Accesso
Dottori

Atrofia


Mar 03/05/2022 | Dott. Tania Basile

Condividi su Facebook Condividi su Twitter

DEFINIZIONE

L’atrofia è il processo di riduzione cellulare e tissutale di un organo, dovuto a perdita degli elementi cellulari o a perdita del contenuto intracellulare ed extracellulare. L’atrofia è l’aspetto più drastico dell’ipotrofia ossia la perdita in volume di un tessuto o di un organo ed è riconducibile a diversi fattori come la prolungata immobilizzazione nel caso di un muscolo o l’assenza di stimolo ormonale o nervoso in un altro tessuto. Oltre che impattare negativamente sulla salute dell’organismo, l’atrofia cutanea può produrre anche degli sgradevoli risultati estetici che possono essere trattati con tecniche scarsamente invasive di medicina estetica.

COS’È

L’atrofia è una condizione (talvolta fisiologica) nella quale si assiste a un progressivo “svuotamento” del contenuto di un tessuto o di un organo, il più delle volte a causa della morte delle cellule contenute o della loro mancata replicazione.

L’evidenza di uno stato atrofico a livello cutaneo è direttamente riscontrabile tramite i segni che l’assenza del normale apporto fisiologico di acqua e nutrienti reca sulla cute stessa; questi segni sono rappresentati dall’estrema secchezza della cute e delle mucose, dalla rapida propensione ad esfoliare, dalla caduta anticipata dei peli e dal pallore intenso.

SINTOMI

Generalmente quando i processi atrofici a carico di un tessuto non sono molto marcati non si hanno sintomi particolari; tuttavia, quando l’atrofia interessa una grande parte dell’organo colpito allora possono evidenziarsi sintomi più specifici come dolore nella zona interessata (soprattutto nell’atrofia cutanea), oppure sensazione di irritazione e perdita di sensibilità quando si ha a che fare con atrofia degli arti.

TIPOLOGIE DI ATROFIA E CAUSE

L’atrofia può essere l’effetto finale di una moltitudine di varie cause che determinano la perdita volumetrica di un organo e, a sua volta, assume caratteristiche differenti a seconda del tessuto colpito.

Ecco alcune delle principali tipologie di atrofia con le relative cause determinanti:


  • Atrofia cutanea


L’atrofia cutanea è il  processo di graduale assottigliamento della cute e dei tessuti sottocutanei, in maniera localizzata o diffusa all’intero apparato tegumentario. Questo processo si accompagna a un graduale diradamento dei peli e all’involuzione di annessi cutanei importanti, come le ghiandole che producono il sebo.

  • Atrofia cerebrale


L’atrofia cerebrale è la perdita di tessuto attivo del sistema nervoso centrale, spesso secondaria a malattie neurodegenerative come la Malattia di Alzheimer.

  • Atrofia da malnutrizione


L’atrofia da malnutrizione si verifica quando si ha una carenza cronica di principi alimentari fondamentali contenuti nelle macromolecole biologiche (soprattutto per le proteine): questa condizione non permette un adeguato rifornimento energetico alle cellule dell’organismo, causandone la morte.

  • Atrofia da denervazione o deprivazione ormonale


L’atrofia da denervazione porta alla cachessia e alla perdita di tessuto muscolare una volta che i nervi non riescono ad apportare lo stimolo trofico; l’atrofia da deprivazione ormonale si verifica invece quando, in un tessuto ormone-dipendente, viene a mancare l’azione dell’ormone regolante la funzionalità del tessuto stesso.

  • Atrofia da disuso


L’atrofia da disuso è tipica del tessuto muscolare quando non viene sollecitato per lunghi periodi di tempo, come nel caso delle immobilizzazioni con il gesso; in questo caso il muscolo si ritrova notevolmente raggrinzito e ridotto di volume.

DIAGNOSI

La diagnosi di atrofia di un tessuto si palesa durante l’ispezione condotta dal medico nell’esame obiettivo, dove si evidenzia la perdita funzionale di volume e, talvolta, anche deficit motori e di sensibilità.

Quando i processi atrofici intaccano invece strutture più profonde, allora è possibile indagare con esami strumentali come la tomografia computerizzata o l’ultrasonografia.

TERAPIE E TRATTAMENTI

Quando un organo è sottoposto a un processo atrofico, è bene innanzitutto indagare sulla causa a monte che ha generato l’effetto: se si riscontra la presenza di una patologia ben specifica, è necessario curare prima la patologia e, qualora l’atrofia non si risolva, provvedere a minimizzare gli effetti dell’atrofia (quando visibili) su cute o muscoli.

In alcuni casi, in caso di atrofia cutanea o atrofia vulvo-vaginale, è possibile stimolare l’idratazione del tessuto sottocutaneo sottostante e della circolazione tramite trattamenti di medicina estetica a base di filling con acido ialuronico oppure carbossiterapia.

RISCHI E COMPLICAZIONI

Generalmente, a parte piccoli effetti passeggeri come gonfiore e leggera sensazione di fastidio, gli interventi di filling cutaneo e di carbossiterapia utilizzati nell’ambito della medicina estetica per rinvigorire, trattare o attenuare una condizione atrofica non producono rischi e complicazioni significativi.

FONTI:

  • David S. Strayer, Emanuel Rubin, Rubin, Patologia generale, anatomia patologica. Milano: Piccin; 2019.

  • Fabrizio Maniero et al. Patologia generale e fisiopatologia generale. Padova: Piccin; 2019.


Articoli correlati

Accesso contenuti completi

x