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Bioristrutturazione: il trattamento per la longevità della pelle

Bioristrutturazione: il trattamento per la longevità della pelle


Ven 02/02/2024 | Dott. Valeria Chiapatti

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Anche la pelle può essere più longeva e resistente al passare del tempo. Alcuni trattamenti di medicina estetica si occupano proprio della sua longevità. Ne parliamo con la dottoressa Valeria Chiapatti, medico estetico ed esperta di medicina rigenerativa.

Nel 2024 la principale tendenza di bellezza è la skin longevity, la longevità della pelle. Che cosa vuol dire? Pensare alla cura della pelle in chiave sempre più clinica, cercando di controllarne il processo di invecchiamento, molto più di quello che si sta facendo adesso con la classica skincare e le sane abitudini di vita.

Idratare la cute resta un caposaldo, ma ci sarà più spazio per i trattamenti che influenzano il metabolismo cellulare e fortificano la struttura cutanea stessa. In questo scenario di skin longevity, si inseriscono i trattamenti di medicina estetica che ristrutturano la pelle, come se fosse un’opera di restauro di una vecchia casa a cui non basta solo una rinfrescata dell’intonaco, ma ci vuole una vera e propria “rimessa a nuovo”.

La longevità della pelle con la medicina estetica


«Il trattamento di bioristrutturazione rientra a pieno titolo nel filone della longevità in cui si inserisce anche la medicina estetica, poiché aiuta a mantenere la pelle più sana e forte, quindi più capace di resistere al passare del tempo. Il motivo? Dopo una seduta “bioristrutturante”, la cute riceve un forte impulso a produrre nuove fibre di collagene ed elastina, le sostanze endogene responsabili di tonicità e compattezza cutanee. Subito dopo la seduta la pelle appare già più tonificata, ma il vero “restauro”, che in termini tecnici si riferisce alla ristrutturazione cutanea, avviene qualche settimana dopo poiché dipende dai tempi dal ciclo di vita delle cellule».

In cosa consiste il trattamento di bioristrutturazione?


«Si tratta di una serie di filler specifici che hanno la finalità di stimolare la produzione di collagene da parte dei fibroblasti, le cellule deputate alla neocollagenesi. 

Una delle sostanze più efficaci in tal senso è l’idrossiapatite di calcio che, per un trattamento bioristrutturante, viene diluita con soluzione fisiologica e iniettata su tutto il viso».

Che cos’è l’idrossiapatite di calcio? 


«È una sostanza naturale presente nel nostro organismo (in particolare nelle ossa e nei denti) che, una volta iniettata nella pelle, ristruttura il derma, andando a stimolare la sostituzione delle fibre di collagene degradate (motivo per cui la pelle appare invecchiata) con nuove fibre collagene, più elastiche e forti. Da qui il concetto di bio (biologica) ristrutturazione. A distanza di qualche settimana dal trattamento, la pelle appare più luminosa, tonica, compatta. In una parola “restaurata”!»

A chi è indicata la bioristrutturazione con i filler a base di idrossiapatite di calcio?


Alle pelli segnate da crono- e photo-aging, rispettivamente invecchiamento dovuto al passare del tempo e all’esposizione agli agenti ambientali, (prevalentemente sole, ma anche smog, altri fattori atmosferici, fumo, alcol, alimentazione povera di nutrienti).

Per quanto riguarda l’età, non c’è un’età precisa, ma in genere la bioristrutturazione si può suggerire a partire dai 50 anni, sempre se la cute appare “provata” dall’età. Al di là dello stile di vita, alcune pelli tendono a segnarsi più di altre per motivi costituzionali (come, ad esempio la tipologia secca e sottile) e così dopo i 50 anni sembrano avvizzite, come “sgualcite”. Il trattamento bioristrutturante con filler a base di idrossiapatite di calcio diluito è ciò che le rimette in sesto.

Un altro trattamento per la longevità per i 40-50 anni?


Se, nella fascia di età 40-50 anni la pelle non presenta grandi segni di cedimento o di invecchiamento (come appunto il photoaging evidente), si può optare per un trattamento biorivitalizzante. La differenza con la bioristrutturazione è che la biorivitalizzazione consiste in iniezioni di vitamine, peptidi e acido ialuronico per idratare la cute nel profondo. È un trattamento che cura pur sempre la salute della pelle, ma con finalità meno “da restauro” rispetto alla bioristrutturazione con idrossiapatite di calcio diluito, accennato poc’anzi.

La biorivitalizzazione è indicata quindi per mantenere fresca la pelle, nell’ottica di una maggiore resistenza agli inevitabili “urti” del tempo e dell’ambiente.
La buona notizia è che la medicina estetica può offrire soluzioni efficaci con trattamenti soft e “poco impegnativi” che non stravolgono il viso, poiché non intervengono nel rimodellamento dei lineamenti (come, ad esempio il riempimento degli zigomi). Ma si occupano semplicemente – si fa per dire – della salute della pelle, affinché sia più longeva.

 

 

 

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