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Viso cadente a 50 anni? I trattamenti di medicina estetica efficaci

Viso cadente a 50 anni? I trattamenti di medicina estetica efficaci


Lun 10/06/2024 | Dott. Nino Favoriti

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Ogni età ha la sua bellezza, ma anche il suo lato critico. Per i 50 anni è senz’altro la tendenza del viso a cedere. A volte, il cedimento cutaneo è solo accennato, altre, invece, è già manifesto. Di sicuro il viso “cadente” è un disagio che accomuna molte donne, soprattutto quando si avvicina la menopausa. Come conferma il dottor Favoriti, medico estetico e specialista di Dermatologia.

Quali segni del viso preoccupano maggiormente a 50 anni?


In primis, l’aspetto stanco, con i lineamenti affaticati e l’espressione malinconica o spenta, anche se non ci sono motivi oggettivi. Le pazienti dichiarano di riposare e di stare bene anche sotto il profilo psicologico, ma il viso non rispecchia la loro sensazione di una vita attiva. In una parola, non si riconoscono, perché dentro di sé si sentono ancora giovani.

Entrando nel particolare dei cambiamenti del volto dai 50 anni in poi, le pazienti notano un cedimento generale, come se le guance stessero subendo gli effetti della forza di gravità e nello stesso tempo si stessero un po’ proiettando in avanti. Questo è un fenomeno dell’invecchiamento che in gergo medico si chiama “anteriorizzazione” dei tessuti, che appesantisce parecchio i tratti del viso. Inoltre, le rughe naso-geniene appaiono più evidenti e l’ovale diventa meno definito, soprattutto al livello della linea mandibolare (jawline).

Cosa accade ai tessuti del viso a 50 anni?


In realtà, ciò che nel lessico quotidiano si chiama “viso cadente” è la manifestazione di più fenomeni che coinvolgono le strutture del viso, e che iniziano a manifestarsi gradualmente già dai 40 anni. In particolare, mi riferisco a:

- riassorbimento osseo, per cui le ossa facciali diventano più piccole;
- assottigliamento del tessuto adiposo sottocutaneo;
- atrofizzazione delle fasce muscolari del viso;
- impoverimento del derma, la parte più profonda della pelle dove hanno sede i fibroblasti, le cellule che producono collagene, cioè la sostanza fibrosa che dà sostegno alla cute, mantenendone l’elasticità e la compattezza. 

Tutti questi fenomeni provocano la tendenza del viso a cedere (soprattutto, il depauperamento del collagene) e lo svuotamento dei volumi, per cui i lineamenti appaiono “appiattiti”. È chiaro che la paziente di 50 anni questo non può vederlo allo specchio, che le restituisce solo un viso stanco, cadente e svuotato.

Quali trattamenti di medicina estetica contro il viso cadente?


L’approccio ideale contro la lassità cutanea è impostare un piano terapeutico che preveda di ridistendere i tessuti, cercando di spostarli nelle posizioni originarie. Lo scopo è restituire alla paziente un aspetto riposato, paragonabile a quello di una decina di anni prima. La parola chiave da ricordare è sollevare i tessuti, ovvero, il contrario di gonfiarli (no al viso “gommoso”, sì a un rimodellamento naturale).

Attenzione: parliamo di una nuova “facciata” e non di una nuova faccia. Il concetto è diverso: qui si tratta di dare al volto una nuova luce, e non un cambiamento dei lineamenti. Inoltre, alla paziente deve essere chiaro che i trattamenti medicina estetica personalizzati non fanno tornare indietro nel tempo tout court, ma fanno apparire al meglio ingannando semmai sulla propria età anagrafica.

Suggerimenti per un viso più fresco a 50 anni?


Il piano terapeutico è personalizzato sulla paziente, e di solito prevede l’utilizzo di varie tecniche di medicina estetica e di vari device e apparecchiature high tech.
Alcuni esempi? I filler di acido ialuronico posizionati nei punti giusti allo scopo di ridistendere i tessuti. Ci sono alcune formulazioni di acido ialuronico che, grazie alla tecnologia CPM (Cohesive Polydensified Matrix), si integrano con i tessuti rimpolpandoli in modo significativo. Inoltre, la particolare densità di queste molecole di acido ialuronico aiuta a ridistendere i tessuti, portandoli nelle posizioni originarie. Più che da riempitivi, questi filler agiscono da sostegno. Il viso risulta disteso, come se fosse liftato, ma senza bisturi.

La tossina botulinica aiuta a togliere la stanchezza?


Sì, l’aspetto più riposato, soprattutto a livello dello sguardo, è uno degli effetti più immediati della tossina botulinica, che non agisce direttamente sulla pelle ma sui muscoli del volto. La sua funzione è quella di allentare la forza contrattile dei muscoli facciali, facendo in modo che la pelle si corrughi di meno, e di conseguenza formi meno rughe. Di solito, la tossina botulinica si inietta sulla fronte e intorno agli occhi. Nessun timore di vedersi “paralizzate”, perché le nuove tecniche prevedono l’uso di quantità controllate di tossina botulinica, allo scopo di garantire risultati naturali e mantenere la naturale espressività del volto. Inoltre, esistono formulazioni di tossina botulinica pura che, essendo prive di proteine accessorie, scongiurano il rischio di diventare resistenti (con l’annessa conseguenza di non vedere i risultati). A tal proposito, preciso che sono gli eventuali additivi a poter sviluppare una resistenza al trattamento con tossina botulinica, e non il botulino in sé.

Quanto durano i risultati di un piano terapeutico contro il viso cadente?


Dai 6 agli 8 mesi e oltre, ad eccezione della tossina botulinica i cui effetti durano circa 4-6 mesi. Dopo un primo grande refresh, saranno necessari solo piccoli ritocchi. E tutti programmati per andare incontro alla paziente. In un’ottica di sostenibilità a tutti gli effetti.

 
In collaborazione con Alessandra Montelli.

 

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