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Lipofilling: macro, micro, nano.

Lipofilling: macro, micro, nano.


Gio 14/05/2015 | Dott. Antonello Tateo

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Cos’è il lipofilling


Il lipofilling (composto del greco, lìpos, “grasso” e dell’inglese, to fill, “riempire”) è una metodica chirurgica sempre più utilizzata in chirurgia plastica sia a scopo ricostruttivo, che estetico.


Tale procedura consente di rimodellare e aumentare di volume diverse aree del corpo in maniera permanente.


Il successo del lipofilling è da attribuire principalmente all’utilizzo del proprio tessuto adiposo come un comune filler, evitando il ricorso a sostanze estranee all’organismo, spesso causa di reazioni allergiche, infiammatorie e granulomatose nel sito d’iniezione.


Inoltre, sfruttando le proprietà rigenerative delle cellule staminali presenti nel grasso autologo, si ottiene, oltre all’effetto volumizzante, un effetto rigenerativo e di ringiovanimento sui tessuti dell’area trattata.


 


Lipofilling: come si esegue?


L’innesto di tessuto adiposo autologo produce, quindi, risultati estremamente naturali e soddisfacenti donando elasticità e turgore alla cute.


Il lipofilling viene eseguito in regime di day surgery consiste, previa anestesia generale o locale con sedazione, nel prelievo di grasso in zone di accumulo come fianchi, addome, interno coscia, mediante l’utilizzo di cannule connesse ad aspiratori a bassa pressione.


Il prodotto dell’aspirazione viene poi opportunamente trattato, con l’obiettivo di separare le cellule adipose integre da residui cellulari e prodotti di scarto indesiderati. La frazione cellulare integra viene, quindi, innestata nel sito ricevente.


Il lipofilling ha una durata variabile dai trenta minuti alle due ore, in base al numero di zone da trattare e alla loro estensione.


 


Lipofilling e post-operatorio


Durante il periodo post-operatorio, al paziente viene applicato un bendaggio elasto-compressivo al fine di ridurre e contenere la formazione di edemi ed ematomi nelle zone dove è avvenuto il prelievo.


Il ritorno alle normali attività quotidiane richiede, in genere, dalle due alle quattro settimane e il


risultato definitivo si apprezza a distanza di otto-dodici settimane dall’atto chirurgico.


A seguito dell’intervento non residua alcuna cicatrice visibile. Rare, inoltre, sono eventuali complicanze, data la scarsa invasività della procedura.


 


Lipofilling: le indicazioni terapeutiche


Le indicazioni al lipofilling nell’ambito della chirurgia estetica sono sempre più numerose.


In particolare, può essere impiegato per il ringiovanimento del terzo superiore, medio ed inferiore del volto. In queste aree, l’innesto di grasso autologo è utile per il trattamento di inestetismi dovuti all’approfondirsi di solchi e rughe, per deficit volumetrici in regione periorbitaria, zigomatica e labiale, per ridotta definizione del profilo mandibolare e mentale.


Inoltre, è una metodica estremamente valida per la correzione di deficit di volume, rimodellamento di superfici e il miglioramento di alcune proiezioni nel resto del corpo. In particolare, è indicato per aumento o rimodellamento della mammella, per il rimodellamento della regione glutea e dei polpacci, per il ringiovanimento delle mani o della regione genitale.


 


Il tipo di impianto: Macrofat, Microfat e Nanofat graft


In base alla tecnica di estrazione e manipolazione del tessuto adiposo prelevato, si distinguono tre tipi di impianti variabili in dimensioni: il Macrofat graft, il Microfat graft ed il Nanofat graft. Le dimensioni delle particelle di grasso regolano il livello di introduzione a partire dal tessuto sottocutaneo per il Macrofat, al derma profondo per il Microfat fino al derma superficiale del Nanofat. Di conseguenza, diversi sono anche i diametri delle cannule utilizzate per il piazzamento del grasso.


L’indicazione ad ognuno dei tre tipi d’impianto cambia in base alla zona da trattare, in quanto, diversi sono i volumi di tessuto adiposo necessari al chirurgo per effettuare la procedura e in base all’effetto ricercato (volumizzante, riempitivo/rigenerativo, esclusivamente biorivitalizzante).


Per ciò che riguarda il Macrofat ed il Microfat, il grasso aspirato viene sottoposto a centrifugazione o ad un lavaggio con filtrazione o a semplice decantazione per la purificazione del lipoaspirato. Si ottiene, così, il prodotto finale da innestare.


La metodica del Macrofat viene attualmente utilizzata a scopo principalmente volumizzante in aree importanti come mammella e gluteo.


Il Microfat viene sfruttato a scopo prevalentemente riempitivo e rigenerativo in alcune aree del volto. In particolare, trova indicazione nel trattamento di rughe frontali, rughe glabellari, solchi naso-genieni, rughe mentali, rughe del collo. Inoltre, è impiegabile nell’aumento del volume degli zigomi, delle guance, delle labbra e nel trattamento del contorno occhi.


Nella tecnica del Nanofat, invece, il grasso aspirato viene sottoposto ad una diversa manipolazione: lavaggio in soluzione salina, emulsione meccanica ripetuta e filtraggio finale per rimuovere frammenti di tessuto connettivo. Si ottiene un’emulsione liquida facilmente scorrevole in aghi sottili come quelli utilizzati per i comuni filler o per tossina botulinica.
La diversa manipolazione del tessuto adiposo ha dimostrato nel Nanofat l’assenza di cellule adipose vitali, ma la conservazione delle cellule staminali e la capacità di proliferazione e differenziazione delle stesse.
Per questa ragione, il Nanofat ha un’azione esclusivamente biorivitalizzante. La fluidità dell’emulsione permette iniezioni superficiali nel derma particolarmente indicate per il riempimento di rughe in zone delicate come il contorno occhi e bocca, ma, soprattutto, di micro-rughe superficiali come, ad esempio, rughe periorali (codice a barre) e zampe di gallina. È, inoltre, impiegabile per il trattamento di iperpigmentazioni cutanee e cicatrici.


 


Il corpo come artefice del rinnovamento cellulare


In conclusione, l’ideologia del lipofilling, ritoccando gli inestetismi tipici dell’età, rimodellando i volumi perduti e correggendo le imperfezioni cutanee, ricalca, in ambito estetico, quella dei comuni filler.
Ciò che cambia, è la sostanza inoculata: il tessuto adiposo autologo, il materiale biocompatibile per eccellenza. In quest’ottica, il nostro corpo diviene il fornitore e l’artefice del rinnovamento cellulare con risultati estetici naturali e duraturi nel tempo.


 

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Tateo Antonello

Autore

Chirurgia plastica, Medicina estetica

Milano (MI)


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