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Lo stress ossidativo e invecchiamento cutaneo

Lo stress ossidativo e invecchiamento cutaneo


Lun 09/12/2019 | Dott. Tania Basile

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Lo stress ossidativo è una condizione che scaturisce dal disequilibrio nella produzione e nello smaltimento di sostanze di scarto che comporta un sovraccarico di tossine che nel tempo produce danni considerevoli all’organismo. Nello stress ossidativo hanno un ruolo determinante i radicali liberi dell’ossigeno (ROS) e dell’azoto (RNS) che sono coinvolti nel fenomeno di disequilibrio con un’eccessiva produzione e conseguente presenza nell’organismo.

Lo stress ossidativo è stato individuato come uno dei fattori determinanti nel processo di invecchiamento oltre che essere diretto responsabile di fenomeni legati alla perdita di capelli e processi infiammatori di varia natura. È acclarata l’associazione dello stress ossidativo alla comparsa di patologie neurodegenerative, come Parkinson e Alzheimer, di natura ipertensiva e vascolare croniche nonché diabete mellito, artrite reumatoide, favismo, ecc. Esistono dei test clinici che permettono di quantificare lo stato di ossidazione del sangue (d-ROMs) e la componente globale antiossidante (BAP test).

Il concetto fu introdotto nel 1956 nella teoria di Denham Harman in cui si individuava una condizione patologica alla base della rottura dell’equilibrio fra produzione ed eliminazione delle sostanze di scarto in cui i sistemi di difesa antiossidanti non sono più in grado di mantenere lo stato REDOX e di conseguenza “costringono” la cellula ad un precoce invecchiamento o ai meccanismi di apoptosi, cioè il suicido cellulare. A preservare lo stato REDOX intervengono particolari enzimi (superossido dismutasi, catalasi, glutatione perossidasi), che in una condizione di iperproduzione dovuta spesso ad uno stile di vita non salutare, non sono più in grado di contenere gli agenti ossidanti che vanno ad intaccare le strutture cellulari con effetti devastanti su proteine, lipidi e lo stesso DNA.

In un sistema sano i radicali liberi svolgono un importante ruolo nel nostro organismo in particolare nell’azione dei processi di difesa immunitaria. L’anione superossido (O2-), il perossido di idrogeno(H2O2) ed il radicale idrossile (.OH), difatti sono utilizzati dai leucociti polimorfonucleati, un gruppo di globuli bianchi, per distruggere le cellule batteriche patogene, una condizione favorita dall’alta reattività di tali radicali che possiedono atomi di ossigeno con carica negativa. Ruolo di altrettanta importanza è svolta all’interno del perossisoma che ha l’importante compito di disgregare i rifiuti prodotti dall’organismo evitando l’accumulo dannoso all’interno della cella stessa. I radicali liberi all’interno del perossisoma agiscono con lo stesso principio della risposta immunitaria disgregando gli scarti in molecole più semplici da reimmettere nel ciclo vitale delle cellule. Infine nel processo di replicazione della cellula hanno il compito di gestire i meccanismi di apoptosi e cioè il fenomeno che porta alla morte programmata della cellula in funzione della “nascita” di altre cellule.

L’aumento dei radicali liberi e l’alterazione dell’ossidoriduzione dell’ambiente cellulare possono essere causati da diversi fattori. È stato osservato che l’esposizione a radiazioni ionizzanti, ad esempio quelle dei centri di radiologia, e composti chimici particolari, come quelli comunemente utilizzati nei laboratori dai biologi o in alcune fabbriche di prodotti chimici, provocano l’aumento dei radicali liberi e mutazioni del DNA; gli stessi effetti possono manifestarsi a causa di un’esposizione non corretta ai raggi solari o altre fonti di raggi UV artificiali che aumentano in modo considerevole i fenomeni di ossidazione.

Tra le cattive abitudini che favoriscono lo stress ossidativo conseguente dall’iperproduzione di radicali liberi ci sono il fumo e l’abuso di bevande alcoliche che possono incidere pesantemente sulla crescita incontrollata di tali agenti ossidanti. Anche diete povere di frutta e verdure o abuso di cibi grassi influisce all’insorgenza dello squilibrio ossidoriduttivo alla base della proliferazione dei radicali liberi. A queste cause vanno aggiunti diabete, sovrappeso e obesità: il diabete favorisce fenomeni ossidativi legati agli alti livelli glicemici mentre il peso eccessivo produce infiammazioni delle cellule che costituiscono il tessuto adiposo, gli adipociti, favorendo l’innesco alla produzione di radicali.

