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Emicrania chirurgica: in cosa consiste?

Emicrania chirurgica: in cosa consiste?


Mer 26/06/2019 | Dott. Tania Basile

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L’emicrania è una patologica di carattere neurologico che tende a cronicizzare col tempo, caratterizzata da cefalee ricorrenti, si presenta spesso come dolore forte e pulsante a lenta insorgenza, che si acuisce e successivamente scema.


L'emicrania è una patologia assolutamente da non sottovalutare, in quanto provoca profondi disagi impedendo di godere anche dei momenti di relax a chi ne soffre, oggigiorno si stima che circa il 13% della popolazione mondiale ne soffra e che la maggior parte siano di sesso femminile.


Diversi sono gli stimoli che innescano il presentarsi di emicrania:



  • sbalzi ormonali,

  • alcuni alimenti,

  • la luce,

  • la variabilità metereologica,

  • a volte la familiarità.


Tra i nervi cranici, l’infiammazione del Trigemino è la principale causa della cefalea; esso passa con i suoi rami attraverso un muscolo del viso chiamato corrugatore del sopracciglio, che contraendosi in continuazione irrita il Trigemino stesso, dilata i vasi sanguigni, risultato: EMICRANIA.


La cura dell'emicrania, nei casi più gravi, è di carattere chirurgico, e consiste nell’interruzione del muscolo corrugatore del sopracciglio, così da ridurre o eliminare totalmente gli attacchi di emicrania.


L’intervento per la cura dell’emicrania può essere eseguito in anestesia generale e già dopo un paio di giorni si può tornare alla quotidianità.


La scoperta di questo metodo chirurgico/curativo da parte di alcuni medici statunitensi è avvenuta in modo del tutto casuale nell’ambito di uno studio non riguardante le cause scatenanti l'emicrania.


Lo studio interessava la rimozione del corrugatore, piccolo e breve muscolo posizionato in area sopraccigliare, per ovviare al problema delle rughe glabellari. In una successiva analisi condotta su un gruppo cospicuo di pazienti, una parte riferiva di avere sofferto di emicrania prima dell'intervento e confermava che, ad un anno dall'intervento, essa era scomparsa o sensibilmente attenuata.


Con la chirurgia mini-invasiva si possono, invece, trattare i punti dolorosi, accedendo dall'area temporale coperta dai capelli oppure è possibile intervenire su un nervo situato a livello della nuca.


I muscoli corrugatori sono muscoli di tipo mimico e sono responsabili della formazione delle "rughe di disapprovazione". Per rimuovere il muscolo corrugatore, il chirurgo effettua a livello della piega palpebrale una piccola incisione che sparirà dopo poco tempo. Il nervo non sarà nè rimosso nè danneggiato, l’obiettivo della rimozione del muscolo è evitare l'irritazione del nervo nell'area trigger sopraciliare responsabile dell'emicrania.


E' fondamentale localizzare le aree ed effettuare sempre il test della tossina botulinica per valutare l'adeguatezza dell'intervento chirurgico.


La procedura chirurgica descritta in precedenza, solitamente effettuata in anestesia generale, si basava su importanti dissezioni e rimozione di muscoli e/o nervi.


A partire dal 2011, viene utilizzato un innovativo approccio mini-invasivo, effettuato, invece, in anestesia locale e in regime di “One-Day-Surgery”, che contempla uno scollamento tessutale minimo senza la sezione di nervi o l’asportazione di porzioni muscolari.


I Pazienti idonei all’intervento soffrono di un’emicrania cronica o di una cefalea di tipo muscolo-tensivo, o di una combinazione delle due. Sono esclusi dal trattamento i pazienti con cefalea a grappolo, cefalee secondarie o che presentano un disturbo psichiatrico maggiore. Tutti i pazienti sono precedentemente diagnosticati da neurologi certificati, come evidenziato nei criteri descritti dalla Classificazione Internazionale delle Cefalee. Sono poi sottoposti a un’attenta valutazione clinica per confermare la frequenza, la durata, l’intensità degli attacchi e, soprattutto, per identificare i principali siti trigger degli stessi. Ai pazienti viene poi richiesto di compilare un questionario prima e sei mesi dopo l’intervento, al fine di ottenere un valido confronto di risultati del trattamento chirurgico con i protocolli precedentemente utilizzati. Viene poi firmato un idoneo e specifico consenso informato ed effettuati gli esami pre-operatori di routine.


Infatti, è stato dimostrato come, in una cospicua parte di pazienti affetti da cefalea o da emicrania, queste patologie siano determinate dall’irritazione dei nervi superficiali, da parte di muscoli o da vasi sanguigni; la liberazione mini-invasiva di questi nervi determina la completa remissione dei sintomi o una diminuzione significativa del numero, della durata e dell’intensità degli attacchi nella grande maggioranza dei pazienti trattati.


Tale approccio è indicato quando l’emicrania o la cefalea sono farmaco-resistenti, oppure quando la terapia farmacologica causa effetti collaterali così importanti da renderla poco sopportabile ai Pazienti trattati; non sono invece risolvibili tramite questa metodica le cefalee a grappolo o le cefalee secondarie ad altre patologie. Specifiche ricerche internazionali hanno dimostrato l’inutilità, in questi Pazienti, di iniezioni pre-operatorie di tossina botulinica, quindi non indicate quali ausili diagnostici precedenti la terapia chirurgica.


Risultati post-intervento: Il 90% dei pazienti ottiene la scomparsa totale della sintomatologia (80%) o una riduzione di almeno il 50% in intensità o frequenza e durata degli attacchi (10%). Per cause ancora non conosciute, il restante 10% dei pazienti non ottiene benefici di rilievo.


Eventi avversi: I pazienti hanno riferito qualche grado di parestesia frontale, temporale od occipitale, a seconda del tipo di intervento eseguito, limitato a circa due o tre mesi dopo l’intervento.


Le varie esperienze tratte da studi dimostra come le tecniche descritte hanno permesso un significativo miglioramento o l’eliminazione dei sintomi dell’emicrania/cefalea nella maggioranza (90%) dei pazienti trattati.


Considerando che questi interventi non hanno portato a serie complicazioni o effetti collaterali, le statistiche ed il parere dei massimi esperti dimostrano come le tecniche descritte rappresentino una valida risorsa nella terapia chirurgica dell’emicrania e della cefalea tensivo-croniche, minimizzando l’invasività dell’approccio chirurgico rispetto al protocollo precedentemente utilizzato. Pertanto queste tipologie di intervento sono senza dubbio consigliate ove necessario.



Fonti:


Migraine surgery, a clinical guide to theory and practice, Thomas Muehlberger.


Le cefalee. clinica e terapia. Cortina Raffaello Editore.


Trattato italiano delle cefalee. A.Pini, P.Sarchielli, G.Zanchini. Centro scientifico editore.

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