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Mastoplastica additiva e l'evoluzione delle tecniche

Mastoplastica additiva e l'evoluzione delle tecniche


Mar 25/10/2022 | Dott. Antonio Rotondo

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La mastoplastica additiva è un intervento di chirurgia plastica eseguito per aumentare il volume del seno e migliorarne l’aspetto. 

Le richieste arrivano da donne di qualsiasi età: ragazze giovani con un seno troppo piccolo che non permette loro di sentirsi in armonia con il proprio corpo, donne più adulte con un seno svuotato o cadente a causa di gravidanze, dimagrimento e invecchiamento della pelle, o ancora donne di qualsiasi età che abbiamo subito una mastectomia parziale o totale a causa di tumori mammari, oppure anche solo l’asportazione di noduli molto grandi in seguito alla quale una parte della mammella risulta visibilmente mancante. 

La mastoplastica additiva è quindi indubbiamente uno degli interventi più richiesti e più praticati al mondo, ma anche forse quello che vanta una storia più lunga. Le prime protesi riempite di silicone sembrano risalire agli anni ’50, ma la prima mastoplastica additiva in assoluto fu eseguita nel lontano 1895 dal medico Czerny.

Il dottor Czerny asportò un lipoma (un tumore benigno formato da tessuto adiposo) dal fianco di una paziente e lo trasferì alla regione mammaria, ai fini di correggere la perdita di volume della mammella della paziente causata dall’asportazione di un fibroadenoma.

L'importanza del seno nella donna


Il seno è per una donna simbolo ed espressione di femminilità e sensualità. Infatti, nonostante negli anni i canoni estetici siano ciclicamente cambiati, il desiderio di aumentare il volume del seno o anche semplicemente quello di renderlo più rotondo e sodo è rimasto costante, e questo ha portato i chirurghi plastici a studiare e mettere a punto protocolli di intervento e materiali sintetici per le protesi. Negli anni sono stati utilizzati i materiali più disparati: avorio, spugna, paraffina, gomma, ecc. con risultati molto innaturali (deformità, asimmetrie) nonché rischi altissimi di rigetto e necrosi tissutale.   

Si deve arrivare fino al 1963 per vedere la prima protesi realizzata in silicone, considerata il prototipo di tutte le protesi sviluppate in futuro fino ai giorni nostri. Essa fu presentata al 3° Congresso Internazionale di Chirurgia Plastica da Cronin e Gerow: involucro di silicone riempito con gel di silicone. 

La ricerca 


Negli anni la ricerca è andata avanti ai fini di creare delle protesi sempre più sicure ed ai fini di ottenere risultati sempre più naturali. Quello che si è cercato di fare è assottigliare l’involucro e trovare gel di riempimento più fluidi, in modo da ottenere un migliore adattamento in sede di impianto nella mammella. Dopo diverse prove e diversi stop (per un periodo le protesi di silicone vennero ritirate dal mercato perché si pensava potessero aumentare l’incidenza di tumori mammari e malattie autoimmuni, ipotesi poi rivelatasi infondata) si è arrivati alle protesi attuali: involucro di silicone contenente gel di silicone o altre sostanze (solitamente idrogel o soluzione fisiologica).

La ricerca ha portato ovviamente anche a mettere a punto e perfezionare tecniche e protocolli, ai fini di migliorare sempre di più sia confort e sicurezza per il paziente e sia i risultati.

Mastoplastica additiva: quando e perché viene richiesta


Come accennato nel paragrafo precedente sono diverse le situazioni che possono portare una donna a richiedere un intervento di mastoplastica additiva.

Partiamo dal presupposto che la mastoplastica additiva è un intervento che restituisce volume al seno. Può essere quindi eseguito per ottenere un aumento di volume, oppure per riempire, e quindi restituire, un volume che si è perso.

