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Diradamento dei capelli e medicina rigenerativa

Diradamento dei capelli e medicina rigenerativa


Ven 02/12/2022 | Dott. Luis Campos

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Il diradamento dei capelli indica la perdita graduale e progressiva dei capelli che arriva a mostrare il cuoio capelluto lasciandolo scoperto. Il diradamento dei capelli è un fenomeno che generalmente si verifica prima della vera e propria calvizie: tende a interessare maggiormente gli uomini che non le donne, ma è anche vero che sono numerose anche le donne che soffrono di questa condizione che può presentarsi non solo in età avanzata, ma anche in età giovanile.


Molti uomini cominciano a perdere i capelli intorno ai 20 o ai 30 anni mostrando segni di diradamento e di stempiatura e la perdita dei capelli non deve mai essere sottovalutata fin dai primi segnali.


È importante infatti intervenire da subito per evitare che l’inizio del diradamento si trasformi in una vera e propria calvizie. Tra l’altro, la perdita dei capelli, soprattutto in giovane età determina delle ripercussioni certamente negative sulla sfera psicologica relazionale.


Meglio allora affidarsi subito ai professionisti del settore tricologico in grado di poter effettuare la corretta diagnosi e consigliare le terapie più adeguate. È anche possibile optare per le ultime frontiere della medicina rigenerativa innovativa e al passo con il progresso scientifico che può anche essere applicata per il contrasto efficace del diradamento dei capelli.



Che cos’è l’alopecia


Diradamento e alopecia sono condizioni che derivano dalla perdita dei capelli a partire dall’attaccatura frontale che arriva fino alla sommità della testa arrivando anche ai lati.


Si tratta di un problema che seppur interessi soprattutto il sesso maschile (circa l’88% degli uomini soffre di perdita di capelli), colpisce anche il sesso femminile.


Quando si parla di alopecia ci si riferisce infatti in particolare modo all’alopecia androgenetica, in pratica la più diffusa forma di calvizie che si caratterizza dalla progressiva degenerazione dei follicoli piliferi.


Conseguenza è il progressivo diradamento dei capelli e il loro indebolimento che si traduce anche come perdita di spessore e di vitalità.


Il termine “androgenetica” fa intuire che fra le cause dell’alopecia maschile c’è anche il diidrotestosterone, un ormone androgeno derivato dal testosterone.


Si tratta di una iperattività dell’enzima responsabile della trasformazione del testosterone in diidrotestosterone che influenza negativamente la crescita del capello rendendolo più sottile, più corto e rado senza che riesca a coprire del tutto il cuoio capelluto.


Questo spiega anche perché le donne siano meno colpite da calvizie dato che i livelli di testosterone nel sesso femminile sono molto più bassi, rispetto ai livelli di estrogeni, molto alti, che stimolano l’attività dei follicoli piliferi e favoriscono la crescita dei capelli.


Nelle donne può verificarsi infatti una progressiva perdita dei capelli e un loro assottigliamento con diradamento della chioma, ma raramente a una calvizie totale.



Le cause dell’alopecia


Le cause dell’alopecia in realtà possono essere diverse: se esiste una certa predisposizione genetica, è anche vero che possono esserci dei fattori ambientali che potrebbero causarne e favorirne l’insorgenza.


Oltre all’alopecia androgenetica, di carattere ormonale, il diradamento o perdita dei capelli può essere anche causata da un forte periodo di stress, ma l’alopecia può essere causata anche da denutrizione o dieta inadeguata o dai farmaci.


In ogni caso è bene procedere con una che si traduce in un prelievo ematico alla ricerca di alcuni parametri che possono essere legati alla caduta dei capelli, vale a dire una carenza di oligoelementi come ferrozinco, o rame.



Come procedere?


È anche possibile procedere con il tricogramma, un esame specifico che consiste nell’estrazione di 5 capelli del vertice della testa e alla loro osservazione tramite l’analisi specifica del bulbo, per capire cosa possa aver provocato un’alterazione nel ciclo vitale dello stesso.


Naturalmente è bene imparare a capire che la caduta dei capelli non rappresenta sempre un sintomo o un inizio di alopecia o calvizie: i capelli hanno un proprio ciclo vitale e al termine dello stesso cadono e vengono sostituiti dai nuovi capelli.


In normali condizioni fisiologiche i capelli cadono soprattutto nei cambi di stagione in autunno con il naturale ricambio dei capelli più danneggiati dall’esposizione ai raggi UV in estate.


Ovviamente se si cominciasse a notare una perdita più consistente oltre il cambio di stagione se si cominciasse a notare una diminuzione di volume della chioma o zona diradate, è bene sottoporsi a un esame più specifico per individuarne le cause.


È chiaro però che in ogni caso la perdita dei capelli non viene vissuta serenamente, soprattutto nelle donne che temono la perdita della loro sensualità, ma neppure negli uomini che vivono malissimo il diradamento dei capelli che può rapidamente trasformarsi in calvizie e può influenzare negativamente anche i rapporti interpersonali causando insicurezza nelle persone.


