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Linee di Langer

Linee di Langer


Mar 04/04/2023 | Dott. Tania Basile

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DEFINIZIONE

Le linee di Lager, o più propriamente dette linee preferenziali di incisione cutanea, sono linee che identificano la massima tensione cutanea. Le linee sono identificate con tale nome per gli studi svolti da Karl Langer sebbene non sia stato il primo a identificarle e studiarle metodicamente. Sono fondamentali in chirurgia per individuare i punti di minima trazione lungo le incisioni per favorire la guarigione post-operatoria. Possono essere sfruttate per aumentare l’efficacia di trattamenti di medicina estetica come i filler e sono impiegate per l’applicazione di prodotti per la pelle sebbene non sia stata individuata una reale efficacia.

COSA SONO

Le linee di Langer sono delle linee che percorrono il corpo interamente e rappresentano i punti di tensione cutanea. Il termine corretto per identificare tali linee è linee preferenziali di incisione cutanea essendo utilizzate principalmente in chirurgia per massimizzare l’efficacia delle suture e ridurre i tempi di guarigione.  È stato dimostrato da studi condotti negli anni ’60 da Gibson e Kenedi che esiste una correlazione tra la disposizione delle linee di piega e la disposizione delle fibre collagene.

STORIA

Non vi è accordo sull’attribuzione della scoperta di tali linee, ciononostante sono note le ricerche di diversi autori tra ‘700 e ‘800. Il primo studio documentato sulle linee di tensione, datato 1747, è attribuito a Jacob Benignus Winslow, un anatomista danese, professore di anatomia a Parigi. Probabilmente, dai suoi studi proseguì l’esperienza di Hippolyte Cloquet che riuscì a fornire un contributo importante nello studio delle linee nel suo Traité d'anatomie descriptive pubblicato nel 1832.

Nel corso dell’800 altri due importanti medici contribuirono a migliorare l’individuazione delle linee di Langer: Guillalme Dupuytren e Joseph- Francois Malgaigne. Gran parte degli studi successivi, tra cui quelli di Karl Langer, partirono dalla base costituita da Malgaigne e Dupuytren. Nel 1968 furono pubblicati gli studi di Kenedi e Gibson che individuavano le linee di incisioni passando attraverso un approccio di bioingegneria strutturale. Furono quest’ultimi a dimostrare le correlazioni tra le linee di incisione e la disposizione delle fibre collagene.

L’attribuzione a Langer della scoperta delle linee è legata, con tutta probabilità, al fatto che fu il primo a testare su un cadavere la forza di tensione cutanea mediante piccoli tagli sulla pelle. Attraverso questo esperimento, Langer, ebbe la conferma che la deformazione delle incisioni seguiva un ordine ellissoidale che gli permise di ottenere risultati più accurati rispetto al passato.

USO IN MEDICINA E CHIRURGIA ESTETICA

La conoscenza delle linee di Langer è fondamentale in chirurgia estetica e permette di effettuare incisioni lungo linee ben precise ovvero per modulare la tensione cutanea e ridurre la trazione sulla sutura effettuata. Questo aspetto velocizza la guarigione delle lesioni chirurgiche accorciando i tempi e limitando i rischi legati alla riapertura delle ferite. Inoltre, questo metodo permette di ovviare alla possibile formazione di cheloidi lungo le cicatrici.

ALTRI USI

Le linee di Langer sono indicate per l’applicazione di creme viso ed altri prodotti di bellezza ovvero è indicata l’applicazione in direzione parallela alle linee. Sebbene sia una pratica diffusa non vi sono studi medici che ne attestino l’utilità e la validità scientifica.

FONTI:


  • Thomas Gibson, Robert M. Kenedi, The structural components of the dermis and their mechanical characteristics. Advances in Biology of Skin. VoI. X, 1968.

  • Thomas Gibson, Robert M. Kenedi, Biomechanical Properties of Skin, Surgical Clinics of North America, Volume 47, Issue 2, April 1967, Pages 279-294.

  • Pietro Berrino et al, Revisione storica dei concetti relativi alle linee preferenziali di incisione della cute. Università degli studi di Genova.

  • William W. Huang, Christine S. Ahn, Clinical Manual of Dermatology, Springer

  • Tullio Cainelli, Alberto Giannetti, Alfredo Rebora, Manuale di dermatologia medica e chirurgica, McGraw Hill 2017.


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