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Full face, il trattamento “globale” che restituisce armonia al viso

Full face, il trattamento “globale” che restituisce armonia al viso


Mar 06/06/2023 | Dott. Rocco Carfagna

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Full face treatment, dall’inglese: trattamento di tutta la faccia. Tradotto così, fa un po’ specie perché fa pensare a un “rifacimento completo” che stravolge i lineamenti del volto. In realtà, è vero il contrario: è proprio intervenendo in minima parte su piccole aree del viso che si ottengono risultati naturali. Il rischio dei cambiamenti “trasformativi” subentra, invece, quando ci si concentra su un’unica zona del viso, trascurando il resto. Ce ne parla il dottor Rocco Carfagna, chirurgo plastico e medico estetico, esperto in trattamenti full face.

Che cos’è il full face


Il trattamento full face è un insieme di trattamenti di medicina estetica che si effettuano nella stessa seduta o in più sedute. Può avvalersi di vari strumenti: metodiche iniettive e/o energy device, come le apparecchiature che sfruttano le varie tecnologie per rendere la pelle più compatta, dipende dai casi. «Il full face non è un trattamento standard, uguale per tutti, ma può essere definito il trattamento individuale per eccellenza, poiché si calibra sulla base delle problematiche del paziente. Per esempio, alcune persone possono riscontrare un viso svuotato dall’età (o da un forte dimagrimento), altre, invece, possono accusare maggiormente la comparsa delle rughe. E poi ci sono casistiche differenti, cioè di persone che hanno piccoli difetti che possono essere attenuati con poco. Come si può intuire, il full face si occupa dell’aspetto del volto nel suo complesso» spiega il dottor Carfagna.

In cosa consiste il full face?


La prima cosa da sapere è che il full face treatment consiste in un approccio completo al miglioramento estetico del paziente. Cosa vuol dire? «Che cura sia l’aspetto superficiale della pelle che i piani più profondi, dove hanno origine i fenomeni dell’ invecchiamento cutaneo, come i cedimenti o gli svuotamenti dei tessuti. Ebbene, con un trattamento full face si cerca prima di rendere più bella la pelle e poi si interviene in profondità per curare la problematica di base. È un po’ come quando si ripara la carrozzeria di un’auto: oltre che della vernice, ci si occupa della sua struttura. Allo stesso modo per il viso: un trattamento biorivitalizzante preparerà il terreno a un trattamento mirato a ridefinire i volumi del volto alterati a causa del tempo» chiarisce l’esperto.

A cosa serve il full face 


Diversi gli scopi di un trattamento completo come il full face. «In sintesi, mira a rimodellare il viso che negli anni ha perso il suo “smalto”. Ma il vero valore aggiunto è che restituisce ciò che il volto ha perso, con un risultato naturale. In gergo medico si usa tanto l’espressione “ripristino dei volumi”, il che farebbe pensare a qualcosa di gonfio. In realtà: il full face riporta il volto quasi alla bellezza di un tempo, proprio perché si occupa di riposizionare i tessuti che con il tempo stanno cedendo verso il basso. Questo vuol dire risollevare, che è il concetto di lifting verticale. Ricordo che parliamo sempre di trattamenti mini-invasivi che si effettuano con sostanze iniettabili, e non con la chirurgia plastica che invece utilizza il bisturi» precisa il dottor Carfagna.

Come si sollevano i tessuti in medicina estetica?


Una sostanza molto efficace contro i cedimenti cutanei è l’ idrossiapatite di calcio, un minerale presente nelle ossa e nei denti, quindi completamente naturale e privo di effetti collaterali. Si inietta come un filler, ma ha la particolarità di non gonfiare, come invece fa l’acido ialuronico, perché non richiama acqua. L’idrossiapatite di calcio aiuta a sollevare e a dare sostegno alle zone che necessitano di essere liftate. Inoltre, stimola la pelle a produrre più collagene, la proteina responsabile di elasticità e compattezza. 

Dopo il trattamento, il viso appare subito ridefinito, come ridisegnato e “ricompattato” ma sempre con dolcezza. A partire dalle settimane successive, poi, la produzione di nuovo collagene renderà il viso ancora più compatto, quindi più giovane.

Dove si inietta l’idrossiapatite di calcio


La sua area d’elezione è l’area zigomatica centrale, cioè la guancia subito sotto le occhiaie, per intenderci. «Quando le guance cominciano a svuotarsi, il viso sembra stanco e invecchiato. Basta sollevare – che, ripeto, non vuol dire riempire – le guance per attenuare le rughe naso-geniene. In molte persone gli zigomi sono già pronunciati, quindi non vanno riempiti ulteriormente.
E poi l’idrossiapatite di calcio si inietta lungo la mandibola (jaw line) e per definire l’angolo mandibolare, altra zona critica che dà l’idea dell’invecchiamento. È efficace sulle tempie per sollevare delicatamente le sopracciglia. Insomma, è un filler molto versatile che aiuta a risollevare i tessuti del viso» spiega il chirurgo.

Chi è il paziente ideale per il full face?


«Uomini e donne a partire dai 40-45 anni che vedono il viso invecchiato senza sapere bene perché. In realtà, i motivi fisiologici ci sono, ma è normale che i pazienti non lo sappiano. Per questo, il full face è un trattamento per chi comprende che, per un risultato armonico, è meglio agire su più aree anziché soffermarsi sul “solito” riempimento delle rughe. È l’ideale per chi vuole vedersi meglio e mostrare un viso riposato, senza destare sospetti di…rifacimenti tramite il chirurgo» conclude il dottor Carfagna.

 
In collaborazione con Alessandra Montelli.

 

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Carfagna Rocco

Autore

Chirurgia plastica, Medicina estetica

Salerno (SA)

Roma (RM)


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