Con oltre 1,6 milioni di procedure eseguite in tutto il mondo nel 2022, la mastoplastica additiva continua a essere una delle operazioni di chirurgia plastica più richieste, seconda solo alla liposuzione. L’Italia si posiziona al 5°posto dopo Stati Uniti, Brasile, Giappone e Messico per numero di procedure (dati ISAPS, The International Society of Aesthetic Plastic Surgery).
Negli anni le tecniche chirurgiche per aumentare il seno sono state perfezionate e ne sono state implementate di nuove. Tra queste spicca la Rem Technique, messa a punto dal Dr. Rocco Carfagna, chirurgo plastico a Salerno. Si tratta di una tecnica che mira a fornire la protesi più adeguata ai bisogni della paziente, per ottenere un risultato armonico.
Che cos’è la tecnica Rem di mastoplastica
La Rem Technique permette di studiare e decidere l’intervento di mastoplastica additiva più adatto alla fisicità di ciascuna paziente, allo scopo di assicurare un risultato personalizzato, il più naturale e armonico possibile. In quest’ottica la scelta dell’impianto protesico riveste una primaria importanza e deve essere svolta secondo un criterio “tailor made” attraverso alcuni parametri di misurazione scientifica.
Durante la visita che precede la mastoplastica additiva, la paziente viene misurata per poter determinare la tipologia di protesi e intervento maggiormente indicati, proprio come quando si realizza un abito su misura.
Una volta ottenute le misure antropocentriche, è il turno della misura della protesi che verrà scelta in base all’anatomia di partenza e al risultato estetico desiderato. Per un risultato gradevole, non bisogna mai perdere d’occhio i canoni di proporzione rispetto al resto del corpo che scongiureranno il più possibile l’effetto di “seno finto”. Oltre alla taglia di reggiseno, il chirurgo indirizza la paziente verso la scelta della forma della protesi e della tipologia di posizionamento più adatta alla paziente.
Quali protesi vengono utilizzate nella mastoplastica additiva?
Le protesi mammarie, comunemente impiantate per ragioni estetiche o ricostruttive, sono dispositivi medici regolamentati dal Decreto legislativo 5 agosto 2022, n.137 e dal Regolamento UE 745/2017.
Attualmente l’offerta è molto ampia e si possono scegliere protesi con caratteristiche e consistenze diverse. Di solito quelle maggiormente utilizzate sono protesi di silicone, contenenti un gel coesivo di silicone. Le forme principali sono tre: tonde, coniche e anatomiche.
Le protesi, inoltre, cambiano anche per struttura e finish superficiale: quelle lisce lisce vengono preferite in interventi di mastoplastica additiva che prevedono un posizionamento sotto il piano muscolare.
Poi ci sono le protesi texturizzate, cioè rugose in superficie, che sono adatte per interventi di mastoplastica additiva con qualsiasi tipo di posizionamento: sotto-muscolare, retro-ghiandolare, dual plane (vuol dire che la protesi è coperta nel polo superiore dal muscolo grande pettorale e nel polo inferiore dalla ghiandola mammaria).
Chi può sottoporsi alla mastoplastica additiva?
Tutte le donne che hanno superato i 18 anni di età possono sottoporsi alla mastoplastica additiva. In particolare, per essere idonea all’intervento, la paziente deve sottoporsi a un iter di esami: esami del sangue, elettrocardiogramma, ecografia mammaria e mammografia (in donne con più di 40 anni).
Chi è la paziente che sceglie di rifarsi il seno oggi?
«La fascia di donne che chiede di aumentare il seno è variegata: si va da chi ha una misura molto piccola di seno a chi ha difetti anatomici, come ad esempio il seno tuberoso, o chi ha subito grandi cambiamenti in seguito a gravidanze o forti dimagramenti. È ampia anche l’età: si va dai 20 ai 70 anni. In tutti i casi, la mastoplastica è probabilmente l’intervento che più di tutti restituisce autostima, paragonabile solo alla rinoplastica» conclude il Dr. Carfagna.
In collaborazione con Alessandra Montelli.
Autore
Chirurgia plastica, Medicina estetica
Salerno (SA)
Roma (RM)
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