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La patient-centricity nel rapporto medico-paziente

La patient-centricity nel rapporto medico-paziente


Lun 18/03/2024 | Dott. Marco Bartolucci

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In inglese la chiamano “confidence”, un termine che include tutta una serie di concetti positivi, come: sicurezza di sé, fiducia nelle proprie capacità, miglior rapporto con il proprio corpo. Tutti aspetti che la medicina estetica aiuta a raggiungere. Leggi perché insieme al dottor Marco Bartolucci, medico estetico, fondatore delle cliniche Sotherga presso Roma e Milano.

Come si svolge la prima visita dal medico estetico?


Il primo step è un vero e proprio report fotografico in cui il paziente viene fotografato sia con la luce naturale che con le luci polarizzate tramite una macchina specifica che evidenzia bene le eventuali imperfezioni della pelle.

Subito dopo è il turno della visita in cui il medico effettua l’anamnesi del paziente, registra eventuali problemi di salute, analizza le sue esigenze. Per la buona riuscita del trattamento di medicina estetica, è importante che il medico venga messo al corrente di ogni criticità o pregresso in ambito salute.

Quali sono le esigenze più comuni?


Difficile elencare le esigenze specifiche in fatto di trattamenti, ma ce n’è una che accomuna i pazienti di tutte le età: aumentare la confidence con sé stessi. In inglese il concetto rende meglio: essere confident vuol dire essere sicuri e avere fiducia, ma in più ha un significato ancora più incisivo. La confidence con sé stessi rimanda all’idea di migliorare il rapporto con il proprio corpo. E di conseguenza migliora quello con gli altri e la propria vita in genere.

Come “gestire” le esigenze dei pazienti?


Le si accolgono. Siamo dell’idea che è importante ascoltare il paziente rispettando i suoi desideri, a meno che non siano irrealizzabili. Il medico propone sicuramente il trattamento più indicato per ogni caso, ma senza mai “salire in cattedra” come artefice della bellezza ideale in assoluto. Mi spiego meglio: può capitare che una persona si concentri su un proprio difetto trascurandone un altro, ad esempio, sulle labbra sottili anziché sulle rughe della fronte o sul naso all’ingiù anziché sulle occhiaie. Ma non sempre glielo si può far notare. Spesso chi arriva dal medico estetico è in un momento delicato, e non è pronto per sentirsi ricordare di (altri) difetti che non aveva mai visto!

Il paziente è al centro, quindi…


Sì, vengono prima le sue esigenze e i suoi desideri, poi le idee del medico che chiaramente deve esprimere. Ma se si pretendesse di “guidare” troppo il paziente verso trattamenti per cui non è pronto si rischierebbe di minare la famosa confidence di cui abbiamo parlato prima. Perché suscitargli un complesso di inferiorità che prima non c’era?

Cosa ci si dovrebbe aspettare da un trattamento medico-estetico?


Diventare più belli e stare meglio con sé stessi, ovvio. Ma al di là di ciò, una persona/paziente deve aspettarsi dal medico la possibilità di ricorrere a prodotti e dispositivi medici di alto livello e innovazione. È dalla qualità dei prodotti (iniettivi o tecnologici che siano) che dipende la buona riuscita del trattamento, oltre che dalla competenza del medico.

E cosa non aspettarsi, invece?


I miracoli. Il medico estetico non ha la bacchetta magica…

Parliamo di follow up: cosa accade dopo la prima seduta?


Ci sono i controlli per vedere se è andato tutto bene. Per esempio, Dopo la tossina botulinica e i filler con acido ialuronico o a base di idrossiapatite di calcio, si rivede il paziente a distanza di 15 giorni.
Se c’è un ri-contatto telefonico o Whatsapp da parte del medico per una seconda visita? In realtà, in Italia per motivi medico-legali non è possibile. Meglio lasciare al paziente il desiderio di tornare.

La medicina estetica può cambiare la vita delle persone?


Assolutamente sì! Di certo, aiuta a camuffare quel difetto specifico che non piace. Ma parlando con le persone, ti accorgi che la vera domanda è un’altra. Quella di star meglio con sé stessi. La confidence, appunto.

 
In collaborazione con Alessandra Montelli.

 

 

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