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Discromia cutanea


Lun 09/05/2022 | Dott. Tania Basile

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DEFINIZIONE

La discromia cutanea indica, in ambito dermatologico, un sovvertimento del normale colorito di una porzione di pelle, in senso iper-cromatico o in senso ipo-cromatico; il colorito fisiologico della cute è assicurato dalla combinazione di diversi ormoni e di vari pigmenti che rendono la pelle omogenea ed uniforme. A causa di vari fattori, tuttavia, determinate porzioni della cute possono andare incontro alla formazione di “macchie”, note come discromie, in cui il colorito appare più scuro o più chiaro rispetto alla cute circostante. La medicina estetica offre, dei trattamenti mirati per consentire l’attenuazione o la rimozione delle discromie cutanee.

COS’È

La discromia cutanea rappresenta un’area della cute o una condizione generalizzata di più zone della cute, in cui il fisiologico colorito cutaneo è mutato, divenendo più scuro o più chiaro, e apparendo nettamente in contrasto con il normale colorito dei tessuti circostanti. Varie cause, sia di natura infettiva che di natura immunitaria, possono portare alla formazione di discromie cutanee, le quali possono attecchire in ogni porzione del corpo, specie sul volto e sugli arti. I soggetti che presentano forti discromie, lamentano un senso di imbarazzo e disagio e, per tale ragione, chiedono l’ausilio della medicina estetica per attenuare l’inestetismo.

Le discromie cutanee possono avvenire anche in seguito al normale processo di invecchiamento cellulare e di senescenza: le cosiddette “macchie senili”. Oppure possono palesarsi in particolari condizioni, come nel caso del cloasma durante la gravidanza.

SINTOMI E CLASSIFICAZIONE

Discromia cutanea è un termine generico che comprende, sotto la sua accezione, una miriade di condizioni dermatologiche anche molto differenti tra loro in base alla natura patologica che le ha determinate; per tale ragione, quando la discromia è stata causata da un agente infettivo (come in alcuni casi di pitiriasi) si possono produrre dei sintomi anche sistemici come febbre e dolore. Quando invece la discromia è causata da un fattore del tutto innocuo o di natura passeggera, essa non reca alcun sintomo particolare: spesso passa anche inosservato fino a quando non diviene visivamente evidente.

Fondamentalmente, le discromie cutanee possono distinguersi in ipercromie quando il colorito dell’inestetismo è più scuro rispetto ai tessuti circostanti, mentre si parla di ipocromia quando invece il colorito appare più chiaro rispetto al normale, come nel caso della vitiligine.

Le discromie cutanee di più frequente riscontro nelle consulenze di medicina estetica possono essere classificate in:


  • Lentigo solari (o macchie solari). L’ipermelanosi che contraddistingue queste macchie è indotta da esposizione protratta e insistita nel tempo alla luce solare;

  • Efelidi, che sono delle piccole macchie iperpigmentate di colore rossastro, che possono distribuirsi a livello del collo, del torace e del décolleté;

  • Cloasma, anche nota come maschera gravidica, è un’iperpigmentazione associata alla sovrapproduzione di ormoni durante la gravidanza, particolarmente distribuita sulle aree del volto;

  • Nevi di Becker, che sono piccoli nevi ad aspetto irregolare e a chiazza, che tendono a disporsi per lo più sulle spalle, spesso ricoperti da peli.


CAUSE E DIAGNOSI

Le cause che predispongono alla formazione di discromie cutanee sono disparate e prevedono la maggiore componente infiammatoria-reattiva nella genesi delle ipercromie, e una maggiore componente auto-immunitaria nella comparsa delle ipocromie.

Le cause maggiori da ricercare sono:

  • Eccessiva esposizione alla luce solare;

  • Effetto ormonale;

  • Irritazione da agente chimico;

  • Irritazione da agente fisico;

  • Ustione;

  • Infiammazione;

  • Infezione batterica, virale o fungina;

  • Fenomeni auto-immunitari.


La diagnosi della discromia cutanea viene condotta dal medico dermatologo durante l’esame ispettivo servendosi della strumentazione più opportuna, come il dermatoscopio in epiluminescenza, che serve ad identificare, oltre il colorito della macchia, anche il profilo, i contorni ed i margini. L’esame dirimente per chiarire la natura della discromia è invece la biopsia cutanea.

TRATTAMENTI

La medicina estetica propone diversi trattamenti adatti per l’attenuazione delle discromie cutanee, come:

  • Peeling chimico, in cui si procede all’esfoliazione degli strati superficiali della cute mediante agenti chimici come l’acido retinoico o l’acido glicolico;

  • Dermoabrasione, in cui si abrade ossia si raschia la cute fino in profondità, livellando la lesione alla base;

  • Creme depigmentanti;

  • Laser-terapia, in cui si procede a bersagliare l’area cutanea discromica con impulsi di radiazione laser fino a renderla uniforme con il tessuto circostante.


È doveroso ricordare che è sempre opportuno adottare strategie preventive, come l’applicazione di specifiche creme solari, per evitare la precoce comparsa di macchie cutanee.

RISCHI E COMPLICAZIONI

Gli effetti collaterali più frequenti che possono comparire in seguito all’applicazione di trattamenti volti ad attenuare le discromie cutanee sono:

  • Escoriazione;

  • Edema;

  • Eritema;

  • Infezione;

  • Formazione petecchiali.


FONTI:

  • Pietro Donati. Dermatopatologia clinica. Torino: Minerva medica; 2018.



  • Carlo D’Aniello, Manuale di Medicina Estetica, Masterbooks, 2019.


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