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Antitrago


Mar 26/04/2022 | Dott. Tania Basile

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DEFINIZIONE

L’antitrago è una piccola prominenza cartilaginea rivestita dalla cute e si localizza nella parte inferiore del padiglione auricolare, sopra al lobulo e dietro il trago, con il quale tende a delimitare il meato acustico esterno, ovvero il condotto osseo dal quale si accede alla membrana timpanica. L’antitrago contribuisce a mantenere la forma del meato acustico esterno insieme al trago, consentendone piccole modifiche in relazione al diametro, grazie alla contrazione dei muscoli tragico e antitragico. Spesso l’antitrago è una delle parti dell’orecchio esterno più interessate da trattamenti di medicina estetica o chirurgia plastica ed è anche possibile effettuarvi un piercing.

COS’È L’ANTITRAGO E RUOLO NELL’ORECCHIO ESTERNO

L’antitrago è una salienza di natura cartilaginea, situata nella metà inferiore del padiglione dell’orecchio, al di sotto dell’antelice, sopra il lobulo e posteriormente rispetto al trago.

Insieme agli altri componenti del padiglione auricolare e dell’orecchio esterno, l’antitrago partecipa alla funzione di convogliare lo stimolo sonoro verso il meato acustico esterno, in maniera da proseguire poi il suo percorso verso il timpano e successivamente verso l’orecchio interno.

L’antitrago, così come le altre strutture cartilaginee dell’orecchio esterno, può essere interessato da processi di ipertrofia, che impattano negativamente sulla percezione estetica della persona.

RIMODELLAMENTO PLASTICO DELL’ANTITRAGO E DELL’ORECCHIO ESTERNO

L’orecchio esterno può essere sottoposto a piccoli interventi di chirurgia plastica, che globalmente prendono il nome di otoplastica.

L’otoplastica ha il fine di correggere gli inestetismi auricolari come l’asimmetria dei padiglioni auricolari oppure l’eccessiva formazione di epitelio (cheloide) in seguito a piercing e di solito viene eseguita con un’incisione che può avere luogo su varie strutture dell’orecchio esterno come il trago e l’antitrago.

L’otoplastica per incisione permette l’applicazione di suture a livello delle cartilagini del padiglione auricolare, in maniera da evitare l’eccessiva lateralizzazione dei padiglioni, come avviene nelle cosiddette “orecchie a sventola”.

PATOLOGIE DELL’ANTITRAGO E DIAGNOSI

Varie patologie possono interessare le strutture anatomiche dell’orecchio esterno: tra queste l’antitrago è facilmente bersagliabile da agenti infettivi in quanto è una delle sedi preferite per l’applicazione dei piercing.

Le patologie più importanti sono:


  • Otite esterna


L’otite dell’orecchio esterno (o otite esterna) è l’infezione del meato acustico esterno e delle formazioni anatomiche contigue; essa viene diagnosticata notando arrossamento localizzato nel padiglione auricolare, eventuale formazione di pus e dolorabilità in corrispondenza del condotto; l’otite esterna non di rado è caratterizzata dalla comparsa di febbre anche elevata e può essere causata dall’utilizzo insistito di piercing e orecchini infetti o non indossati nel modo opportuno.

  • Pericondrite dell’orecchio esterno


La pericondrite dell’orecchio esterno è un processo infiammatorio generalizzato a carico del padiglione auricolare e intacca lo spazio tra cartilagine e pericondrio, portando anche alla formazione di ascessi e raccolte di pus; il lobulo, l’antelice e l’antitrago sono frequentemente esposti a pericondriti in seguito a piercing eseguiti male o punture di insetti;

  • Malformazioni genetiche o acquisite


Varie sindromi genetiche possono portare a malformazioni dell’orecchio esterno, mal posizionamento di trago e antitrago e addirittura ad aplasia completa (ossia il padiglione si sviluppa appena o non si sviluppa affatto).

Processi di natura traumatica come ustioni o radiazioni possono determinare lesioni e malformazioni perenni dell’orecchio esterno.

TRATTAMENTI PER LE PATOLOGIE E GLI INESTETISMI DELL’ANTITRAGO

Quando l’antitrago è interessato da condizioni che ne vanno a pregiudicare l’aspetto estetico, come un’eccessiva proliferazione di condroblasti del tessuto cartilagineo che esita in un’ipertrofia dell’antitrago, si può ricorrere alla chirurgia plastica e ricostruttiva, al fine di rimodellare l’antitrago, soddisfacendo i gusti estetici della persona.

Questo intervento di otoplastica correttiva condotto sull’antitrago consta generalmente delle seguenti fasi:

  • Disinfezione accurata dell’area interessata a base di soluzioni chimiche idonee come clorexidina al 2 % o iodopovidone;

  • Somministrazione di sostanza anestetica a uso loco-regionale e, se necessario, ricorso a una blanda sedazione;

  • Incisione chirurgica a livello della cute di rivestimento del padiglione auricolare e del lobulo;

  • Individuazione dell’antitrago ed escissione della porzione cartilaginea in esubero;

  • Rimozione della parte di cartilagine in eccesso;

  • Sutura della ferita chirurgica con punti riassorbibili;

  • Pulizia e medicazione della ferita.


La terapia, per le patologie su base infettiva che bersagliano le strutture anatomiche dell’orecchio esterno, è invece sintomatica e mira alla cura degli effetti dell’infiammazione e alla neutralizzazione degli agenti infettivi.

Oltre agli antinfiammatori più comuni, in genere in caso di otite o di pericondrite ascessuale vengono somministrati antibiotici come:

  • Ciprofloxacina;

  • Levofloxacina;

  • Gentamicina;

  • Streptomicina;



 

FONTI:

  • Jens Waschke, Tobias Böckers, Friedrich Paulsen. Sobotta, anatomia umana. Piccin; 2020.

  • Roberto Albera, Giovanni Rossi. Torino: Minerva medica; 2021.


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