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Fototermolisi frazionata o frazionale, laser


Mer 31/08/2022 | Dott. Tania Basile

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DEFINIZIONE

La fototermolisi frazionata o frazionale si impernia sull'utilizzo di un particolare laser con emissione di anidride carbonica frazionata, che permette di interagire con tessuti abbondanti in acqua, a fini estetici. Tale tecnica, di recente introduzione, viene appunto utilizzata nell'ambito della medicina estetica per attenuare e correggere inestetismi del viso e della cute, come le macchie senili, le discromie cutanee e gli xantelasmi, senza ricorrere alla chirurgia. È importante sempre rivolgersi preliminarmente al proprio medico di medicina estetica prima di intraprendere il trattamento di fototermolisi frazionata.

COS’È

La fototermolisi frazionata, o frazionale, è una recente procedura di medicina estetica che si basa sull'utilizzo di un laser ad anidride carbonica, il quale sfrutta un processo noto come fototermolisi selettiva. In sostanza, il funzionamento di questo laser si basa sull'impatto delle lunghezze d'onda prodotte dal laser sui tessuti dell'organismo umano particolarmente ricchi in acqua, producendo una sorta di effetto vaporizzante.

Non a caso tale metodica è anche nota con il termine di resurfacing cutaneo e permette il rimodellamento della superficie cutanea nonché l'eliminazione e l'attenuazione di varie tipologie di inestetismo, a partire dalle cicatrici e dalle piccole formazioni cheloidi, fino a giungere alle macchie senili e agli xantelasmi. Questo trattamento viene anche impiegato per la correzione delle borse adipose sottorbitarie, ripristinando la fisiologica armonia della parte superiore del viso.

La fototermolisi frazionata, o frazionale, rappresenta un eccellente trattamento antiaging e di ringiovanimento della cute ma è sempre necessario ottenere una valutazione preliminare da parte del medico di medicina estetica, il quale giudicale effettiva idoneità del paziente all'intervento.

INDICAZIONI

Come detto, la fototermolisi frazionata, o frazionale, si basa sull’emissione di particolari lunghezze d'onda di un fascio di luce laser ad anidride carbonica, il quale determina, in situ, una condizione di denaturazione del tessuto su cui il laser impatta.

Per tale ragione, questa metodica viene indicata per il trattamento e l'attenuazione di diversi inestetismi della cute, tra cui:


  • Macchie solari come la lentigo solare;

  • Rughe statiche, come le rughe frontali e le rughe glabellari;

  • Pori estremamente dilatati e comedoni;

  • Cicatrici post-chirurgiche o acneiche;

  • Lesione da contatto con lampade a luce ultravioletta o luce solare;

  • Zone di lassità cutanee o intaccate da cellulite;

  • Cloasma, o maschera gravidica;

  • Smagliature e zone cutanee a buccia d'arancia.


PREOPERATORIO

Nella fase preliminare al trattamento di fototermolisi frazionata, o frazionale, il paziente deve intrattenere un colloquio con il proprio medico di medicina estetica o con il medico dermatologo. Innanzitutto, il medico avrà cura di raccogliere tutte le informazioni che ritiene utili dal paziente, inerenti il suo stato generale, il soffrire di particolari malattie in acuto o in cronico nonché la lista di farmaci assunti in caso di terapia.

Ultimata la fase di anamnesi, il medico procede con l'esame obiettivo del paziente, ricercando le aree cutanee che il paziente stesso ha intenzione di rimodellare, ispezionando dunque e palpando i vari inestetismi da trattare. In questa fase il medico deve escludere eventuali inestetismi che non possono essere trattati in maniera efficace dalla metodica di fototermolisi frazionata, come ad esempio formazioni cheloidee imponenti o dermatiti recenti. In genere, anche le vestigia di recenti interventi chirurgici, come il lifting, rappresentano delle controindicazioni relative all'effettuazione della fototermolisi selettiva con il laser ad anidride carbonica.

Prima di congedare il paziente, il medico gli raccomanda di astenersi da fumo e alcol nelle due settimane precedenti la data del trattamento e gli indica di effettuare alcuni esami del sangue volti a definire le varie funzionalità d'organo.

ESECUZIONE DELL’INTERVENTO

Generalmente, l'intervento di fototermolisi frazionata, o frazionale, con utilizzo del laser ad anidride carbonica prevede l'esecuzione di almeno tre sedute distanziate da circa 30-40 giorni l'una dall'altra.

Il trattamento si basa sull’emissione di specifiche lunghezze d'onda da parte di un sistema laser ad anidride carbonica: i fasci luminosi impattano su piccole aree cutanee, determinando la denaturazione della pelle superficiale e dunque l'attenuazione dell'inestetismo. La dimensione di queste aree è molto piccola e pertanto è visibile solo dal sistema laser, il quale agisce in maniera estremamente selettiva sulla cute da bersagliare.

POST OPERATORIO

Nella fase successiva al trattamento di fototermolisi frazionata, o frazionale, possono talvolta presentarsi dei piccoli fastidi o passeggere alterazioni della sensibilità in corrispondenza delle zone cutanee bersagliate dai fasci luminosi del sistema laser ad anidride carbonica.

Per ovviare a questo inconveniente è sufficiente applicare in situ delle pomate o degli unguenti ad azione lenitiva ed emolliente.

RISCHI E COMPLICAZIONI

Il processo di fototermolisi frazionata, o frazionale, non induce particolari complicazioni, ad eccezione della possibile comparsa di un piccolo eritema di durata variabile, il quale tende ad autorisolversi nel giro di poche settimane.

FONTI:

  • Tullio Cainelli, Alberto Giannetti, Alfredo Rebora, Manuale di dermatologia medica e chirurgica, McGraw Hill 2017.

  • David J. Goldberg. Laser e luce nella terapia dermatologica. Milano: Elsevier Italia; 2006.


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