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Anestetico


Mar 26/04/2022 | Dott. Tania Basile

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DEFINIZIONE

Un anestetico è un farmaco in grado di mettere in atto quella procedura medica nota come anestesia, che ha come fine ultimo l’attutire o l’annullare le sensazioni corporee e la percezione del dolore, oltre che indurre il rilassamento muscolare. Gli anestetici, che si suddividono in generali e locali a seconda della sede di azione, sono sovente utilizzati nel corso di un’anestesia perioperatoria e permettono al paziente di rimanere sedato e non responsivo alle sensazioni dolorifiche. Il farmaco anestetico è strettamente somministrato dal medico anestesista-rianimatore e non è completamente esente dal produrre eventi avversi e complicazioni, dovute soprattutto alla temporanea perdita della coscienza.

COS’È

L’anestetico è un tipo di farmaco, appartenente a diverse classi chimiche non necessariamente correlate, in grado di produrre l’anestesia ossia la perdita della sensibilità, la quale può o meno essere associata a una reversibile perdita della coscienza, a seconda che si tratti di una procedura di anestesia generale o di anestesia locale.

STORIA

L’utilizzo dell’anestetico, a differenza dell’analgesico che ha il solo scopo di annullare le sensazioni dolorifiche ed è conosciuto dalla notte dei tempi, avviene in tempi abbastanza recenti. In particolar modo, è solo nella seconda metà del XIX secolo che, negli Stati Uniti d’America, alcuni chirurghi cominciano a sperimentare con successo alcuni gas volatili dalle capacità anestetizzanti, come l’etere, il protossido d’azoto e il tiopentale.

La sperimentazione e l’utilizzo dell’etere fu portato all’attenzione della comunità scientifica internazionale nel 1846 con un articolo sul Boston Medical and Surgical Journal. Il primo utilizzo dell’etere in Italia risale al 1847 su un paziente ricoverato all’ospedale Maggiore di Milano. Altre sostanze, come il cloroformio, vennero ritenute poco sicure, con effetti tossici e cancerogeni sulla salute dei pazienti e abbandonate dall’uso pratico.

A COSA SERVE

L’anestetico serve a favorire l’anestesia e viene somministrato da personale esperto in caso di procedure chirurgiche più e meno invasive, nella formulazione più adatta per l’intervento e per la durata ritenuta necessaria affinché gli effetti vengano evidenziati.

INDICAZIONI IN MEDICINA ESTETICA E DERMATOLOGIA

Nel campo della medicina estetica l’anestetico è principalmente usato nella formulazione di crema anestetica, che viene utilizzata soprattutto negli impianti cutanei, ossia quelle procedure in cui si va a effettuare un riempimento volumetrico della cute (cosiddetto “filler”) per mezzo di sostanze come l’acido ialuronico.

Creme anestetizzanti topiche alla lidocaina e alla prilocaina sono i due tipi di creme più usate nella maggior parte delle tecniche di medicina estetica in cui si vanno a trattare gli inestetismi cutanei più frequenti.

Tra le procedure dermatologiche invece, sempre le creme anestetiche sono utilizzate nelle asportazioni chirurgiche di lesioni ritenute sospette del derma, di cui è poi importante studiarne la natura attraverso un apposito esame istologico.

PROPRIETA’ E CLASSIFICAZIONE

Le proprietà degli anestetici sono indirizzate a raggiungere l’anestesia in maniera settoriale e regionale oppure in maniera generale, inducendo solo dove necessario la perdita completa (ma temporanea) della sensibilità e della coscienza.

Gli anestetici sono classificati in:


  • Anestetico locale


Il farmaco anestetico locale provoca anestesia nella porzione desiderata del corpo, senza indurre incoscienza. Generalmente viene iniettato per via epidurale o spinale e il più utilizzato è la lidocaina, insieme alla prilocaina e alla bupivacaina.

  • Anestetico generale gassoso


Il farmaco anestetico gassoso è in genere un liquido che, evaporando, produce una perdita temporanea della coscienza e quindi una sedazione completa profonda; di questa categoria ne fanno parte l’alotano, l’isoflurano e il desflurano.

  • Anestetico generale endovenoso


L’anestetico in grado di indurre anestesia generale può anche essere somministrato per via endovenosa e può essere sia di natura oppioide (con molti effetti collaterali) che non oppioide, appartenente in quest’ultimo caso sia alla classe delle benzodiazepine che, meno frequentemente, a quella dei barbiturici.

RISCHI, COMPLICAZIONI ED EFFETTI COLLATERALI

La somministrazione di un farmaco anestetico, se non viene effettuata nei modi e nei tempi opportuni, può generare una serie di complicazioni ed effetti collaterali.

I principali effetti indesiderati e collaterali possono essere riassunti in:

  • Gonfiore, secchezza delle fauci, nausea e vomito

  • Reazione allergica o grave reazione allergica (anafilassi);

  • Depressione della funzionalità respiratoria;

  • Interferenza con l’attività di pompa cardiaca;

  • Sintomi neurologici, in alcuni casi anche allucinazioni (specie da ketamina).


 

FONTI:

  • Ronald D. Miller, Miller anestesia. Edra, 2006.

  • Fausto D’Agostino, Manuale di anestesia. Idelson-Gnocchi; 2021.

  • Bertram G. Katzung, Farmacologia generale e clinica. Piccin, 2021.


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