Accesso
Dottori

Chirurgia ortognatica


Lun 09/05/2022 | Dott. Tania Basile

Condividi su Facebook Condividi su Twitter

DEFINIZIONE

La chirurgia ortognatica è quel particolare settore della chirurgia maxillo-facciale che si occupa di riportare in posizione naturale le ossa mascellari superiori e le ossa mascellari inferiori, anche note come ossa mandibolari. Generalmente, le persone che ricorrono a questo tipo di chirurgia lo fanno perché spinte da motivi estetici e successivamente all’indicazione dell’ortodontista, il quale si preoccupa dapprima di riposizionare i denti nelle cavità alveolari e poi di cooperare con il chirurgo ortognatico per allineare le mascelle alle arcate dentarie. Poiché i denti si collocano nelle mascelle, in alcuni casi essi possono infatti protrudere o alterarsi (a causa di anomalie primarie dei denti o delle mascelle), producendo uno sgradevole effetto estetico.

COS’È

La chirurgia ortognatica è un ramo della chirurgia maxillo-facciale che interviene direttamente sulle mascelle superiori e sulle mascelle inferiori, riportandole in asse e conferendo loro armonicità nel rapporto con il resto dello scheletro facciale; questo tipo di chirurgia interviene sia per restituire comfort estetico alle persone che presentano alterazioni evidenti delle ossa mascellari, sia per restituire funzionalità al processo di occlusione dentaria.

L’intervento di ortognatica, di norma preceduto da una valutazione ortodontistica, consiste nel dislocare le ossa mascellari e riposizionarle tramite delle placche in titanio, in maniera che possano rimanere stabili a lungo.

INDICAZIONI

Come si è detto, la chirurgia ortognatica trova applicazione per contrastare e correggere deficit strutturali e di posizionamento delle ossa mascellari; per questa ragione le persone che dovrebbero rivolgersi a un consulto con il medico chirurgo esperto in ortognatica sono coloro che presentano:


  • Ipotrofia o ipertrofia delle ossa mascellari;

  • Deviazione evidente dell’osso mandibolare in qualsiasi direzione dello spazio;

  • Ipognatismo e arretramento del mento;

  • Malocclusione dentaria (cosiddetto morso aperto) che rende impossibile chiudere in maniera idonea i denti;

  • Asimmetrie dello scheletro facciale inferiore;

  • Apnea ostruttiva del sonno e russamenti dovuti a un osso mandibolare piccolo o posteriorizzato.


PREOPERATORIO

La fase preoperatoria di un intervento ortognatico è un periodo abbastanza difficoltoso da gestire, sia in termini temporali che in termini di “tenuta psicologica” della persona che vuole sottoporsi all’intervento; di norma, infatti, dopo aver tenuto un colloquio approfondito con il chirurgo estetico specializzato nella gnatologia, il paziente viene rimandato all’attenzione del dentista ortodontista, il quale deve preventivamente correggere le anomalie di posizione dei denti, prima che venga effettuato l’intervento direttamente sulle mascelle.

L’approccio ortodontico consiste nel correggere i malposizionamenti dentari tramite apparecchio di correzione da indossare per lunghi periodi di tempo, fino al ritorno in sede di tutti i denti; successivamente, il chirurgo gnatologo, dopo aver raccolto tutti i dati del paziente, procede alla valutazione del suo scheletro facciale e a giudicare la fattibilità dell’intervento mediante:

  • Fotografie della disposizione delle ossa inferiori della faccia;

  • Radiografie;

  • Calco digitale per studiare la masticazione;

  • Ricostruzione digitale delle mascelle nel post-operatorio.


ESECUZIONE DELL’INTERVENTO

Dopo aver acquisito tutti i dati possibili sul paziente e aver documentato la disposizione delle ossa mascellari e dove intervenire, il chirurgo gnatologo programma l’intervento ortognatico, al superamento di almeno 15-16 anni di età, tappa in cui le ossa mascellari hanno ultimato il proprio sviluppo, nonostante vi siano diversi chirurghi che aspettano anche il ventesimo anno di età raggiunto dal paziente, prima di poter operare.

L’intervento di chirurgia ortognatica generalmente consta di queste fasi:

  • Somministrazione di anestetico generale;

  • Disinfezione e pulizia preventiva dell’interno della cavità orale e degli strumenti chirurgici;

  • Esecuzione di incisioni intra-orali;

  • Osteotomia delle ossa mascellari;

  • Mobilizzazione delle ossa mascellari e fissazione con viti (splints) in titanio;

  • Raggiungimento della posizione programmata e verifica del normale processo di occlusione;

  • Sutura delle incisioni a livello intra-orale.


POST OPERATORIO

La fase post-operatoria dell’intervento di chirurgia ortognatica deve essere eseguita prestando attenzione alle indicazioni fornite dal medico e avendo cura di ingerire esclusivamente cibi liquidi durante la prima settimana dall’intervento.

Dopo l’operazione, che può durare fino a due ore e mezza, al paziente viene applicato un laccio elastico che consente il graduale ripristino dell’articolazione temporo-mandibolare, permettendo di aprire progressivamente la bocca.

La piena funzionalità, sia meccanica che estetica, si acquisisce, nella maggior parte dei casi, circa due settimane dopo la data dell’intervento chirurgico, tenendo nel frattempo a bada l’edema e il dolore mediante utilizzo di farmaci anti-infiammatori e antidolorifici.

RISCHI E COMPLICAZIONI

Le maggiori complicazioni che possono derivare da un intervento di chirurgia ortognatica sono:

  • Edema persistente della cavità orale;

  • Eritema persistente della cavità orale;

  • Infezione;

  • Sanguinamento e formazione di raccolte petecchiali;

  • Malposizionamento intra-operatorio delle ossa mascellari;

  • Reazione anafilattica all’anestetico generale.


FONTI:

  • William G. Arnett, Richard P. McLaughlin. Pianificazione estetica e programmazione ortodontica in chirurgia ortognatica. Milano: Masson; 2006.

  • William R. Proffit, Raymond P. White. Ortodonzia e chirurgia ortognatica. Milano: Masson; 1997.


Articoli correlati

Accesso contenuti completi

x