La pelle del viso è una delle parti più esposte all’azione potenzialmente stressogena di fattori ambientali. Parliamo di tutto: dall’inquinamento al vento, dai raggi UV e agli sbalzi di temperatura. Tutti questi agenti influiscono sulla qualità della texture cutanea, dove per texture si intende la “grana” della pelle.
I primi segni che compaiono quando la pelle è stressata, sono costituiti da secchezza e disidratazione, comparsa di comedoni (cosiddetti “punti neri”) e dilatazione dei pori, insieme ad un’accentuazione delle rughe di espressione. I pori dilatati sono strettamente correlati ai comedoni, perché altro non sono che un accumulo di sebo e sporcizia, dovuti anche ad una scarsa attenzione nella detersione della pelle.
Tutti questi segni non compaiono solo nelle pelli adulte, dove invece possono essere più evidenti rughe e lassità cutanea, segni che caratterizzano più specificatamente l’invecchiamento cutaneo. La perdita della luminosità della pelle, la disidratazione e la presenza di pori dilatati e punti neri, sono tutti inestetismi che nel complesso portano ad una perdita della qualità della grana del tessuto cutaneo. Il viso assume così un aspetto stanco, rischiando di apparire più “invecchiato” rispetto alla propria età anagrafica.
Oltre ai fattori ambientali, non bisogna mai dimenticare che la qualità del tessuto cutaneo è anche la diretta espressione della salute dell’organismo, per cui anche un’alimentazione poco equilibrata può influire sulla bellezza della pelle.
Eccedere ad esempio in zuccheri raffinati, alcolici e tutti quegli snacks che definiamo come “junk food”, influiscono negativamente sulla qualità del tessuto cutaneo. Bisognerebbe inoltre evitare di fumare, perché l’espressione comune “il fumo invecchia”, corrisponde senza dubbio alla realtà. Il fumo di sigaretta aumenta la produzione di radicali liberi nell’organismo, molecole strettamente legate proprio all’invecchiamento cellulare.
L’aumento della produzione dei radicali liberi è anche il motivo per il quale i raggi ultravioletti promuovono l’invecchiamento cutaneo. Anche l’esposizione cronica al sole, peggio ancora se senza una protezione adeguata, incrementa la produzione di radicali liberi. Normalmente l’organismo ha sistemi enzimatici efficaci nel neutralizzare queste molecole, ma se esse vengono prodotte in eccesso rischiano di accumularsi e danneggiare così il DNA delle cellule.
L’azione degli agenti atmosferici in genere provoca sempre una perdita di idratazione della pelle, rendendola quindi al tatto più secca e rugosa. Questo perché in genere l’esposizione a temperature troppo alte o troppo basse, oppure i bruschi sbalzi termici, possono danneggiare quello che è il film idrolipidico superficiale, una sorta di pellicola che protegge l’epidermide ed aiuta a trattenere l’acqua all’interno. Se questa perde di continuità, la pelle fa fatica a mantenere il corretto stato di idratazione profonda, e quindi appare più secca.
Da qui è evidente come spesso la perdita della qualità della texture cutanea sia quasi più un problema delle ragazze giovani. All’età di 25-30 anni si fa tendenzialmente meno attenzione alla qualità della propria alimentazione, alla detersione corretta della pelle la sera. Al contrario, invece, dai 35 anni in su si tende a stare più attente, proprio perché si iniziano a vedere e a sentire i segni dell’età che passa. Si presta allora più attenzione alla propria alimentazione e la skin care quotidiano è più rigorosa.
La biorivitalizzazione è un trattamento finalizzato proprio a valorizzare la bellezza naturale della pelle e la qualità della texture: è rivolto alle ragazze di 25 anni, così come alle donne più adulte. Nelle prime migliora luminosità e bellezza, eliminando le rughette di espressione. Nelle donne più adulte, invece, può costituire una buona base per rendere più efficace un altro trattamento e comunque attenuare di molto i segni del tempo.
Medicina estetica
Salerno (SA)
Roma (RM)