Mer 21/11/2018 | Dott. Susanna Messaggio
Sono sempre di più i medici che desiderano espandere la loro formazione verso la medicina estetica. Ma per il paziente può diventare difficile capire tutte le innovazioni in questo campo. Così urge per il medico fare ricerca, ma essere anche aggiornato sia nella formazione che nella comunicazione.
Prevenire, guarire, scoprire, fornire evidenze scientifiche, sono le sfide che la Medicina Estetica si pone e che sono state frutto di tanti discorsi tenuti anche nel Congresso-Agorà.
Si sottolinea la volontà di fornire ai discenti un aggiornamento a 360 gradi con gli scenari sociali che fanno da sfondo al lavoro del medico estetico, cui si chiedono sempre di più multidisciplinarità e prestazioni sostenibili, che privilegino la funzionalità dell’organo e la naturalezza. Tenendo conto del benessere del paziente rispetto ad astratti canoni di bellezza.
Oggi la medicina estetica, interrogando anche delle mie colleghe, tiene conto della qualità della pelle. Il parere comune è quello della necessità dell’uso di alcuni laser poco invasivi che aiutino a togliere le discromie della pelle, che diventano un must per tutte e a tutte le età, per poi essere aiutati da acido ialuronico, che abbiamo come sostanza già nel nostro dna.
Il tutto diventa un cocktail favorevole a distendere i tratti e a vedersi meglio. Per questo noi donne che abbiamo imparato a conoscerci e a volerci bene, siamo sempre più informate. Sapendo che la dermatologia va a braccetto con la medicina estetica, in modo che si possa fare prevenzione nel modo più accurato. Sia per l’anti-aging che per il benessere generale.
La curiosità delle donne si associa alle nuove tecnologie, al progresso della scienza che sa dare risultati sempre più efficaci. Sa come valorizzare le parti del corpo facendo uso di macchinari di ultima generazione. Specie nei punti più critici, dove la lassità del tessuto è fisiologica come l’interno cosce, le braccia, i glutei o le ginocchia e grande attenzione è data al volto, al contorno mandibolare, al “platisma” o sotto il mento e il collo, dove la pelle si assottiglia e i segni del tempo sono più evidenti, come per le mani. La medicina estetica oggi deve dare risultati naturali, dove il medico deve conoscere oltre alla sua materia, la medicina legale, il marketing strategico che utilizza per la promozione del suo lavoro, il suo team che deve essere una squadra, che cosa significa bioristrutturare; ma anche deve capire come comunicare.
Come si pubblica un articolo scientifico in medicina estetica, come si instaura una comunicazione chiara e positiva con il paziente , il vero e il falso delle notizie trovate in rete su macchinari e prodotti, perché le fonti devono essere sicure. Oggi si è sempre più informati.
La manualità del medico viene subito approvata, se sa regalare benessere, senza stravolgere. Per questo si parla anche di “ slow medicine ”, perché le persone oggi vogliono stare bene, essere in ordine, piacersi, sapendo anche aspettare. Ad esempio la chirurgia minimamente ablativa ha un percorso , che deve essere capito dal paziente-cliente . I peeling chimici o con l’ausilio di laser, allo scopo di favorirne la rigenerazione, devono essere eseguiti da medici esperti. Ed hanno bisogno di tempo per avere un risultato in più di una seduta . Il medico estetico è un portatore attivo di salute, di benessere psico-fisico, di bellezza. Il medico deve saper inquadrare le patologie soggettive e le terapie da farsi.
In condizioni bordeline tra fisiologia e patologia come cicatrici e smagliature, cellulite, iperpigmentazioni, bisogna essere trasparenti sulle tecniche e sui risultati. Le tecniche iniettive della tossina botulinica devono essere sicure, i filler garantiti dalle aziende e dal medico che li propone. Perché sono sostanze che entrano a far parte della persona. Il medico estetico che ti dà fiducia oggi, non è solo un medico preparato, aggiornato, è un medico “comunicatore”. Che deve saper valorizzare la sua professione, dando spazio alla comunicazione, non solo per farsi conoscere ma per approfondire il suo lavoro riempiendolo di contenuti, verso un paziente sempre più informato ed esigente.