La predisposizione genetica, sebbene limitata nel numero dei casi, può essere alla base della minore funzionalità dei naturali sistemi antiossidanti. In questi casi anche con una normale produzione di radicali liberi gli enzimi catalasi, superossido dismutasi e glutatione non sono in grado di contenere lo smaltimento delle tossine contribuendo alla formazione di stress ossidativo. Anche danni al mitocondrio possono essere alla base dello stress ossidativo, danno che può essere generato da diversi fattori come l’esposizione a tossine e ipossia cellulare. Infine, tra le cause dell’aumento dei radicali liberi, anche l’eccessivo esercizio fisico favorisce la trasformazione di ossigeno in radicali liberi che sul lungo periodo favorisce quei fenomeni tipici alla base dello stress ossidativo.

L’invecchiamento cutaneo è uno dei fenomeni più evidenti dello stress ossidativo. La pelle tende a seccarsi e a perdere la tipica elasticità e con il tempo favorisce la formazione di rughe soprattutto sul viso. Questo processo sebbene sia naturale in età avanzata può presentarsi anche in soggetti giovani come diretta conseguenza dello stress ossidativo.

Anche nella caduta dei capelli lo stress ossidativo gioca un ruolo fondamentale: l’eccesso dei radicali liberi danneggia il bulbo pilifero e provoca caduta e fragilità del capello nonché l’aumento dei capelli bianchi e le cosiddette doppie punte. Il meccanismo è innescato dai radicali liberi che innescando reazioni a catena nell’organismo finiscono per danneggiare il tessuto cellulare che compone il cuoio capelluto. I capelli bianchi in giovane età possono rappresentare un campanello d’allarme a cui è necessario porre rimedio prima che si inneschi il meccanismo di caduta.

Nel corso degli ultimi anni alcuni studi hanno riscontrato nel cavo orale un determinato equilibrio nella produzione di ossidanti e antiossidanti come l’acido ascorbico, l’acido urico e la lattoferina salivare. L’alterazione di tale equilibrio, come negli altri casi, favorirebbe l’insorgenza di patologie a carico del cavo orale per cui, attraverso l’utilizzo di test come il BAP, è possibile monitorare il livello di antiossidanti e predisporre un’azione mirata a ristabilire un corretto equilibrio tramite integratori specifici ad uso topico. La parodontite è una delle patologie che meglio si lega a tale processo accelerando i suoi effetti negativi sul parodonto, ovvero le strutture chiamate a sostegno del dente.

Molto più importanti sono gli effetti dello stress ossidativo sulle patologie croniche degenerative e infiammatorie dove l’alterazione dell’ossidoriduzione nel primo caso favorisce la formazione eccessiva di radicali liberi chiamati a svolgere la loro naturale funzione immunitaria alterando l’equilibrio del REDOX e innescando processi che accelerano gli effetti della malattia mentre nel secondo caso innescano processi infiammatori che continuano ad autoalimentarsi nel tempo. Le infiammazioni polmonari come le patologie cronico-ostruttive, la sindrome da stress respiratorio acuto e la fibrosi polmonare presentano gli effetti di tale processo di infiammazione perpetua dovuto all’azione dei ROS nella necrosi epiteliale e vascolare nonché nella degradazione del connettivo e nell’attivazione dei fattori di trascrizione di interleuchine chemotattiche e pro-infammatorie, principali responsabili del processo infiammatorio.

Sebbene lo stress ossidativo non sia da individuare come fattore scatenante di tali patologie è chiaro che i processi ossidativi influiscano in modo consistente nell’accelerazione degli effetti delle malattie sull’organismo. Discorso differente potrebbe essere quello riguardante la cancerogenesi in cui i processi molecolari legati all’azione dei radicali liberi potrebbero in qualche modo essere determinanti nella formazione e nell’evoluzione della neoplasia.

Lo stress ossidativo, negli stadi iniziali, può essere contrastato mediante l’assunzione di frutta e verdura che contengono antiossidanti naturali come il licopene, la vitamina C, la vitamina A e la Vitamina E. importante è anche l’azione di carotenoidi, antociani, polifenoli e flavonoidi; sostanze che possono anche essere assunte tramite integratori specifici chiamati a combattere i radicali liberi. I comuni integratori di vitamine e minerali possono svolgere un’importante azione antiossidante contenendo, oltre alle vitamine, anche importanti minerali quali lo zinco, il magnesio ed il selenio.

Omega-3 e Omega-6, che sono acidi grassi essenziali fondamentali nell’azione antiinfiammatoria e nella protezione della membrana cellulare, possono essere assunti tramite pesce azzurro che ne contiene alte quantità. Proprietà antinvecchiamento e di protezione delle cellule e dei vasi sanguigni sono invece svolte dalle proantocianidine oligomeriche contenute nella corteccia del pino marittimo e della comune vite da uva.

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