L’aumento del volume del seno viene sostanzialmente richiesto da quelle donne che hanno un seno piccolo. Qui si potrebbe aprire un discorso molto lungo: ci si potrebbe chiedere quali sono, e chi è che stabilisce quali sono le misure giuste del seno di una donna. In base a quali canoni si definisce un seno “troppo piccolo”?

Proporzioni e armonia


Non ci sono dei canoni: è una questione di proporzioni e di armonia. Il principio è quello che ogni persona ha il diritto di sentirsi in armonia con il proprio corpo per cui, qualsiasi sia l’età, se una donna decide di “rifarsi” il seno lo fa perché non è contenta di quello che ha, e per questo non si sente in armonia con il proprio corpo e con la propria persona. E allora, magari, un seno nuovo è il regalo che si chiede a 18 anni, per sentirsi finalmente serena nell’indossare un top scollato; oppure è l’intervento che ci si regala a 50 anni, per ritrovare quel seno sodo e rotondo che adesso appare floscio e svuotato dopo gravidanze, dimagrimenti e invecchiamento cutaneo.

La mastoplastica additiva viene giustamente eseguita dopo mastectomie parziali o totali eseguite per asportare un tumore mammario. Anche dopo l’asportazione di un nodulo molto grande una delle due mammelle può rimanere visibilmente diversa dall’altra. La mastoplastica additiva (in questi casi più che mai) restituisce alla donna bellezza e femminilità. 

La mastoplastica additiva può essere infine eseguita anche per correggere delle asimmetrie congenite tra le mammelle. 

Mastoplastica additiva: l’evoluzione delle tecniche


Negli anni i protocolli per la mastoplastica additiva si sono perfezionate sempre di più, e attualmente sono diverse le tecniche a disposizione.

I tre principali aspetti in base ai quali il chirurgo deve pianificare l’intervento di mastoplastica additiva sono: 

  1. Via di accesso: le protesi vengono inserite nel seno attraverso piccoli accessi chirurgici che possono essere a livello del complesso areola capezzolo, del solco sottomammario, dell’ascella

  2. Tipo di protesi: il materiale è solitamente silicone ma esistono anche protesi in poliuretano; forma e caratteristiche possono essere diverse in base alla paziente ed al tipo di intervento che si decide di pianificare. Si possono utilizzare ad esempio protesi rotonde o anatomiche, lisce o testurizzate.

  3. Sede di impianto: il posizionamento della protesi può essere sottoghiandolare, sottofasciale, dual plane o sottomuscolare. La scelta del piano di alloggiamento della protesi dipende dalle caratteristiche morfologiche della paziente, ai fini di dare all’impianto una buona copertura da parte di tessuti, per ottenere un aspetto gradevole ed il più possibile naturale, privo di complicanze.


Il ruolo del chirurgo


Nella mastoplastica additiva il ruolo del chirurgo plastico è fondamentale. La buona riuscita dell’intervento, sia in termini estetico/funzionali e sia di sicurezza, dipende dal giusto insieme di senso estetico, preparazione tecnica e capacità chirurgiche del medico al quale si decide di affidarsi. 

Ogni tecnica ha un'indicazione ben precisa e viene scelta in base alla paziente e alle sue caratteristiche fisiche. Per quanto riguarda il volume, è, bene parlare di armonia, che sta ad indicare la giusta preparazione in rapporto al fisico della paziente, in quanto ritengo che l'impianto protesico debba abbellire, e non essere né troppo grande né troppo piccolo.

Utilizziamo una tecnica anestesiologica grazie alla quale con l'ausilio di una cannula smussa infiltriamo una quantità di soluzione a seconda del tipo di intervento dietro al muscolo pettorale o dietro la ghiandola. Tutto ciò rende la dissezione dei tessuti meno traumatica e dolorosa, riducendo il sanguinamento.

Questa tecnica viene definita idrodissettiva, grazie alla quale si ottiene un post operatorio con poco dolore, una rapida ripresa, che permette l'intervento in day surgery.

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Rotondo Antonio

Autore

Chirurgia plastica,Medicina estetica

Napoli (NA)


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