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Filler autologo ed eterologo per una bioristrutturazione profonda del viso

Filler autologo ed eterologo per una bioristrutturazione profonda del viso


Lun 19/06/2023 | Dott. Rocco Carfagna

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Un protocollo mini-invasivo mutuato dalla chirurgia plastica. Consiste in un doppio filler: eterologo, a base di idrossiapatite di calcio, e filler autologo, proveniente dal tessuto adiposo del paziente stesso.

Oggi il “ringiovanimento” del volto ha una tecnica in più, ideata dal dottor Rocco Carfagna, chirurgo plastico e medico estetico. Consiste nell’associazione di due filler, uno eterologo, a base di idrossiapatite di calcio, e l’altro autologo, proveniente dal tessuto adiposo del paziente stesso. Scopo del trattamento è bioristrutturare profondamente la pelle, cioè ricompattarla per restituirle tonicità. Non solo, tale metodica è utile anche per riempire quei visi che, con l’età, tendono a svuotarsi apparendo scavati.

Come funziona il trattamento con filler autologo ed eterologo


Il protocollo composto dal filler autologo ed eterologo prevede più step. «Nella prima parte del trattamento, si preleva un po’ di tessuto adiposo dalle aree del corpo che di solito ne contengono in grande quantità, come: glutei, cosce, addome, ginocchio. Il prelievo si effettua in anestesia locale, quindi senza alcun disagio per il paziente» spiega il dottor Carfagna. Subito dopo, il medico procede a processare il tessuto adiposo appena prelevato, per liberarlo dalle scorie e renderlo così iniettabile sul viso dello stesso paziente. Ecco perché si chiama filler autologo. È il cosiddetto lipofilling, una metodica che possono praticare solo i medici specializzati in chirurgia plastica.

«In base alle esigenze di correzione che riscontro nel paziente, cioè di aumento volumetrico o solo di bioristrutturazione della pelle, decido se centrifugare o lasciare decantare il grasso. Si tratta di due processi diversi che mirano a recuperare le cellule adipose utili al filler successivo, ma che variano a seconda della destinazione d’uso. Alcune persone hanno bisogno solo di ritrovare l’elasticità dei tessuti. In altri casi, invece, si aggiunge l’esigenza di restituire i volumi che il viso ha perso nel tempo. L’effetto finale è comunque “ringiovanente” e molto naturale» precisa Carfagna. 

Filler autologo + filler eterologo


Una volta che il tessuto adiposo è stato “trasformato” in sostanza iniettabile, può finalmente essere infiltrato nel viso. Subito dopo è il turno del filler eterologo, a base di idrossiapatite di calcio, una sostanza naturale che stimola in maniera importante i fibroblasti a produrre nuovo collagene, la proteina della compattezza cutanea. «Se iniettati in sequenza, nella stessa seduta, i due filler (autologo ed eterologo) danno un grande booster alla produzione di collagene. Il tessuto adiposo, filtrato e purificato, nutre la pelle; e il successivo filler di idrossiapatite di calcio dà una grande sferzata alla neocollagenesi. Il risultato è una pelle “ricompattata”, ovvero con meno lassità e cedimenti» dice il chirurgo.

Dove si iniettano i due filler? 


«Su tutto il viso, ma principalmente nella zona malare, cioè l’area delle guance che, una volta che inizia a cedere dà l’idea del viso perennemente stanco. Questa tecnica serve per risollevare tessuti ma senza gonfiarli. Non dobbiamo pensare che “grasso” uguale “viso gonfio”: quando ci si riferisce a filler di grasso autologo si parla di trofismo cutaneo, cioè di nutrizione dei tessuti, tramite le sostanze autologhe ed eterologhe, che diventano più vitali e giovani, quindi più elastici e tonici». Un’altra zona d’elezione del trattamento è il contorno mandibolare, allo scopo di ridefinire l’ovale e restituire così giovinezza al profilo.

Dopo il lipofilling e il filler di idrossiapatite di calcio, il viso appare più tonico e compatto, come se i tessuti che stavano per cedere fossero tornati al loro posto. La tecnica con filler autologo ed eterologo è infatti indicata per chi presenta cedimenti e lassità cutanee, ma anche per chi ha un viso svuotato a causa dell’età o mostra rugosità diffuse. Gli effetti sono molto naturali senza alcuna impressione di sembrare gonfi o con il viso tondo a luna piena.

I tempi 


I risultati sono evidenti sin dalla prima seduta, ma migliorano con il tempo nel corso delle settimane successive al trattamento. L’effetto è molto duraturo, arrivando a superare i 18 mesi.

 
In collaborazione con Alessandra Montelli.

 

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Carfagna Rocco

Autore

Chirurgia plastica, Medicina estetica

Salerno (SA)

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