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Rughe da Pc, la colpa è della luce blu

Rughe da Pc, la colpa è della luce blu


Mer 08/07/2020 | Dott. Domenico Piccolo

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di Francesca Frediani e Johanna Rossi Mason


 

Con la consulenza scientifica del Dottor Domenico Piccolo, Dermatologo e titolare degli Skin Center di Pescara, L’Aquila e Avezzano. Vice Presidente della Società Italiana di Laser Dermatologia (SILD) e Past President dell’Associazione Italiana Dermatologi Ambulatoriali (AIDA).

 

Iniziano ad apparire sugli scaffali di profumerie e farmacie cosmetici che proteggono dalla ‘luce blu’, quella emessa da schermi di pc, tablet e telefonini che oltre agli occhi sembra in grado di danneggiare la pelle e indurre un invecchiamento precoce.

Troppe ore davanti agli schermi? Invecchiamento digitale in agguato - Lo chiamano ‘digital aging’ ed è causato dalle lunghe ore trascorse di fronte agli schermi. La responsabile è la particolare luce invisibile ad alta energia (HEV), indagata per aumentare la temperatura della cute all’interno dove si sviluppano quei radicali liberi che danneggiano le cellule e il loro DNA.

Nonostante sia presente anche in natura, fa parte dello spettro luminoso emesso dal sole che arriva sino a noi in maniera costante ma debole. Diversa è quella artificiale, che genera una intensità centinaia di volte superiore e alla quale siamo esposti per 10 ore al giorno in media.

La luce che causa macchie scure e rughe


Un'esposizione che porta il fascio luminoso in profondità e il cui effetto sommatorio è in grado di causare rughe e macchie scure. Ecco perché le più moderne formulazioni cosmetiche promettono di proteggere la pelle grazie al contenuto di filtri solari UV e sostanze note per il loro potere antiossidante come vitamina C ed E oltre a retinolo e acido ialuronico. Se il danno si è già verificato è possibile rimediare con un approccio combinato di peeling e laser per le macchie scure e filler dermici a diverso peso molecolare a seconda della profondità delle rughe da correggere.

 

Importante anche la routine cosmetica


Il periodo successivo ai trattamenti è quello ideale per acquisire nuove abitudini e instaurare strategie per evitare nuovi inconvenienti estetici: quindi si consiglia l’uso di una crema giorno con fattore di protezione anche al chiuso, evitare l’esposizione ravvicinata e prolungata agli schermi e abbassare il livello di luminosità quando possibile.

 

Raggi HEV fattore di fotoinvecchiamento


Dobbiamo pensare ai raggi HEV come ad un vero e proprio fattore di fotoinvecchiamento ma molto più subdolo perché non provoca segnali evidenti come quelli dell’esposizione solare bensì una infiammazione silenziosa che lentamente danneggia i tessuti e i suoi preziosi costituenti come collagene ed elastina. Si tratta di photoaging più accelerato rispetto a quello legato all’età e che infatti mostra i suoi effetti negativi appena dopo i 30 anni.

Lo spettro della luce solare è costituito da raggi UV, da luce visibile e raggi infrarossi. La parte “visibile”, ovvero quella rilevata dall’occhio umano, ha una lunghezza d’onda che va dai 390 ai 700 nanometri e costituisce circa il 50% di tutto lo spettro della luce solare; la parte blu/violetto di questo spettro visibile viene definita HEV Light o, appunto, luce blu, e ha una lunghezza d’onda compresa tra i 400-500 nanometri.

I raggi UV, che comprendono sia quelli UVA che quelli UVB, sono quelli che provocano i danni maggiori alla pelle: i primi provocano la formazione di radicali liberi e danni indiretti alla struttura del DNA; i secondi provocano i danni più evidenti, come eritemi e scottature, le macchie solari, l’invecchiamento cutaneo e la fotosensibilizzazione.

 

Danni causati dalla luce blu


Così come i raggi UV, anche la luce blu stimola la produzione di radicali liberi e, di conseguenza, provoca stress ossidativo. Questo processo porta alla distruzione del collagene e dell’elastina, due componenti già presenti nella pelle, che contribuiscono a mantenerla giovane, compatta ed elastica. Inoltre, l’azione della luce blu contribuisce a una pigmentazione irregolare della pelle con la conseguente formazione delle macchie solari. L’esposizione a lungo termine alla luce blu, alterando l’espressione delle acquaporine, una famiglia di proteine che fungono da canali di membrana per entrambi acqua e glicerolo, provoca inoltre una disidratazione dell’epidermide e alterazioni dei cheratinociti oltre a una massiva degradazione delle proteine della matrice extracellulare come collagene ed elastina, con relativi danni come rughe, cedimenti cutanei e iperpigmentazione. Secondo gli studi condotti dall’Istituto dermatologico di Nizza (Inserm) stare 7 ore al giorno, per 5 giorni alla settimana, a 30 centimetri da uno schermo, corrisponde ad un’ora e mezza di esposizione al sole.

 

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Piccolo Domenico

Autore

Dermatologia,Medicina estetica

Pescara (PE)


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