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La mastoplastica additiva: tipi di protesi mammarie e tecniche di intervento

La mastoplastica additiva: tipi di protesi mammarie e tecniche di intervento


Dom 23/07/2017 | Dott. Nicola Campitiello

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La mastoplastica additiva rappresenta ormai l’intervento di chirurgia plastica maggiormente richiesto dal pubblico femminile italiano, come confermano le ricerche di mercato. Il desiderio di un seno all’altezza dei propri desideri è una necessità, talvolta eccessiva, che rivela un bisogno psicologico sempre più avvertito dalle donne.


Il dottor Nicola Campitiello, specialista in chirurgia plastica,ricostruttiva ed estetica, dottorando presso l’A.O.U. San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona di SALERNO, sottolinea gli aspetti essenziali che ogni paziente dovrebbe considerare prima di rivolgersi ad uno specialista per migliorare il proprio seno attraverso l’utilizzo di protesi mammarie mediante un intervento di mastoplastica additiva.


                                                                   


Quali sono le protesi più adatte per un seno migliore


Un intervento di mastoplastica additiva consiste nell’inserimento di protesi mammarie nel seno della paziente. In virtù di ciò secondo il dottor Campitiello, una delle prime questioni che si pongono è quella di individuare il tipo di protesi piu’ adatto alle caratteristiche fisiche della paziente, in modo da ottenere un risultato quanto piu’ vicino alle aspettative della paziente. Non esiste infatti una sola categoria di protesi, ma varie forme da scegliere in base al seno:


-protesi tonde;


-protesi anatomiche;


-protesi coniche;


-protesi ergonomiche.


Occorre sottolineare innanzitutto che la protesi mammaria per il seno non è definitiva come erroneamente pensano alcune paziente spesso forviate dalle parole  di chirurghi non specialisti, ma necessita di essere cambiata dopo circa 10-15 anni dall’intervento a causa di un processo fisiologico normale che si innesca nell’organismo al momento dell’immissione della protesi mammaria e che si configura con la formazione di una capsula fibrosa che con il passare del tempo potrebbe ispessirsi e causare una contrazione della protesi.


Questo fenomeno  noto come CONTRATTURA CAPSULARE potrebbe verificarsi anche a distanza di poco tempo dall’intervento di mastoplastica additiva che riconosce come causa principale una predisposizione genetica, e come cause secondarie formazioni di sieromi, ematomi, infezioni e altri fattori. Accanto a questo ricordiamo anche che la protesi ha un peso e per effetto della gravita’ si assiste con il passare tempo, ad  un rilassamento dei tessuti che l’accolgono. Per questi motivi la protesi mammaria non è definitiva.


Esistono diverse tecniche che il chirurgo può utilizzare per l’inserimento della protesi mammaria. La tecnica, infatti, dipende sia dalle esigenze del seno della paziente che da quelle del chirurgo, e può essere di tipo:


-retroghiandolare;


-sottofasciale;


-sottomuscolare;


-tecnica dual plane, che consiste nel coprire la parte superiore della protesi per il seno con il muscolo grande pettorale, e la parte inferiore della protesi con la ghiandola.


Tutte le scelte che riguardano la tecnica attraverso cui effettuare la mastoplastica, e la tipologia di protesi per il seno, continua il dottor Campitiello, dipendono essenzialmente dalle condizioni iniziali della paziente.


Le vie di inserimento della protesi mammaria possono essere:


-emi-areolare;


-attraverso il solco sottomammario:


-trans-ascellare (non più utilizzata).


Le caratteristiche anatomiche del seno di ciascuna paziente


Ottenere un seno conforme ai propri desideri dipende anche, secondo il dottor Campitiello, da una valutazione sempre più attenta di quelle che sono le caratteristiche peculiari del seno di ogni paziente che si sottopone ad una mastoplastica additiva, e di ciò di cui hanno maggiormente bisogno per ottenere un miglioramento del proprio seno.


Non tutte le tecniche di realizzazione di mastoplastica additiva infatti, cosi come non tutte le forme e le tipologie di protesi mammarie, si adattano alla perfezione al caso specifico di ciascuna paziente. In quest’ottica sempre più mirata e individuale, continua il dottor Campitiello, è essenziale sottoporre la paziente ad una accurata visita iniziale che permetta di individuare attentamente quei parametri che consentano l’utilizzo di una certa tecnica di mastoplastica o di una certa protesi per il seno.


Dunque è essenziale effettuare una visita preliminare in cui si spiega alla paziente il tipo di protesi e la tecnica che viene utilizzata, una visita in cui, sottolinea il dottor Campitiello, vengono prescritti degli esami del sangue che la paziente deve effettuare e portare in visione qualche giorno prima dell’intervento. Il giorno stesso della mastoplastica additiva, la paziente si reca in clinica dove viene ricoverata e sottoposta ad intervento chirurgico, e nella maggior parte dei casi anche  dopo poche ore può tornare a casa.


 


Come avviene l’intervento di mastoplastica additiva


Come già sottolineato dal dottor Campitiello, la scelta chirurgica della tecnica da utilizzare per l’inserimento di protesi mammarie nel seno, è una scelta che compete al chirurgo plastico che tiene conto di svariati elementi, a partire dalle caratteristiche anatomiche e dalle esigenze di ciascuna paziente.


Dopo aver dunque sottoposto la paziente all’accurata visita iniziale e aver valutato tutti i parametri necessari, si esegue l’intervento di mastoplastica additiva, che dura mediamente circa un’ora e mezza, e puo’ essere  effettuato o in anestesia generale o in casi molto selezionati in anestesia locale con sedazione.


La parte che spesso interessa maggiormente le pazienti che scelgono di ricorrere a delle protesi per il proprio seno, continua il dottor Campitiello, è quella che riguarda il decorso post operatorio, che prevede astensione dall’attività fisica per circa 21 giorni  oltre all’uso di specifiche fasce toraciche e reggiseni.


Il dottor Campitiello sottolinea un utilizzo più frequente della tecnica sotto fasciale, sia perché consente di coprire il polo superiore con la fascia e non solo con la ghiandola, sia perché si ottiene un risultato molto più naturale per la paziente, elemento questo sempre più rilevante per coloro che scelgono di sottoporsi ad un intervento di mastoplastica additiva. Anche il post operatorio con questa tecnica è più confortevole per la paziente, poiché non prevede l’utilizzo di drenaggi e si ha un recupero molto più veloce, pertanto la paziente già dopo pochi giorni dall’intervento può tornare alla sua vita normale.


Accorgimenti postoperatori e specialisti qualificati


L’intervento di mastoplastica additiva, secondo l’analisi del dottor Campitiello, non presenta delle controindicazioni particolari, ma è tuttavia necessario seguire alcuni accorgimenti postoperatori, per ottenere un risultato ottimale per il proprio seno. La cicatrice che deriva dall’inserimento delle protesi mammarie può essere areolare o nel solco, a seconda delle esigenze della paziente. I punti di sutura vengono rimossi dopo circa 11-12 giorni dall’intervento di mastoplastica, pertanto in questo periodo la paziente deve evitare traumi nella sede di incisione, di lavare la parte operata, perché potrebbe causare problemi al processo di cicatrizzazione, un evento questo che potrebbe anche compromettere la riuscita della mastoplastica stessa. Essenziale, conclude il dottor Campitiello, è rivolgersi a professionisti altamente qualificati e preparati, per un intervento di mastoplastica in assoluta sicurezza, che permetta alla paziente di ottenere il seno che desidera.

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