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Ernia


Lun 09/05/2022 | Dott. Tania Basile

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DEFINIZIONE

Si definisce ernia la migrazione di un organo o di un viscere all’interno di una cavità diversa da quella di origine. Generalmente questo fenomeno si verifica a causa della presenza di aperture o dilatazioni a livello delle strutture deputate al contenimento degli organi stessi. L’ernia può manifestarsi in diverse sedi anatomiche ma la più frequente è quella addominale. Questa particolare tipologia è responsabile della formazione di una vistosa protuberanza addominale. L’ernia, oltre all'importante difetto estetico, causa una condizione clinica delicata che, nella maggior parte dei casi, deve essere risolta attraverso la terapia chirurgica.

COS’È

L’ernia si verifica quando vi è il passaggio di un viscere all’interno di una regione anatomica differente da quella di appartenenza. Questo processo è imputabile alla presenza di orifizi, fisiologici e/o patologici, che offrono la possibilità agli organi di migrare in altre sedi.

Esistono diverse tipologie di ernie ma quelle addominali risultano essere le più diffuse. Le anse intestinali sono i visceri che maggiormente vanno incontro ai fenomeni di erniazione.

La dislocazione degli organi è responsabile dello sviluppo di protuberanze che, oltre a rappresentare un pericolo per la salute del paziente, costituiscono un ingombrante difetto estetico. La vita sociale del paziente viene inficiata poiché, da un punto di vista psicologico, la presenza di tale tumefazione, può indurre la persona a sviluppare disagio e malessere.

SINTOMI

La sintomatologia accusata dal paziente varia a seconda del tipo di ernia che si viene a formare. Ad esempio, per le ernie diaframmatiche, caratterizzate dalla migrazione dello stomaco all’interno della cavità toracica, si possono avvertire bruciori e reflussi gastroesofagei, associati a turbe nei processi digestivi.

Invece, le ernie addominali possono generare un senso di pesantezza e, dopo l’esecuzione di alcuni movimenti, dolore in corrispondenza della tumefazione.

Un’altra ernia diffusa è quella del disco che affligge la colonna vertebrale. Il paziente lamenta un dolore lombare che tende ad acuirsi a seguito di un lavoro fisico.

 

 

CLASSIFICAZIONE

L’ernia può essere classificata prendendo in considerazione diversi parametri. Il criterio principale è quello topografico che suddivide questa patologia in:


  • Ernia addominale: il contenuto erniario determina la formazione di voluminose escrescenze sulla parete dell’addome

  • Ernia inguinale: colpisce maggiormente gi uomini e la tumefazione si colloca in corrispondenza della regione dell’inguine

  • Ernia diaframmatica: alterazioni dello hiatus esofageo consentono la migrazione dello stomaco nella cavità toracica

  • Ernia del disco: è causata dalla fuoriuscita della porzione gelatinosa (polpa) del disco fibrocartilagineo che si frappone tra le vertebre.


CAUSE

Alla base della formazione di un’ernia vi è sempre un’alterazione a carico delle strutture muscolari e fasciali che mantengono in sede i diversi organi. Queste defezioni possono essere:

  • Congenite: il difetto strutturale si presenta alla nascita ed è attribuibile a fenomeni disembriogenetici che causano immaturità nei tessuti coinvolti

  • Acquisite: lo sfiancamento dei tessuti, a seguito di sforzi o di condizioni cliniche (obesità, ad esempio), creano i presupposti ideali per l’erniazione dei visceri.


DIAGNOSI

La diagnosi di ernia è prettamente clinica e pertanto viene effettuata nel corso di una visita medica. Allo specialista è sufficiente procedere con l’anamnesi e con l’esame obiettivo per poter diagnosticare la maggior parte delle ernie. Questo iter diagnostico si applica alle cosiddette ernie ‘’esterne’’, ovvero quelle che risultano visibili già al momento dell’ispezione.

Invece, per l’ernie ‘’interne’’, come quelle al disco o quelle diaframmatiche, è necessario il supporto di indagini strumentali (radiografie, risonanza magnetica e TC).

TERAPIE

Salvo alcune particolari condizioni, per trattare l’ernia si ricorre alla terapia chirurgica. Per ciascun tipo di ernia vi sono tecniche in grado di riportare l’organo in sede. Ad esempio, per quanto concerne le ernie addominali ed ombelicali, si adopera l’addominoplastica.

Lo scopo di questo trattamento è quello di ricondurre le viscere all’interno delle cavità di origine e di rimodellare chirurgicamente la parete dell’addome, applicando dei sostegni.

RISCHI E COMPLICAZIONI

Il trattamento dell’ernia, essendo di natura chirurgica, nasconde sempre dei rischi per la salute del paziente. Le tecniche da applicare vengono scelte dall’equipe medica, prima dell’intervento, a seconda dell’esigenze espresse dal caso in esame. Nonostante le dovute precauzioni, in alcuni casi, possono verificarsi delle complicazioni.

Generalmente, le complicazioni più temibili sono:

  • L’insuccesso della pratica chirurgica che espone a delle recidive

  • Le reazioni allergiche ai farmaci anestetizzanti

  • Lo sviluppo di infezioni nosocomiali

  • La genesi di vistosi esiti cicatriziali


FONTI:

  • Nicolò Scuderi. Manuale di chirurgia plastica, ricostruttiva ed estetica. Padova: Piccin; 2014

  • Valerio Cervelli, Benedetto Longo. Chirurgia plastica ricostruttiva ed estetica. Pisa: Pacini; 2021.



  • David Brown, Anestesia regionale e analgesia. Delfino, 2002.


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