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Ipomastia o ipotrofia mammaria


Lun 23/05/2022 | Dott. Tania Basile

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DEFINIZIONE

L’ipomastia, anche nota come ipotrofia mammaria, è una condizione non patologica nella quale si assiste a uno sviluppo scarso e poco prominente di una o di entrambe le mammelle, le quali si proiettano poco sul piano postero-anteriore. Tale condizione non viene assoggettata a una patologia in quanto può essere il frutto di una predisposizione genetica o di un traumatismo subito, tuttavia nelle donne può rappresentare una fonte di disagio. Le donne con ipomastia percepiscono infatti, in alcuni casi, una certa fonte di imbarazzo sociale legata alle mammelle poco sviluppate e richiedono sovente l’intervento della medicina estetica.

COS’È

L’ipomastia o ipotrofia mammaria si identifica in una condizione nella quale lo sviluppo di una o di entrambe le mammelle è deficitario o scarso in rapporto alla fisiologica crescita di una mammella normale. Tale condizione non si associa a una patologia ma piuttosto all’assommarsi di una serie di determinanti genetici che fanno sì che il tessuto mammario si manifesti in maniera poco sviluppata.

Alcune delle donne che esperiscono questa condizione provano un senso notevole di disagio sociale, in quanto il seno viene percepito come una componente rilevante del proprio aspetto e della propria sensualità. In tali casi la medicina estetica può intervenire tramite la mastoplastica additiva, una procedura chirurgica che induce un aumento del volume delle mammelle, tramite l’inserzione di apposite protesi biocompatibili, situate in posizione sub ghiandolare o retro muscolare.

SINTOMI E CLASSIFICAZIONE

L’ipomastia, o ipotrofia mammaria, non induce di per sé una tipica sintomatologia, tranne nel caso in cui si assista, a livello istologico, a una retrazione completa delle varie strutture tubulo-ghiandolari presenti a livello parenchimale.

La classificazione dell’ipomastia, o ipotrofia mammaria, può avvenire tenendo conto del grado di sviluppo della mammella o delle mammelle interessate, in:


  • Ipomastia di grado lieve, quando l’alterazione in senso riduttivo delle mammelle è appena accennata;

  • Ipomastia di grado moderato, quando l’alterazione in senso riduttivo del volume della mammella appare visibile;

  • Ipomastia di grado severo, quando è evidente il mancato e pieno sviluppo di una mammella o di entrambe.


CAUSE E DIAGNOSI

Le cause che possono portare all’ipomastia, o ipotrofia mammaria, sono disparate ma, il più delle volte, possono ricondursi ai seguenti fattori:

  • Genetica e predisposizione ereditaria. Indiscutibilmente, la genetica marca un ruolo decisivo nella genesi dell’ipomastia, influendo sullo sviluppo del tessuto mammario, a partire dai 10-11 anni di età, quando comincia l’età puberale femminile. In questa circostanza, se la donna non riceve gli adeguati stimoli ormonali, atti a supportare la crescita delle mammelle, è molto verosimile sviluppare l’ipomastia.

  • Dimagrimento non controllato. La ghiandola mammaria è costituita per una buona parte da tessuto adiposo, il quale tende ad aumentare in maniera significativa, una volta passati i 40 anni di età. In seguito a dimagrimenti repentini e non equilibrati, dunque, la mammella può “svuotarsi” avendo perduto un’importante quota di grasso.

  • Fase di post-allattamento. Nella fase successiva all’allattamento, è abbastanza frequente che le ghiandole mammarie possano ridursi di dimensioni, incorrendo nell’ipotrofia e “svuotandosi”. Questa situazione può essere imputabile alla fine delle segnalazioni ormonali che inducevano lo sviluppo della ghiandola durante l’allattamento e la precedente gravidanza.


TRATTAMENTI

Il trattamento di elezione per l’ipomastia, o ipotrofia mammaria, nelle donne che avvertono un forte senso di disagio psicologico legato allo scarso sviluppo delle mammelle, è dato dalla mastoplastica additiva.

La mastoplastica additiva, o mastoplastica di aumento, è una procedura di chirurgia estetica che mira ad aumentare il volume delle ghiandole mammarie, per mezzo dell’impianto di protesi biocompatibili, inserite all’interno di una tasca appositamente creata nel tessuto mammario.

La mastoplastica additiva viene di norma eseguita in regime di anestesia locale con eventuale blanda sedazione e comporta l’effettuazione di incisioni chirurgiche a livello inframammario, ascellare o periareolare.

La protesi biocompatibile viene poi appositamente alloggiata in un avvallamento creato nello spessore ghiandolare o in sede sub-muscolare, dove ha più probabilità di mantenersi ferma, senza scivolare al di fuori, nel cosiddetto “bottoming out”.

Il seno, soprattutto se vi è anche stata associata una mastopessi, tende ad elevarsi e a riprendere la sua conformazione naturale entro un mese e mezzo dalla data dell’intervento.

RISCHI E COMPLICAZIONI

Le maggiori complicazioni connesse alla mastoplastica additiva, effettuata per rimediare a una condizione di ipomastia, o ipotrofia mammaria, sono:

  • Edema;

  • Formazione di raccolte petecchiali;

  • Infezione;

  • Sanguinamento modesto;

  • Contrattura capsulare;

  • Espulsione o scivolamento della capsula;

  • Reazione avversa alla sostanza utilizzata per l’anestesia.


FONTI:

  • Valerio Cervelli, Benedetto Longo. Chirurgia plastica ricostruttiva ed estetica. Pisa: Pacini; 2021.



  • Alberto Massirone, Trattato di Medicina Estetica, Piccin Nuova-Libraria, 2010.


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