Ecco perché la medicina estetica ha messo a punto diverse tecniche più o meno invasive in grado di poter rinfoltire la chioma, dal classico trapianto di capelli ai più innovativi strumenti di medicina rigenerativa.



Come funziona la medicina rigenerativa contro la perdita dei capelli?


Contrastare la caduta dei capelli con conseguente diradamento dei capelli può diventare necessario anche per evitare eventuali ripercussioni negative sulla sfera psicologica. Ma come contrastare il diradamento dei capelli ed evitare l’alopecia?


È importante immediatamente con le cure più adatte al proprio caso personale ed è sempre necessario rivolgersi ai professionisti del settore tricologico.


Ma quali sono le tecniche di contrasto all’alopecia e al diradamento dei capelli? La tecnica più classica che contrasta il diradamento e consente la ricrescita dei capelli è il trapianto autologo: consiste in pratica in un vero e proprio trasferimento dei capelli con la loro radice da un’area del capo dove i capelli crescono correttamente verso unaltra area calva oppure diradata.


In pratica il capello trasferito continua a comportarsi esattamente e correttamente come nell’area in cui è staro prelevato e continuerà a crescere.


In questo modo è possibile ottenere una migliore e omogenea distribuzione dei capelli su tutto il cuoio capelluto, ma attualmente la medicina estetica si sta orientando su tecniche più innovative, meno invasive, ma al tempo stesso molto efficaci che lavorano nel campo della medicina rigenerativa.



Che cos’è la medicina rigenerativa e come può essere applicata anche al diradamento dei capelli?


In generale la medicina rigenerativa sfrutta la naturale capacità rigenerativa che possiedono le cellule dell'organismo di poter riparare i tessuti danneggiati.


Si tratta di una valida, nuova frontiera della medicina estremamente innovativa che procede di pari passo con il progresso scientifico avvalendosi dell’ apporto di altre sezioni come la biologia, la chimica, la medicina, l'informatica o l'ingegneria cercando di risolvere problematiche che la medicina convenzionale si è dimostrata incapace di poter fronteggiare.


Fra le ultime novità messe a punto dai protocolli di medicina rigenerativa applicata al diradamento dei capelli c’è il PRP o Platelet Rich Plasma ovvero Plasma ricco di Piastrine. 


Si tratta di un derivato del nostro stesso sangue, vale a dire il plasma, che viene arricchito delle piastrine dello stesso paziente.


È ormai noto che le piastrine, che sono componenti del sangue come i globuli rossi ed i globuli bianchi, sono ricche di diversi fattori di crescita, in pratica sostanze che siano in grado di poter stimolare e riattivare le funzioni di diverse cellule favorendo la crescita e la dilatazione dei vasi sanguigni.


Un effetto stimolante che è anche in grado di poter stimolare la biorigenerazione di diverse cellule del nostro corpo incluse le cellule che costituiscono i bulbi piliferi, rappresentando di fatto uno stimolo per la crescita del bulbo pilifero.



Il PRP


Il PRP si ottiene con una procedura per cui il sangue viene prelevato dallo stesso paziente da trattare, vale a dire PRP Autologo, e viene introdotto tramite una provetta sigillata che contiene sostanze anticoagulanti.


La centrifugazione consente di poter separare le piastrine dalle altre componenti del sangue, i globuli rossi e globuli bianchi: Il prodotto così ottenuto può quindi essere iniettato a livello del cuoio capelluto.


La procedura si occupa di stimolare l’attività dei bulbi piliferi che sono presenti sulla zona del cuoio capelluto interessata, ma che non funzionano più efficacemente.


Stimolando l’azione dei follicoli si tende a incentivare e stimolare anche il ciclo di crescita dei capelli, con la possibilità di poter rinfoltire con cura anche le aree più diradate.



Il vantaggio


Il vantaggio è che si tratta di una tecnica mininvasiva e minimamente dolorosa rispetto al tradizionale trapianto di capelli che mantiene il benessere dei capelli.


Inoltre non presenta effetti collaterali perché consiste semplicemente nell’infiltrazione di plasma ad alta densità di piastrine che viene prelevato dal paziente stesso.


Sia i pazienti affetti da calvizie o che sono affetti da alopecia o che soffrono di diradamento dei capelli possono essere curati con le innovative feniche della medicina rigenerativa per capelli.


Esiste poi un altro protocollo ancor più innovativo, che utilizza le cellule staminali derivate dal tessuto adiposo le ADSC (Adipose DerivedStemCells). Si è evidenziato che queste cellule secernono degli ormoni della crescita, che aiutano le cellule a proliferare e a promuovere la ricrescita dei capelli, sia in termini di aumento di numero e sia di aumento di spessore del capello stesso.

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Campos Luis

Autore

Chirurgia plastica,Medicina estetica

Milano (MI)


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