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Alopecia androgenetica: come riconoscerla, la cura.

Alopecia androgenetica: come riconoscerla, la cura.


Mar 26/10/2021 | Dott. Mauro Conti |  Medico Certificato Ethigate

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La calvizie è una condizione che colpisce il 50% degli uomini ed il 20% delle donne. Le moderne terapie consentono di ottenere risultati importanti nella lotta a questo grave inestetismo.

Quando si parla di calvizie si pensa inevitabilmente agli uomini senza considerare che 1 donna su 4, nel corso della propria vita, è colpita da alopecia androgenetica femminile. Per entrambi i sessi il problema è legato agli ormoni androgeni capaci di danneggiare i follicoli già predisposti geneticamente ad essere colpiti. La manifestazione clinica, invece, segue tempi e modalità differenti nei due sessi: negli uomini la miniaturizzazione dei follicoli è graduale ed inizia dalle tempie per colpire tutta la parte superiore dello scalpo; nella donna può comparire un diradamento lungo la scriminatura centrale oppure diffuso alla parte superiore dello scalpo.

L’impatto estetico della calvizie nelle donne è maggiore rispetto agli uomini e questo può incidere anche sotto il profilo psicologico. Sapere come riconoscere l’alopecia androgenetica femminile è un importante passo per agire tempestivamente ed evitare una evoluzione della condizione.

Le cause del disturbo, oltre che genetiche, possono includere una lunga serie di fattori come il fumo, lo stress, diete, terapie farmacologiche oltre che concause note e meno note di minore impatto. Anche nel caso della calvizie femminile, un protocollo di medicina rigenerativa deve rappresentare il passaggio obbligato per curare l’alopecia androgenetica femminile.

Come riconoscere l’alopecia androgenetica


Il principale responsabile dell’alopecia androgenetica è la 5alfa-reduttasi, un enzima che trasforma il testosterone in diidrotestosterone, DHT. Oltre a questo metabolita è necessario che ci sia una predisposizione genetica, ereditaria. Da qui, il nome della patologia.

Per riconoscere in modo tempestivo l’alopecia è importante considerare, oltre l’osservazione obiettiva, eventuali familiarità al disturbo. Una visita medica specializzata è in grado sia di determinare la predisposizione sia, eventualmente, la presenza di condizione patologica in essere. Intorno ai 30 anni, il 30% degli uomini ha già i primi esordi della calvizie; percentuale che sale in modo progressivo con il passare degli anni.

Per quanto riguarda le donne la manifestazione dell’alopecia è coincidente, di solito, con la prima fase puberale, la gravidanza, o la menopausa ovvero in concomitanza con cambiamenti ormonali importanti. Il fattore ormonale, sebbene determinante, nelle donne non ha la stessa valenza che negli uomini. L’alopecia, difatti, può manifestarsi anche in presenza di livelli di ormoni androgeni nella norma.

Rispetto agli uomini, l’alopecia androgenetica femminile si manifesta con un diradamento a partire dalla scriminatura centrale oppure con un diradamento diffuso a tutto la parte superiore dello scalpo. Se negli uomini la perdita è progressivamente totale in alcune aree nelle donne si registra un diradamento uniforme e consistente fino al 60%.

Curare l’alopecia androgenetica


Sia negli uomini che nelle donne, curare l’alopecia androgenetica prevede una attenta analisi dei singoli casi per determinare al meglio la terapia più consona. La ragione per la quale, in molti casi, non si ottengono risultati è proprio legata all’utilizzo di terapie standard senza un attento studio della specifica condizione. I percorsi diagnostici di analisi genomica, lipidomica e ormonale avanzata consentono di individuare con precisione la condizione in essere e stabilire dei protocolli di medicina rigenerativa ad hoc.

La medicina rigenerativa, inoltre, consente di ottenere risultati naturali senza alcun effetto collaterale per i pazienti. Non è da ignorare, a tal proposito, l’impatto devastante che, di contro, ha l’autotrapianto sui tessuti cosi come non possono essere ignorati gli effetti collaterali di alcuni noti farmaci anticaduta.

L’autotrapianto dei capelli


L’autotrapianto di capelli è uno strumento molto diffuso ed utilizzato che permette di conseguire un risultato estetico soddisfacente in poco tempo. La validità dell’autotrapianto non è messa in discussione ma non può essere ignorato l’impatto traumatico sui tessuti. Le piccole cicatrici create sul cuoio capelluto non migliorano la già precaria situazione del tessuto, sia nella cute ricevente che in quella donatrice.

Vi è poi da considerare che l’autotrapianto a lungo termine tende a riportare il paziente alla condizione originaria. I follicoli trapiantati, nel tempo, tenderanno a manifestare gli stessi disturbi dei follicoli miniaturizzati con un doppio problema sia di natura estetica che della salute dei tessuti.

L’autotrapianto deve seguire ad un attento percorso di rigenerazione dei tessuti ovvero un protocollo medico capace di eliminare, alla radice, le cause della miniaturizzazione del follicolo. La persistenza di aree prive di capelli, dopo l’uso di un protocollo di medicina rigenerativa, può aprire la strada all’autotrapianto effettuato su tessuti sani e curati.

Protocollo di medicina rigenerativa e calvizie


I protocolli di medicina rigenerativa prevedono un percorso di analisi iniziale al fine di individuare, clinicamente, la condizione del paziente mediante dermatoscopia digitale. La precisione di questo strumento diagnostico e gli esami specifici del DNA e degli ormoni, offrono gli strumenti per individuare le capacità rigenerative dei tessuti. Tali valutazioni consentono di introdurre nei tessuti fattori di crescita capaci di sopperire alle carenze strutturali che inducono il follicolo ad ammalarsi. I risultati, nei pazienti trattati con fattori di crescita, sono visibili entro il primo anno con risultati sia estetici che fisiologici migliori rispetto a qualsiasi altra terapia, trattamento o intervento chirurgico.

Per quanto riguarda la cura dell’alopecia androgenetica femminile, i PMR garantiscono risultati prossimi al 100% con il rafforzamento dei follicoli indeboliti e la crescita di nuovi capelli. Tra le donne, l’eventuale ricorso all’autotrapianto è pari a zero a fronte di una efficacia della medicina rigenerativa completa e duratura nel tempo.

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Mauro Conti

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Medicina estetica

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