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Ritenzione idrica


Mer 04/01/2023 | Dott. Tania Basile

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DEFINIZIONE

La ritenzione idrica, nel linguaggio medico, sta a indicare una raccolta di liquido ritenuta e dunque accumulata in un tessuto, a livello dello spazio interstiziale fra le cellule. La ritenzione di liquido può essere estesa a tutto l’organismo, condizione nella quale prende il nome di anasarca o, più comunemente, essere concentrata in un’unica zona, sotto forma di edema regionale. Varie cause possono agire da driver nella formazione della ritenzione idrica, come il deficit di drenaggio linfatico oppure la produzione ridotta di proteine all’interno del plasma. La medicina estetica offre vari trattamenti, i quali possono trovare la loro utilità nell’attenuazione degli edemi degli arti inferiori, mediante l’esecuzione di specifiche procedure come il linfodrenaggio o il bendaggio.

COS’È

La ritenzione idrica consiste nella formazione di liquido all’interno di un tessuto, che si manifesta all’esterno come un rigonfiamento soffice sulla cute, caratterizzato dal segno della fovea, che serve a distinguere la ritenzione idrica dal mixedema. Questo segno consiste nell’applicare una certa pressione con le dita al di sopra del rigonfiamento, notare la permanenza del segno e poi la successiva scomparsa.

La ritenzione idrica può verificarsi in qualsiasi porzione del corpo e può rendersi responsabile, soprattutto quando si instaura a livello delle cavità sierose, di temibili complicazioni, da trattare tempestivamente.

Sul piano della medicina estetica, quest’ultima interviene nella correzione e nell’attenuazione di edemi particolarmente prominenti, che si verificano soprattutto in corrispondenza degli arti inferiori (gambe), spesso associati a cellulite.

SINTOMI E CLASSIFICAZIONE

I sintomi indotti dalla presenza della ritenzione idrica sono in rapporto di dipendenza con l’area del corpo dove la ritenzione idrica attecchisce: vi sono casi in cui la ritenzione idrica può manifestarsi a livello cerebrale causando una sintomatologia neurologica severa oppure può originarsi a livello pleurico, inducendo deficit gravi nella respirazione.

Quando il gonfiore causato dalla ritenzione idrica appare localizzato in una regione dell’organismo esso può essere accompagnato da una sensazione gravativa e di tensione a carico dell’area interessata, da dolorabilità e, quando la ritenzione idrica interessa gli arti inferiori, si assiste anche alla presenza di deficit della deambulazione.

La ritenzione idrica può essere classificata in virtù della sua estensione all’interno dell’organismo in edema generalizzato (o esteso) e in edema periferico (o isolato); sulla base invece del meccanismo fisiopatologico che ne ha causato la comparsa, la classificazione della ritenzione idrica può venire effettuata nel seguente modo:


  • Ritenzione idrica da trasudazione. Questo edema è dovuto alla ritenzione di liquido causato da una riduzione della pressione colloido-osmotica del plasma (ad esempio da ipoalbuminemia) o da un eccesso della pressione idrostatica.

  • Ritenzione idrica da essudazione. Questo edema, che si accompagna anche a fuoriuscita di proteine dai vasi sanguigni, è causato da infezioni o insulti traumatici infiammatori che ledono l’integrità del vaso, aumentandone la permeabilità.

  • Ritenzione idrica da cattivo drenaggio linfatico. Questa forma di edema è causata da un mancato drenaggio della linfa prodotta per ultrafiltrazione plasmatica, a causa di un’ostruzione linfatica o di un’insufficienza linfatica.


CAUSE E DIAGNOSI

Le maggiori cause che possono condurre alla comparsa di ritenzione idrica localizzata sono:

  • Reazioni infiammatorie nella fase di angioflogosi;

  • Eventi traumatici di ogni tipo, meccanici o chimici;

  • Reazioni di ipersensibilità ad allergeni come il veleno d’insetto o feci di acari;

  • Infezioni;

  • Cellulite, anche nota come pannicolopatia edematosa fibrosa.


La diagnosi della ritenzione idrica viene effettuata dal medico clinico o dal chirurgo, mediante l’esame ispettivo del paziente, durante l’esame obiettivo. All’ispezione risulta palese la presenza di uno o più rigonfiamenti in specifiche aree del corpo, e alla palpazione si apprezza il segno della fovea. Per chiarire la natura della ritenzione idrica e discriminare tra una forma e l’altra, talvolta si può ricorrere all’ausilio di esami strumentali come l’ecografia tissutale.

TRATTAMENTI

La medicina estetica interviene direttamente nell’attenuazione delle condizioni edematose che bersagliano gli arti inferiori, soprattutto quando sono associate a cellulite.

I trattamenti, di natura non invasiva, più comunemente effettuati sono:

  • Drenaggio linfatico manuale. Il drenaggio linfatico manuale, o linfodrenaggio, interviene sulle aree edematose tramite l’esecuzione di specifici massaggi drenanti, eseguiti secondo delle tecniche opportune. Lo scopo della procedura è quello di favorire il deflusso della linfa dalle aree edematose verso la circolazione sistemica.

  • Bendaggio linfatico. Il bendaggio linfatico interviene sulle aree edematose applicando, in maniera alternata, impacchi caldi e freddi, inducendo un’importante azione anti-edemigena.

  • Mesoterapia drenante. La mesoterapia è una tecnica di medicina estetica che prevede l’iniezione diretta, a livello sottocutaneo, di varie sostanze ad azione anti-infiammatoria e anti-edemigena. La mesoterapia drenante si concentra soprattutto nell’agevolare il deflusso della linfa ritenuta in eccesso verso la circolazione sistemica.


RISCHI E COMPLICAZIONI

Le manovre di linfodrenaggio e le applicazioni dei bendaggi sono unicamente riservate, nell’esecuzione, alla professionalità dei medici di medicina estetica e ai fisioterapisti specializzati nella tecnica. Considerato ciò, è davvero raro l’instaurarsi di complicazioni secondarie a questi trattamenti.

FONTI:

  • Carlo D’Aniello, Manuale di Medicina Estetica, Masterbooks, 2019.

  • Alberto Massirone, Trattato di Medicina Estetica, Piccin Nuova-Libraria, 2010.


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