La gengivectomia è un intervento chirurgico finalizzato alla rimozione di parte del tessuto gengivale per ragioni estetiche, per la salute del cavo orale e a causa di conflitti con terapie odontoiatriche specifiche.
Oggi, la gengivectomia è un intervento molto diffuso e sicuro, effettuato in poche decine di minuti e in anestesia locale. Soprattutto dal punto di vista estetico questo intervento ha permesso di risolvere problematiche come il così definito “sorriso gengivale”, una condizione particolarmente antiestetica e causa di disaggio.
Cos’è la gengivectomia
La gengivectomia è una tecnica chirurgica, introdotta da Goldman nel 1946, inquadrabile come asportazione della
parete gengivale, con conseguente intervento plastico, a causa di disturbi nelle
tasche sopraossee e
ipertrofie gengivali. L’operazione può essere eseguita a
bisello interno o esterno, ovvero, rispettivamente, se la posizione del bisturi è rivolta verso l’apice del dente o verso la corona. Sempre più diffusa è la gengivectomia mediante trattamento laser che diminuisce i tempi d’esecuzione e di recupero limitando anche i rischi connessi ad infezioni e complicanze.
Perché si effettua la gengivectomia?
Sono molteplici i disturbi per i quali è indicata la gengivectomia come trattamento risolutivo. Questi disturbi possono riguardare specifiche
patologie delle gengive, una
corretta igiene del cavo orale,
limitazioni di tipo estetico o
in relazione a terapie orientate al trattamento di problemi del cavo orale non ascrivibili alle gengive.
La gengivectomia viene effettuata dunque in presenza di:
- Disturbi gengivali legati all’invecchiamento
- Infezioni batteriche
- Patologie gengivali
- Lesioni della parete gengivale
- Ostruzione e limitazione di altre terapie
- Problemi di natura estetica
- Prevenzione di patologie non ancora in essere
La gengivectomia per la risoluzione del “sorriso gengivale”
Il
sorriso gengivale è una particolare condizione di sovraesposizione della
gengiva superiore durante il sorriso.
Il problema può essere causato da numerose problematiche come dimensione ridotta dei denti, eccesso di tessuto gengivale, errato sviluppo e funzionalità del muscolo elevatore del labbro superiore nonché problemi legati allo sviluppo della mascella.
La gengivectomia è il miglior trattamento per risolvere tale problema. In questi casi il tessuto in eccesso della gengiva viene rimosso ripristinando l’armonia con i denti e, se necessario, viene valutata una variazione della dimensione dei denti con
faccette e
corone. Per limitare il muscolo elevatore invece viene praticata una
miotonia o l’iniezione di
botulino capace di paralizzare il movimento del muscolo elevatore di riferimento.
Come si esegue la gengivectomia?
La gengivectomia può essere eseguita mediante tecnica chirurgica tradizionale o laser. Entrambe le soluzioni sono valide e risolutive benché il laser comporti minori rischi di infezione e ridotti tempi di recupero. Il laser è altresì meno invasivo e per tale ragione in rapida diffusione. L’intervento viene effettuato in un centro medico adeguatamente attrezzato dopo la somministrazione di
anestesia locale.
La durata del trattamento varia dai 30 ai 60 minuti a seconda delle variabili connesse al disturbo da trattare.
Effettuata l’incisione della gengiva, mediante bisturi o laser, viene rimosso il tessuto in eccesso e rimodellati i nuovi
contorni gengivali. Per i disturbi più complessi sono necessarie, spesso, più sedute per la risoluzione definitiva nonché l’utilizzo di altre procedure mediche e chirurgiche chiamate a ricostruire o rimodellare denti e bordo gengivale.
Cosa fare dopo un intervento di gengivectomia?
La gengivectomia non prevede alcun ricovero e le dimissioni seguono nell’arco della giornata dell’intervento. I tempi di recupero sono particolarmente rapidi ed in genere senza intoppi a corredo. Il dolore durante l’intervento è mitigato dall’anestesia mentre dopo la fine della sua azione potrebbe essere normale avvertire dolore diffuso nel cavo orale ed in particolare nella zona trattata. Il dolore può essere contenuto con un normale analgesico da banco.
Sono comuni i sanguinamenti nei giorni successivi all’intervento a causa della difficoltà dei
tessuti molli della bocca a procedere ad una rapida cicatrizzazione.
Non è consigliato assumere cibi impegnativi per la masticazione e si consigliano, dunque, alimenti facili da masticare o liquidi. È opportuno evitare l’uso di collutori comuni, preferendo quelli a base di
clorexina, mentre è consentito risciacquare la bocca con
soluzioni saline utili a limitare la proliferazione batterica.
Dopo una gengivectomia
sono fortemente sconsigliati il fumo, l’alcool e l’assunzione, in grandi dosi, di cibi e bevande ricche di zuccheri. È importante mantenere una corretta igiene orale con lavaggio frequente dei denti e l’uso di
filo interdentale. Per limitare i rischi connessi al ristagno dei cibi nel cavo orale possono essere vagliati trattamenti complementari.
I rischi della gengivectomia
Al pari di altri interventi, la gengivectomia comporta rischi e complicanze, ascrivibili soprattutto alla proliferazione di batteri lungo le lesioni. Le prescrizioni mediche, in termini di igiene e cura delle ferite, sono fondamentali nei giorni successivi all’intervento e fondamentali per limitare il rischio di infezioni. Il trattamento laser, rispetto a quello chirurgico, diminuisce drasticamente i rischi di infezioni e permette un recupero molto celere. La guarigione definitiva avviene dopo circa 3/4 mesi dall’intervento.
In collaborazione con Pasquale Ambrosio
Fonti:
- David A. Mitchell, Laura Mitchell, Oxford Manuale di Odontoiatria Clinica, Edra, 2020.
- Davide D’amico, Manuale di Chirurgia Generale. Piccin 2018.
- Carlo D’Aniello, Manuale di Medicina Estetica, Masterbooks, 2019.
- Alberto Massirone, Trattato di Medicina Estetica, Piccin Nuova-Libraria, 2010.
- Evaristo Belli et al., Manuale di chirurgia maxillo-facciale, EPC, 2017.
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