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Migliorarne l’aspetto del naso in tempi ridotti con il rinofiller

Migliorarne l’aspetto del naso in tempi ridotti con il rinofiller


Mar 04/04/2017 | Dott. Lucio Gagliardi

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Il rinofiller, è un trattamento estetico, che consiste nell’infiltrazione di materiali di riempimento, volumizzanti e biocompatibili, i filler dermici.

Il rinofiller, una definizione medica entrata ormai nell’uso comune degli specialisti e conosciuta da gran parte dei pazienti che abitualmente frequentano gli ambulatori di medicina e chirurgia estetica, non ha origini lontane.

Negli anni, sono stati numerosi gli Specialisti che hanno sperimentato la tecnica per poi giungere alla sua standardizzazione in modo autonomo. La soddisfazione che scaturiva dalla verifica, nel riserbo degli studi privati, dei buoni risultati ottenuti, spesso si accompagnava all’intima convinzione di essere i primi o meglio i soli ad effettuare la metodica del rinofiller.

Personalmente, afferma il Dott. Lucio Gagliardi, ho cominciato ad effettuare la pratica, che si basa sull’impiego di filler per rimodellare il profilo del naso, circa 15 anni or sono, soprattutto nei casi dei soggetti portatori di alterazioni secondarie a traumi o iatrogene che non volevano o potevano sostenere un percorso di riparazione chirurgica.

Successivamente, cosi come in molti chirurghi ha cominciato a farsi strada l’idea di allargare il campo d’azione della metodica impiegandola per modellare e modificare tutte le parti del naso, come in una sorta di rinoplastica non chirurgica.

Ma com’è nata questa “meravigliosa” idea? Quando si effettua una rinoplastica, si è soliti infiltrare con soluzione di anestetici e vasocostrittori i tessuti del naso.

Durante la pratica si osserva spesso che l’iniezione in determinate zone migliora notevolmente l’aspetto del naso, a volte tanto da non far sembrare più necessario lo stesso atto chirurgico. Si è così aperta la strada all’impiego di sostanze che permanessero a lungo nei tessuti per garantire un miglioramento stabile, per quanto non definitivo.

Si utilizzano, nel trattamento di rinofiller, di solito filler (cioè sostanze di riempimento) a base di acido ialuronico con alta densità di legami o idrossiapatite.

Per la correzione di difetti più superficiali e in pazienti con cute molto sottile sono preferiti filler relativamente più morbidi, in modo da minimizzare i rischi di sovra correzioni e o discromie cutanee.

Ma quali sono i pazienti che possono giovarsi di questa metodica?


Premessa doverosa, che sarebbe del tutto inutile se non fosse per l’enorme diffusione che sta avendo la metodica, afferma il Dott. Gagliardi, è quella che l’intervento chirurgico resta la prima scelta per la correzione dei dismorfismi della piramide nasale, e comunque l’unica in grado di assicurare un risultato stabile e definitivo.

Con il rinofiller possono essere trattati soggetti con piccole asimmetrie della punta e o del dorso nasale secondarie a traumi o a interventi chirurgici di natura estetica o per la rimozione di neoformazioni cutanee. Nel campo della correzione d’inestetismi un buon risultato si ottiene nel caso di una punta poco proiettata ma con un dorso regolare, privo di un importante gibbo osteo-cartilagineo.

In quest’ultimo caso la correzione può essere solo parziale e si realizza con il riempimento della zona del nasion e di quella immediatamente al di sotto della massima proiezione del gibbo.

In questo modo il naso, pur aumentando leggermente di dimensioni, risulta più regolare nel suo profilo e quindi meno “aquilino”.

 

Come si svolge il trattamento di rinofiller


L’infiltrazione del naso risulta dolorosa per via della ricca innervazione delle strutture e quindi è consigliabile l’impiego preventivo di un’anestesia topica, meno consigliabile quella mediante l’infiltrazione che può andare a modificare il profilo da correggere rendendone meno facile e precisa l’esecuzione.

La tecnica prevede l’impianto di sostanza (in genere piccoli boli che non superano gli 0,2 ml) in diverse zone (columella – punta nasale- nasion).

I punti vengono scelti e pianificati mediante un’attenta valutazione delle condizioni loco-regionali.

E’ utile marcare con penna dermografica le zone da “riempire” simulando l’effetto ottenibile mediante la pressione delle dita e lo spostamento consequenziale della punta.

Ritengo indispensabile, afferma il Dott. Gagliardi, come nel caso di quasi tutte le pratiche di medicina estetica, l’acquisizione d’immagini fotografiche del pre e del post trattamento, e ciò sia per motivi medico-legali che per la valutazione a distanza dei risultati ottenuti.

Altrettanto auspicabile è il conseguimento di un valido consenso informato in cui sono ben esplicati le finalità e i limiti della metodica di rinofiller, così come l’importanza di rivolgersi esclusivamente a Specialisti affidabili e competenti.

Cosa aspettarsi dopo il trattamento di rinofiller


I risultati appaiono subito evidenti ma il paziente riesce a notare i cambiamenti nella visione laterale e di ¾ più che nella visione frontale per cui risulta utile guardare i rilievi fotografici effettuati e confrontarli

Nell’immediato post-operatorio si prescrive terapia topica con crema antibiotica e fotoprotezione, nel caso in cui la quantità di materiale impiantato sia stata cospicua, possono essere consigliati farmaci antinfiammatori e/o antiedemigeni. In genere non è riferita dai pazienti la comparsa di dolore.

Per quanto la metodica appaia semplice e dia risultati che spesso superano le stesse aspettative del paziente, è opportuno precisare che sono possibili e vengono descritte diverse complicanze che fortunatamente solo in rari casi assumono caratteristiche di grave rilevanza.

Oltre alle riferite ipercorrezioni e discromie cutanee con rossore persistente, va temuta e per quanto possibile prevenuta l’accidentale iniezione intravasale del prodotto.

Questa, infatti, può portare a deficit vascolare di porzioni di cute con la conseguente necrosi ischemica e guarigione con esiti cicatriziali che possono anche essere permanenti.

La durata dell’efficacia del trattamento non è precisamente determinabile essendo legata a diverse variabili quali la natura del prodotto, il tipo di cute, le abitudini di vita del soggetto e la profondità in cui viene posizionato il filler. Comunque, come regola, non può essere prospettata al paziente una durata superiore ai 6/8 mesi.

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