risultato con neurotossina resta naturale


Perché l’obiettivo non è spegnere il volto, ma smussarne la durezza dovuta all’età. La neuromodulazione restituisce uno sguardo più riposato, attenua l’espressione accigliata che alcuni portano senza volerlo, e lascia vivere la mimica.
La differenza la fa la mano di chi inietta: il viso “da gatta” non dipende dal farmaco in sé, ma da un mix di competenza, manualità e dose della tossina botulinica.

 
In collaborazione con Alessandra Montelli.

 

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