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Face contouring: rimodellare il contorno del viso

Face contouring: rimodellare il contorno del viso


Sab 28/01/2023 | Dott. Stefania Guida

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 Face contouring: il contorno del viso è il nuovo focus della medicina estetica. Nel mirino c’è la linea mandibolare con la ridefinizione di tutta l’area del mento e del sottomento.

L’obiettivo? Rimodellare l’ovale mirando a risultati armoniosi. Il trend è talmente attuale che ha “medicalizzato” un’espressione cara al make-up – come face contouring – identificandola con una precisa tecnica estetica.

Lo conferma la Dottoressa Stefania Guida, dermatologa e medico estetico, che nel recente congresso Dubai Derma (febbraio 2022) ha presentato una relazione proprio sul rimodellamento dei contorni del volto tramite filler/prodotti iniettabili.

Terzo inferiore del volto


«Dopo anni di attenzione quasi esclusiva su fronte, occhi e zigomi, oggi c’è un forte interesse sul terzo inferiore del volto, sia da parte delle donne che degli uomini.

Del resto, la medicina estetica offre trattamenti sempre più all’avanguardia, in grado di intervenire su un’area così delicata come la jawline (linea mandibolare ndr) con un impatto minimo sul paziente.

Mi riferisco ai filler iniettabili: ci sono alcune sostanze che ridefiniscono i contorni del viso non solo quando questi risultino alterati dall’invecchiamento, ma anche quando sono poco armonici a causa di difetti strutturali.

Si pensi a un mento poco proiettato o a una mandibola “incassata” nel collo, ma anche a un cedimento della parte inferiore del viso in seguito a un dimagrimento» - spiega la Dottoressa.

Con il passare degli anni, la linea della mandibola scivola verso il basso, comportando alcuni effetti che guastano l’armonia complessiva del viso:

  • il mento si confonde con il collo;

  • si forma il cosiddetto bargiglio, cioè una porzione di pelle in più tra l’angolo della mandibola e la guancia (che tende verso il basso);

  • il volto si allarga nella parte inferiore, diventando più tondeggiante.


A volte questi effetti non sono ancora così evidenti, ma si stanno per manifestare. Ce ne si accorge attraverso il confronto tra fotografie recenti e vecchie.

Il ritocco è necessario


Ed è proprio in questi casi che il ritocco sul terzo inferiore del volto dà risultati molto soddisfacenti. L’esigenza è riportare verso l’alto, nelle posizioni originarie, i tessuti scivolati in basso. 

Ci sono filler che consentono di rimodellare il terzo inferiore del viso con grande efficacia. Uno dei più innovativi è quello a base di idrossiapatite di calcio, una sostanza naturale presente anche nelle ossa, che corregge la lassità iniziale dei tessuti anche con una sola fiala.

Questo è un risultato molto importante perché rende il trattamento alla portata di un target molto ampio. E poi è una soluzione soft e mini-invasiva.

Ritocco mirato sul terzo inferiore del volto


Per eseguire un buon face contouring estetico, si inietta il filler a base di idrossiapatite in punti precisi, come gli angoli tra mandibola e guancia, le regioni zigomatiche laterali e il mento. Naturalmente ogni paziente è un caso a sé, per cui si decide l’esatto punto in cui intervenire solo dopo un’attenta valutazione del volto. 

Alcune persone, per esempio, possono presentare un cedimento maggiore nella regione mandibolare anche a causa del riassorbimento osseo, una condizione che si verifica con l’aumentare dell’età. Altre, invece, possono manifestare una più spiccata riduzione di spessore del tessuto sottocutaneo o una variazione del tono dei muscoli facciali, tutti fattori che incidono sul cambiamento delle proporzioni del viso, che tendono a determinare uno scivolamento verso il basso».

Il filler che stimola la produzione di collagene


In tutti i soggetti, con il passare del tempo, si evidenzia un progressivo impoverimento del collagene e dell’elastina, le due fibre responsabili del tono cutaneo, cioè quelle che danno sostegno alla pelle.

«Il dato interessante dell’idrossiapatite di calcio è che è un filler capace di stimolare la produzione di nuove fibre di collagene, migliorando la qualità della pelle in termini di elasticità e compattezza – continua la dottoressa – Ciò è particolarmente evidente nei primi 3 mesi dopo il trattamento, e l’effetto può durare sino a un anno, a seconda delle condizioni di partenza del paziente. Migliori risultati si ottengono via via che si ripete il trattamento, anche se non tutti possono necessitare della stessa frequenza, anzi.

Oltre alla capacità di contrastare le iniziali lassità cutanee, si è notato che l’idrossiapatite di calcio è un filler che migliora il tono della pelle quando questo appare avvizzito o assottigliato. In questi casi, lo si inietta diluito, sempre dopo aver analizzato bene il volto del paziente attraverso strumenti diagnostici propri degli ambulatori di medicina estetica».

Per chi cerca un effetto armonioso e naturale di ringiovanimento del proprio aspetto, agire dall’interno, stimolando la neo-collagenesi, è sicuramente un approccio di elezione.

 

In collaborazione con Alessandra Montelli.

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