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Il filler inverso

Il filler inverso


Mar 03/11/2020 | Dott. Caterina Bonarrigo

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La perdita di volume del viso e la riduzione della sua tonicità sono fra i tipici inconvenienti degenerativi che si manifestano con il trascorrere del tempo. La loro causa è da ricercare nella naturale mutazione dei tessuti molli.
Consideriamo che un volto giovane, a prescindere dai suoi principali tratti somatici, può essere geometricamente rapportato ad un triangolo orientato verso il basso, per intenderci con un lato orizzontale (la base) che si estende lungo la linea delle sopracciglia ed il vertice opposto situato in basso. Ragionando sempre in termini geometrici, con l'invecchiamento questo triangolo tende progressivamente a modificarsi, la punta del mento progressivamente si allarga fino a trasformare il viso da un triangolo perfetto ad un rettangolo. Inoltre, i volumi del volto si appiattiscono, le guance si scavano, i solchi naso-labiali si segnano e poi si appesantiscono, la mandibola perde definizione e le labbra si assottigliano. Più sinteticamente tutta la zona del volto è soggetta ad una ptosi, ossia ad una discesa verso il basso a causa della forza di gravità.

L’insieme di queste graduali ma progressive e inesorabili trasformazioni legate all’invecchiamento, dà al viso un aspetto stanco, spesso anche un’espressione triste e angustiata, come se fossimo costantemente pervasi da emozioni negative o arrabbiati.
Il dettaglio su cui normalmente si punta l’attenzione, alla ricerca dei primi segnali di invecchiamento, è la comparsa delle prime rughe, prevalentemente alla radice del naso, sulla fronte o intorno agli occhi, rughe che si cerca immediatamente di andare ad eliminare con soluzioni certamente valide ma che rappresentano a volte la soluzione più semplice ma non sempre di per sé sufficiente. A seconda infatti dell’età del soggetto, del suo stato di salute e delle sue abitudini di vita, è possibile che in realtà, oltre che per le rughette, il viso cominci ad apparire stanco e corrucciato a causa dell’iniziale svuotamento dei suoi naturali volumi, fenomeno che comporta il segnarsi del solco dell’occhiaia e l’aumento della distanza tra palpebra inferiore e zigomo, l’approfondimento del solco naso-labiale, la perdita del punto luce sulla convessità dello zigomo.

 

 

Dalla fronte e dagli occhi, le attenzioni si spostano alla lietezza d’espressione


Dalle rughe in genere e dal terzo superiore del viso, le attenzioni del medico estetico tendono così a spostarsi sulla metà inferiore del volto, quella che maggiormente rivela l’età di una persona, e che invecchiando ne condiziona persino l’emotività, l’umore e lo stato d’animo apparente.
Il cosiddetto "filler inverso" o "filler del sorriso” (sul quale, va specificato, certamente esiste un’enfasi mediatica, come per tutte le mode, che ne sovrastima le potenzialità) ha il proponimento di focalizzare il proprio effetto sul terzo inferiore del viso e sull'aspetto emotivo che questo riflette, riportando i nostri tratti a trasmettere un'aura sorridente, riposata, lieta. È un’evoluzione da una concezione più tradizionale in cui si punta a cancellare le rughe presenti, andando a riempirle una ad una.
Recenti gamme di filler di acido ialuronico (con eccellenti capacità di integrarsi nel tessuto cutaneo e con un bassissimo tasso di complicanze) sono pensate specificamente per il trattamento della parte inferiore del viso e sono fra esse complementari, consentendo di mettere in atto terapie personalizzate per soddisfare tutti i peculiari bisogni di ciascun singolo volto. In questo modo si potrà cancellare la stanchezza, mettendo in secondo piano le rughe che, non più ostative di un quadro fisionomico positivo, potranno anche rimanere. I filler vengono inoculati attraverso aghi molto sottili nelle zone sottoposte al trattamento. Ciascun filler contiene all'interno del gel la lidocaina, un anestetico, e ciò rende il trattamento praticamente indolore. Il trattamento di “filler inverso” è ambulatoriale e subito dopo il paziente può lasciare lo studio medico e praticare tutte le abituali attività, senza alcuna limitazione.

 

 

Attenzione alle false illusioni di che cerca di vendere un trattamento spacciato per risolutivo perché non sa praticare quello più indicato


Da tenere bene in considerazione che queste metodiche di tendenza con trattamenti volumizzanti, come il "filler inverso", neologismo per identificare un trend molto enfatizzato dalla moda del momento, hanno una loro efficacia se utilizzati su visi comunque ancora relativamente giovani, quando la cute è altresì sufficientemente tonica ed elastica. Nei casi di maggiore rilassamento cutaneo i materiali riempitivi costituiscono una pratica complementare ma assolutamente non sostitutiva del lifting (o dello short-lift o ancora del fillift), non si può riempire una zona eccessivamente rilassata, dove il rilassamento non è causato da uno svuotamento, bensì da un cedimento della cute, che va invece corretta con una distensione chirurgica.
In conclusione quindi, tutte queste metodologie hanno un’effettiva utilità solo in un limitato range di casi che deve essere lo specialista ad identificare, mentre vengono sbandierate ai quattro venti come modalità miracolose universalmente applicabili. Vanno invece riportate nell’alveo della loro effettiva potenzialità ed applicabilità che è comunque ben circoscritta.

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